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I postatori più attivi della settimana | |
| | La calata delle tenebre | |
| | Autore | Messaggio |
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Dascan Predone
Numero di messaggi : 978 Età : 35 Località : Livorno Data d'iscrizione : 17.11.11
| Titolo: La calata delle tenebre Ven Feb 17, 2012 11:35 am | |
| “Padre …” disse il giovane alabardiere imperiale osservando le guizzanti fiamme di un fuoco da campo “è sempre così prima?”. Il vecchio seduto accanto a lui corrugo la fronte, concentrandosi per scaldare le mani al fuoco…era stato un inverno freddo nel nord dell’impero quell’anno. “ho combattuto molte guerre sotto il vessillo imperiale, ragazzo mio, da quando ero più giovane di te, alla battaglia di forra sangue….” Nel dire questo un espressione di orrore gli apparve sul vecchio ed emaciato volto, poi con un sospiro riprese “quella sera i nostri generali, il conte elettore del Talabheim era tra di loro, ci parlarono, dicendoci di quanto importanti eravamo per l’impero e per il mondo…avremmo difeso la vita e la libertà di tutti quel giorno…ma la realtà fu che si tratto di un vero massacro…una grande orda di pelle verde sciamò dai confini del mondo e attacco l’impero…io ero schierato in prima linea, accanto all’alfiere del nostro reggimento, Tiberius Ragvar, un veterano con molte cicatrici che mi parlò proprio come io stò facendo a te…una mannaia lo colpì in pieno volto poco dopo l’inizio della battaglia. Dalla mia posizione non riuscivo a scorgere molti particolari della battaglia, solo sangue, verdi facce zannute che mi ringhiavano a dosso, solo le lunghe ore di addestramento e una buona dose di fortuna anno salvato le nostre vite, quel giorno figliolo, altrimenti tu non saresti mai nato. Attorno a me i nostri cadevano e la marea verde piano piano ci stava spingendo indietro. La nostra artiglieria colpiva senza sosta le loro retrovie…ma quella marea verde era troppo grande…troppo…credevo che sari morto quel giorno!” Per un po’ ci fu silenzio, poi il ragazzo butto sulle braci morenti un altro pezzo di legno e guardò il padre, con il volto segnato dall’età e da molte cicatrici. “e poi cosa accade, padre?”. Il vecchio ci pensò un po, poi continuò il suo triste racconto mentre con occhi umidi osservava le fiamme “so dove vuoi arrivare, se abbiamo conquistato una vittoria gloriosa per l’impero, guadagnandoci onore e rispetto da tutti! Puttanate ragazzo, niente è vero di quelle cose che ti dicono all’arruolamento, certo non per noi. Quel giorno salvammo le nostre vite, tutto qui. Niente di onorevole, niente di tutto ciò. L’orda verde ci spingeva indietro, falciandoci ad ogni passo…eravamo stati assaliti da un grosso numero di orchi coperti da pesanti armature nere e rosse…manche se magari era il nostro sangue. Ci avevano detto che erano bestie indisciplinate…il nostro addestramento avrebbe prevalzo. Che reano creature stupide, resistenti ai colpi in modo impressionante, ma le loro armi erano rozze…ma quelli erano armati con pesanti mannaie a due mani, che calavano senza pietà su di noi, spezzandoci in due ad ogni colpo…ed anche se colpivamo alla gola alcuni di loro, altri ne prendevano il posto. Andò avanti così per un eternità, tenevamo duro non so nemmeno perché…poi cominciai a sentire distintamente il tuonare dei cannoni e dei fucili, l’aria si era riempita di fumo…segno che le cose andavano male. Ci spingevano indietro sul pendio verso le nostre artiglierie ragazzo…e quando entrano loro in campo, le cose non vanno mai bene…poi un lampo di luce squarcio il cielo e vedemmo precipitare sugli orchi una sagoma bruciante e incenerita…un enorme mostro del terrore era stato incenerito da una batteria degli scienziati imperiali, facendo crollare il capo di quelle creature al suolo, sfracellandosi. Questo ha fatto vacillare loro e dato nuovo animo a noi. Conquistammo la vittoria quel giorno, grazie a Sigmar…e da allora sono stato promosso varie volte e sempre di più mi sono trovato in situazioni disperate…ed ora tu sei qui con me…anni bui ci attendono!”. Il silenzio calò sul gruppetto di persone raccolte intorno al fuoco. Un corno di guerra imperiale risuonò nel buio e un grido squarciò l’aria “ordine di attacco, preparativi uomini….”disse il vecchio raccogliendo la sua alabarda da terra “proprio in silvania dovevamo essere distaccati in questo inverno maledetto…”. Il distaccamento di raggruppo avviandosi verso la sua posizione alla luce della luna…sarebbe stata una lunga notte.
Stralcio da un diario imperiale | |
| | | Lore Maestro dell'Arena
Numero di messaggi : 9733 Età : 29 Località : Toscana Data d'iscrizione : 03.01.10
| Titolo: Re: La calata delle tenebre Gio Mar 08, 2012 11:24 pm | |
| molto bello complimenti, è scritto molto bene C: sembra che la gente abbia smesso di commentare i racconti, scusa se non ho scritto prima ma l'ho letto solo ora | |
| | | zbardekz98 Guerriero
Numero di messaggi : 1111 Età : 25 Località : Legnago-Verona Data d'iscrizione : 29.07.11
| Titolo: Re: La calata delle tenebre Sab Mar 10, 2012 2:31 pm | |
| mooolto molto molto bello!!! | |
| | | Nickolas94 Imperatore
Numero di messaggi : 4733 Età : 29 Località : Torino Data d'iscrizione : 23.07.11
| Titolo: Re: La calata delle tenebre Sab Mar 10, 2012 2:44 pm | |
| molto bello Dascan, mostra come sono in realtà gli eserciti | |
| | | Dascan Predone
Numero di messaggi : 978 Età : 35 Località : Livorno Data d'iscrizione : 17.11.11
| Titolo: Re: La calata delle tenebre Mar Mar 13, 2012 6:11 pm | |
| Poco prima del corno dell’allarme, in un'altra parte dell’accampamento, Erman finì di sellare il proprio cavallo e si mise in coda alla piccola colonna di pistoleri per il solito gioro di ispezione per controllare che tutto fosse in ordine…ma quando mai tutto è stato in ordine a silvania? La mezza dozzina di pistoleri uscì nella luce del tramonto dalla zona pattugliata dai fanti e si diresse a passo spedito verso una piccola gola che scendeva gradualmente fino alla foresta e al pantano sottostante la collina ferrosa su cui l’esercito si era accampato per la notte. I pistoleri erano silenziosi e quasi invisibili al buio, quasi perché a loro insaputa vari occhi seguivano ogni loro movimento. I cavalli però al momento erano tranquilli e mandavano nuvole di vapore grigio nella fredda aria invernale. Il cavallo prima di quello di Erman scivolo su dei ciottoli dissestati e mando un sassolino in faccia al cavallo del pistolere, che scarto di lato. “malediozne, Ordren stà attento” disse cercando di rimettere in pista il cavallo, ma il rumore seguente gli fece gelare il sangue nelle vene…un grugnito animale, anche se Erman mai aveva sentito un simile animale. Fece arretrare il cavallo mentre una credura d’incubo saltava in avanti afferrandolo per lo schiniere d’estro cercando di buttarlo a terra. Il pistolere calciò indietro la creatura con lo stivale e mentre questa ritornava in avanti un tonante colpo dalla sua pistola dilaniò il silenzio della notte sfracellando il cranio della creatura, che si accasciò a terra accanto al destriero. Erman la osservò, ma gra, smunta e quasi umana nell’oscurità opprimente di quel posto, senza nemmeno voltarsi verso i suoi compagni disse “capitano, ma ha mai visto niente di simile? È un…” le parole gli morirono in bocca quando il fracasso del colpo di pistola cessò improvvisamente di marterlargli l’orecchio contro l’elmo come faceva sempre (chi sa poi perché indossavano elmi di metallo con quel frastuono) e al suo posto dei gridi ti terrore lo raggiunsero dal sentiero più in basso. Gemiti doloranti, grida di terrore, stridule voci inumane e rumore di ferro fracassato. Una serie di ombre spettrali, in che altro modo avrebbe potuto descrivere simili creature scure nel buio del sole appena tramontato, circondavano completamente di almeno 4 a 1 i suoi pochi e spacciati compagni. Tutti già disarcionati, dovevano essere stati colpiti così di sorpresa che nessuno di loro era riuscito a far fuoco con le pistole. Completamente accerchiati, quelli che non erano già morti lo sarebbero stato presto. Erman si osservò attorno con apprensione…nessuna creatura sembrava badare a lui. Nessuna lo circondava, solo quella sagoma scomposta accanto al cavallo. Passarono parecchi secondi, e le grida dei suoi compagni che udì in quel lasso di tempo gli avrebbero ossessionato la vita, indelebilmente impresse nella sua memoria come cicatrici dell’anima….se fosse sopravvissuto. Le creature si stavano ormai già cibando dei cadaveri di uomini e cavalli, ed erano si e no a 6 o 7 metri da lui…non lo notavano ancora, ma Erman era paralizzato. Poi il suo cavallo nitri. Una dozzina di occhi rossi si alzarono a guardarlo, ma Erman a quel punto si era ripreso dal terrore e frustava selvaggiamente il cavallo su per il sentiero, verso l’accampamento. Il cuore gli batteva, sapeva che quelle creature ora lo stavano seguendo, ma sarebbe stato al sicuro, dopo un piccolo pianoro, la svolta della collina ferrosa e sarebbe arrivato all’accampamento. Si stava azzardando a voltarsi indietro, quando sul lato sinistro, che si stagliavano sul pianoro e con la luna sorgente che illuminava le nere sagome, una massa enorme di creature bipedi si muoveva in direzione della collina, provenendo direttamente dalla palude oscura….dovevano essere centinaia ma non ebbe il tempo di contarle perché arrivò alla svolta del pianoro e le perse di vista. I fuochi dell’accampamento disteso per la notte gli apparvero vicini. Appena avvistò il picchetto di guardia urlò “ci attaccano…arrivano dalla palude, gli ho dietro” e pasò oltre alle guardie attonite, intente a giocare a dadi.
Che ne dite? | |
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| Titolo: Re: La calata delle tenebre | |
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| | | | La calata delle tenebre | |
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