Jhoann respirava piano. Non poteva tradirsi. Non ora che era riuscito a trovare, dopo mesi di ricerca, il covo di quei maledetti eretici. Seguaci di Slaanesh , ne era sicuro. I simboli dipinti sui muri con sangue ormai rappreso non potevano mentire. Nell’aria il prete ancora avvertiva l’odore delle immonde orge e degli arcani rituali che si erano perpetuati per troppo tempo proprio sotto la città di Altdorf. Sotto terra. Johann si chiedeva come non aveva pensato prima ad una locazione così scontata. Dopotutto ,dove mai avrebbero potuto vivere quei vili eretici se non nascosti nelle oscurità sotterranee, lontane dal sole e dallo sguardo di Sigmar?
La sua armatura pesante scintillava rinfarngendo sulle pareti la tremolante luce della torcia ,portata nella mano sinstra, che fendeva le tenebre troppo dense per essere naturali. La mano destra stringeva con una solida presa il suo martello benedetto., sterminatore di orde di demoni e che già aveva assaggiato il sangue di una grande quantità di eretici. Ma Johann non si sarebbe fermato, almeno fino a quando l’ultimo servitore del caos non sarebbe spirato ai suoi piedi.
Sentì un rumore. Proveniva da dietro una porta prorprio dinnanzi alla sua imponente figura. Si avvicinò alla porta di legno bruno accostando l’orecchio per meglio udire.
Qualcuno ansimava. Ansimava incessantemente, come se stesse soffrendo o forse godendo allo stremo. Il prete non era sicuro ma non titubò un solo secondo e con un potente calcio infranse la possente porta. Schegge volarono ovunque spargendosi per la stanza di cui la porta era stata un troppo debole baluardo.
Ciò che Johann vide non lo sorprese più di tanto. Una demonietta di Slaanesh avvolgeva le sue spire intorno ad un uomo completamente nudo, che si contorceva in preda ad un estasi di piacere. Il demone voltò di scatto la testa verso il prete guerriero e spalancò le sue fauci urlando. Un urlo del genere avrebbe ucciso all’istante la maggior parte delle persone, ma le orecchie di Johann non furono neanche scalfite. La fede lo proteggeva. L’uomo nudo non sembrava accorgersi di niente mentre diversi tentacoli della demonietta continuavano a soddisfare suoi empi piaceri carnali.
“In nome di Sigmar io ti fermerò demone! Te e il tuo servo marcirete nella vostra lurida dimensione oggi stesso ! Il mio martello non avrà pietà di voi, abomini!” urlò il sacerdote.
“ Come hai osato interrompermi mortale! Diverrai il mio nuovo gingillo, di lui ormai non ne ho più voglia!” e mentre il demone completava la frase l’uomo iniziò ad urlare questa volta distintamente di dolore. Tentacoli che uscivano dal ventre dell’empia entità e gli artigli delle sue mani iniziarono a penetrare nella pelle dell’ingenuo uomo che aveva deciso di provare esperienze proibite. Il sangue colava creando una tetra pozzanghera in terra che dopo qualche secondo fu riempita di budella e altre interiora. Un ultimo acuto urlo segnò la fine dell’uomo che fu dilaniato completamente. La sua carcassa ormai vuota fu sbattuta sul muro lasciando una sinistra striscia di sangue sulla parete.
Johann buttò a terrà la torcia e preso lo scudo che portava in spalla si scagliò contro il demone mentre caricava un possente colpo del suo martello. La demonietta non si fece trovare impreparata e schivò con disinvoltura il primo colpo del prete. Il martello si infranse sul pavimento che venne devastato dall’impatto con il metallo. Diversi tentacoli partirono verso il sacerdote che con prontezza alzò lo scudo. Per qualche secondo non vide nulla ma sentì gli empi arti colpire la sua difesa, producendo un assordante rumore metallico. Poi lei gli fu dietro. Gli artigli della creatura lacerarono l’armatura del prete come se fosse burro e squarciarono la villosa pelle che si trovava al di sotto. Johann urlò per il dolore, ma per niente intimorito,si voltò portando un colpo circolare alla testa della cretaura. La demonietta non schivò in tempo e la sua testa fu percossa dal colpo di martello. Fu sbattuta in terra, ma subito fu di nuovo in piedi.
La torcia , raggiunta dal sangue dell’eretico ormai defunto, si spense. Calarono le tenebre.
Johann sentì il demone spostarsi velocemente nella stanza e sfiorarlo mentre attentava al suo onore con risatine maligne. Poi gli fu addosso. Lo spinse sul muro facendogli urtare con forza la schiena e attenagliandoli la gola con i suoi artigli. Lo scudo e il martello caddero in terra. L' empia donna iniziò a leccarlo. Il prete sentiva il fetido alito di morte della creatura e la lingua porosa che solcava la pelle del suo viso. Avvertì un tentacolo avvicinarsi ai suoi genitali e per la prima volta ebbe paura. Non di perdere la sua vita , quella l’aveva ormai destinata alla battaglia eterna contro il male, ma di cedere alle voluttuose tentazioni del demone. Sentì la lingua mostruosa entrare nella sua bocca e le tenebre circondare il suo cuore. Le sue forze erano scomparse e sentiva il forte desiderio di lasciarsi andare che iniziava a far breccia nella sua intramontabile fede.
Poi pensò al suo giuramento. La sua vita non poteva finire così. Morire sul campo di battaglia sarebbe stato un onore, ma morire lì ,proprio come uno dei tanti eretici che aveva ucciso, non poteva farlo, non si sarebbe arreso.
Preso da un impeto di forza mistica morse la lingua del demone e con un colpo ben assestato di pugno si liberò dalla presa della creatura spingendola indietro. Sentì il sangue disgustoso della demonietta scivolargli sui denti, ma fu rallegrato dal sentire le sue urla di dolore.
Raccolse il suo fidato martello che iniziò a brillare di luce propria e con tutto il furore che aveva in corpo, urlando “ PER SIGMAR!”, colpì la testa della creatura staccandogliela di netto.
Il corpo senza testa iniziò a dimenarsi in terra per qualche secondo, poi il silenzio ridivenne padrone.
Un altro demone era caduto. Ancora una volta la fede aveva salvato l’umile servitore di Sigmar. Un altro passo compiuto per la sua missione, un altro scalino verso la liberazione dal male. Altdorf almeno per quella notte poteva dormire più tranquilla.
[Se trovo degli errori correggerò man mano.]