Il Vecchio Mondo -Warhammer Fantasy e 40K-
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 Il bosco

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MessaggioTitolo: Il bosco   Il bosco Icon_minitimeLun Feb 25, 2008 6:49 am

“E questo sarebbe un bosco?”
La voce di Ithlandir salì, all’ennesima esclamazione, di un’ottava sopra la soglia dell’isteria, rendendola
quasi più simile ad un trillo che ad una espressione di rabbia. Gli occhi mandavano lampi. Il Campione
indicò con un gesto della mano i 3 alberi, modello “pino marittimo” che costituivano il bosco. “Ma il
Principe aveva gli occhi chiusi quando ci ha detto di entrare qua dentro?”.
La sua squadra di Guardiani dei Boschi si guardò attorno, evitando il suo sguardo, fischiettando e
strusciando i piedi nell’erba granulosa che copriva il terreno piatto.
Ithlandir strinse e pungi e pestò i piedi, paonazzo in viso. Col suo vestitino verde, la mossa lo fece apparire
più simile ad un danzante folletto irlandese che ad un Elfo arrabbiato. Qualche risolino si levò dalla squadra.
“Come Dio-del-Caos pretendono che ci nasconda un’intera squadra, qua dentro? Guarda lì che roba…quei
maledetti umani sono ad un tiro di spu…di arco di distanza…basta che uno giri la testa, e ci vede!” poi
respirò a fondo, evocando la famosa tecnica del Controllo del Giramento elfico (che gli studiosi imperiali
ignorano in quanto tutto il Vecchio Mondo ritiene gli Elfi tendenzialmente asessuati) “Ok…facciamo il
meglio con quel che possiamo…ragazzi, nascondetevi!”.
Le cinque forme sparirono nella vegetazione.

Stesso campo di battaglia, ma sul fronte opposto.
Il Duca Albert d’Yvry carezzava il suo cavallo, spingendosi indietro con un grugnito il pesante elmo ornato
di un grifone rampante con una corona sul capo ed un calice tra gli artigli, una selva di nastri colorati, alcune
catene -di cui si chiedeva tuttora il significato ornamentale-, un’icona della Dama del lago, uno chignon e la
piccola icona raffigurante un Sacro Abete stilizzato (la cui miracolosa Virtù era lo spandere per l’aere d’un
meraviglioso profumo di santità).
“Siete pronti ad attaccare, miei prodi?” urlò per farsi sentire dalla sua Lancia. Un coro di possenti “Hurrà!”
si levò dalle sue spalle. Si voltò sulla sella, osservando. Alla sua sinistra, uno dei suoi numerosi figli, l’Eroi
(“che diavolo di nome”, pensò ”…dovevo essere ubriaco…”). Alla sua destra il suo Alfiere personale, con il
gigantesco stendardo. Il Duca sperò che all’inizio della carica un colpo di vento non lo strappasse di sella
come al solito, domandandosi per quale ragione le sue damigelle cucissero quei maledetti stendardi così
dannatamente grossi. Dietro di loro, ai lati della Lancia, due possenti cavalieri. E fra i due, una delle
Damigelle, abbigliata come una fatina, dalla provocante scollatura, seduta alla cavallerizza. “Come diavolo
farà a rimanere in sella quando carichiamo? Deve avere delle chiappe fantastiche..”. Scosse la testa,
scacciando quei pensieri sacrileghi e contemporaneamente perdendo per alcuni minuti la visuale per la
rotazione dell’elmo. Dietro tutti, l’Alfiere della Lancia, che per risparmiare era stato lasciato senza il suo
stendardo e che ora –per protesta- cavalcava incrociando le braccia sul petto e tenendo il broncio. Lo scorse
mentre gli rifaceva il verso. “Vedremo quando sarà ora di rimuovere le perdite…” pensò.
Di fianco alla sua splendida unità cavalcava il Geometra Reale: la Riforma della guerra non era stata ancora
approvata dal Re e questi individui dovevano cavalcare per il campo di battaglia dando le istruzioni, durante
le manovre, affinché l’unità preservasse la sua magnifica forma d’attacco.
Sollevò una mano e diede l’ordine. La Lancia cominciò a muoversi sollevando polvere.

Athelor osservò gli Umani avanzare velocemente, e diede ordine ai suoi magici arceri di bersagliarli di
frecce, anche queste lunghe e sottili. Lacrime di stupore le salirono agli occhi, quando vide alcuni figuri,
nonostante le armature, le protezioni magiche, i ripari e la distanza, cadere magicamente a terra quando gli
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MessaggioTitolo: Re: Il bosco   Il bosco Icon_minitimeLun Feb 25, 2008 6:50 am

arceri scoccavano. “Maggico…” si lasciò sfuggire quando vide le frecce partire dagli archi privi di corde dei
suoi guerrieri.
Decisa ad ostacolarne l’avanzata, con un gesto della mano fece muovere la macchia di bosco più vicina agli
umani. La sua vista acuta colse i suoi guardavia, uno sulle spalle dell’altro per potersi nascondere dietro ai
tronchi sottili del “bosco”, rimasti completamente allo scoperto. Poi si rasserenò, quando li vide sparire sotto
un macigno scagliato da una macchina che torreggiava sulla collina a gradoni di fronte a lei: la loro capacità
di mimetizzarsi la lasciava sempre sconcertata. Mandò giù un altro funghetto, per acuire i propri poteri:
farfalle di bronzo e musica di lire elettriche riempirono i suoi sensi, mentre i Venti della Magia assumevano
le tinte dell’arcobaleno. Aprendo le dita in una V magica, lanciò una tempesta di foglie contro i cavalieri.
Che ovviamente, essendo foglie, non fecero loro un baffo.

Il Duca era sconvolto. L’Albero era uscito dal bosco come se fosse stato abbattuto. Poi si era rialzato, ed era
andato dritto, correndo (Correndo! Una cosa antropomorfa fatta li legno che corre! Dove l’aveva già vista?)
. Poi però aveva preso a sberle la sua meravigliosa lancia, spedendo i suoi cavalieri a gambe all’aria. Il Duca
si parò davanti all’Albero. L’antica creatura lo osservò coi suoi occhi saggi e senza tempo, e rombando disse
al Duca “Ti ucciderò”, abbassando su di lui un gigantesco braccio. Il Duca non si scompose, schivando con
la Virtù dell’Anguilla il colpo. Poi, ricorrendo alla sua Virtù della Vergine del Lago, penetrò con la spada il
petto possente della creatura (proprio sotto il cuore intagliato nel legno, assieme ad un “The Duke loves the
Princess” che risaliva alla sua gioventù), uccidendola. Mentre la creatura si abbatteva al suolo, il duca si
lasciò sfuggire un pensiero ed una risatina chiocca “Perché non gli si è allungato il naso? Mica mi ha
ucciso!”.
Poi si guardò attorno, tenendo con entrambe le mani l’elmo fermo. Attorno a lui solo cadaveri, ridotti a
puntaspilli. Sulla collina ancora lontana un crepitio di luci e la musica evidenziavano i numerosi gruppetti di
5 elfi arceri che difendevano la collina. I suoi Cavalieri del Graal erano fermi da un lato a spolverarsi le
armature, lucidare le lame perché sembrassero più scintillanti e a ripettinarsi per far colpo sulla Damigella
del Lago in mezzo a loro. Alla sua lontana destra, su un ring improvvisato, i suoi Cavalieri su Pegasus
tentavano di uccidere a pugni, ormai da ore, il Principe su Dragone. I suoi arcieri erano nascosti dietro la
palizzata ed i suoi uomini d’arme erano immobili sul fianco sin dall’inizio, ribadendo che non essendo
cavalieri e contando poco dovevano solamente “tenere il quarto”, qualunque cosa significasse.
Il Duca riconobbe la sconfitta, specialmente quando una freccia strappò dal suo elmo il Sacro Abete. Deciso
a far di Necessità Virtù, diede di sprone al suo cavallo, allontanandosi velocemente dal campo di battaglia.
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MessaggioTitolo: Re: Il bosco   Il bosco Icon_minitimeLun Feb 25, 2008 11:57 am

Bella!..già letta sull'orco nero xrò!!

Perchè non provi a scrivere qualcosa di tuo? c farebbe piacere!
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MessaggioTitolo: Re: Il bosco   Il bosco Icon_minitime

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