Erano già diverse settimane che sir Lambert era in viaggio verso le terre di Sylvania.
Aveva già lasciato la sua terra, la Bretonnia, circa tre mesi fa, con un preciso incarico.
Il suo re in persona, il Cuor di Leone, gli aveva affidato una missione di vitale importanza, ed il cavaliere
sapeva che se avesse avuto successo, il suo nome sarebbe stato ricordato per sempre, come uno dei salvatori
di Bretonnia.
Il gran maestro dei Draghi Sanguinari, lord Walach, minacciava ormai da mesi un ingresso nel territorio
bretonniano con un seguito enorme di morti viventi.
Il re, resosi conto del pericolo che incombeva sulle sue terre, seguì accuratamente le mosse del vampiro,
attendendo un momento di disattenzione da parte della creatura.
Prima o poi un errore fu fatto, il terribile vampiro tornò temporaneamente nella sua fortezza a Nackstein, in
cerca di altri negromanti per rendere più dura l’offensiva.
Appena il re si rese conto della mossa sbagliata di Valach, mandò il suo più coraggioso, più fidato, e più
risoluto cavaliere a distruggerlo nella sua stessa terra. Il cavaliere in questione proprio Sir Lambert.
La meta era ormai vicina, nello scudo del cavaliere riluceva al sole il simbolo del calice del Graal, la sua
armatura scintillava e mostrava impresse immagini di battaglia, la sua spada era ancora infilata nella
bardatura del cavallo, ed era ansiosa di assaggiare la fredda carne del vampiro.
Il suo fedele destriero andava ormai per inerzia; la sua fatica era inimmaginabile: oltre a trasportare il
possente cavaliere, il cavallo sorreggeva la sua pesante bardatura: uno spesso strato di cuoio su cui erano
ricamate icone e simboli che riassumevano le più eroiche imprese del cavaliere.
Era ormai il tramonto e all’orizzonte appariva la sagoma dell’imponente fortezza.
Senza badare al pericolo che avrebbe accorso affrontando il vampiro la notte, il bretoniano continuò ad
avanzare alla volta del castello.
Mancavano ormai poche centinaia di metri al castello, ed il cavaliere si insospettii del fatto che nessun
servitore del vampiro ne aveva ostacolato l’avanzata. Giunto alla soglia della fortezza, Sir Lambert smonto
da cavallo estrasse la spada, entro nella proprietà del vampiro.
Il ponte lavatoio era gia abbassato, ma il cavaliere del Graal, come imparato durante gli anno come cavaliere
della ricerca, gia preparato spiritualmente allo scontro, non si preoccupò del suo così facile accesso.
Interminabili corridoi si susseguirono, e il bretoniano, sempre più risoluto, avanzò pronto per lo scontro.
I pavimenti erano ricoperti da lunghissimi tappeti color porpora, ed alle pareti erano fissate alabarde e lance,
e pendevano inestimabili arazzi.
Erano ormai diverse ore che Sir Lambert girava senza trovare meta per i corridoi, fu solo per puro caso, che
alla fine giunse in quello che doveva essere la stanza delle riunioni. Al centro dell’enorme stanza ovale vi
era un tavolo grandissimo con sopra alcuni calici d’orati. A capo tavola il cavaliere riconobbe l’avversario
lord Valach.
Egli stringeva in pugno un calice, molto simile a quelli disposti sul tavolo che il cavaliere identificò subito
come calice del sangue; la più vecchia reliquia dei Draghi Sanguinari.
“Finalmente avete raggiunto la mia nuova casa: come vi sembra?” irruppe il vampiro “ sono settimane che
vi faccio seguire dalle mie umili creature, ed allora ho aspettato con ansia il vostro arrivo”.
“ Siete stupido, oltre che troppo sicuro di voi. Dovevate uccidermi prima del mio arrivo. Agendo come avete
fatto, voi morirete prima dell’alba”.
Appena pronunciata l’ultima parola, utilizzando la sua spada come una lancia da cavaliere, Sir Lambert si
gettò correndo verso la creatura della notte.
Valach estrasse dunque la sua spada, ed iniziò uno scontro senza eguali.
Il duello si protrasse per diverse decine di minuti, durante di quali nessuno sembrava avere il sopravvento
sull’altro.