Il Vecchio Mondo -Warhammer Fantasy e 40K-
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 La Corona Nemesi

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MessaggioTitolo: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeLun Set 06, 2010 11:07 am

Thorgrim Portarancore, allontanati tutti i difensori dalle fortificazioni, ha incaricato ogni singolo guerriero rimasto di seguire i Pelleverde sospettando che potessero essere entrati in posessesso della corona. Sono stati Joseph Bugman ed i suoi Ranger ad avvertire per primi Thorgrim che le vili creature erano state localizzate. Al limitare della foresta, all’ombra delle Colline Ululanti, i Ranger infine hanno trovato la propria preda.

Ciò che i Ranger hanno scoperto ha sconvolto persino i loro stoici cuori. I Goblin si stavano massacrando l’un l’altro, la Corona passava di mano in mano. Ogniqualvolta che un Goblin indossava la Corona, un’aurea di malevolenza antica come la sua razza discendeva su di esso, come se colui che la stesse indossando incanalasse tutto il male racchiuso in tutti i Goblin esistenti e mai esistiti. Sopraffatto da tale malvagità, il Goblin emetteva un terribile grido prima di attaccare i propri simili.

La scena innanzi ai Ranger rappresentava morte e distruzione, ma il loro leader si fece forza ed inviò una staffetta ad informare Thorgrim Portarancore degli eventi. Nel giro di poche ore i Ranger avevano circondato l’area in cui combattevano i Goblin e membri delle schiere di Thorgrim arrivarono a supportarli. Mentre il sole calava e le urla dei Goblin che lottavano fra di loro risuonavano nella foresta, il Sommo Re Thorgrim arrivò.

Mentre i Nani si avvicinavano alla Corona Nemesi, i figli di Bretonnia sconfiggevano i propri nemici sulle colline e nelle valli. I prodi Cavalieri guadagnarono molta gloria in nome della Dama e le loro azioni valorose salvarono l’Impero dall’invasione di innumerevoli creature malefiche alla ricerca della Corona. I Guerrieri delle malvagie armate che si sono avventurati sulle colline del Draken, nel Rauberthal e sulle colline Aride sono stati sconfitti senza pietà e sono stati costretti a dirigersi nelle foreste o sulle strade dominate da altre forze. Nell’ultima giornata, il picchetto organizzato dai Nani ha avuto successo soprattutto grazie alle gesta dei Cavalieri di Bretonnia che hanno tenuto a bada le vili creature. Proprio in quel giorno, uno dei più grandi eroi di Bretonnia, Sir Beoveld, è caduto per impedire alle forze dei Nonmorti di entrare nella Grande Foresta e per permettere alle forze del bene di prendere la Corona.

Le armate messe in fuga dai Bretoniani sono cadute nelle imboscate degli Elfi Silvani. Gli Asrai, guidati dalla Profetessa Naith e dal famoso Skarloc, hanno concentrato le proprie forze soprattutto contro i Pelleverde e gli Uominibestia che cercavano di intrufolarsi nei terreni boscosi. Infine, Naith diede il comando finale: i clan avrebbero dovuto attaccare le empie creature del male. Al tramonto Naith ordinò di ripulire le foreste dagli odiati Uominibestia e Pelleverde una volta per tutte. Calato il sole, la foresta riecheggiò delle grida dei morti.

Mentre le armate di Thorgrim accerchiavano i Goblin in lotta per la Corona Nemesi, gli Alti Elfi si mossero. Alcuni messi inviati alla corte di Thorgrim coordinarono i propri sforzi con quelli dei Nani. Attraverso i corsi d’acqua, gli Alti Elfi colpirono dove i Nani non potevano, le loro armate argentee lanciarono devastanti assalti sui Pelleverde da zone inaspettate. Gli Elfi erano guidati dal desiderio di privare il mondo del male della Corona, ma anche se le loro cariche di cavalleria avessero avuto successo, alcuni capi pensavano a ben altro. Sebbene i Nani combattessero contro i Goblin per la Corona, gli Alti elfi osavano sognare che il loro aiuto potesse conferire una spinta alla loro scalata per la Corona della Fenice.

Con le forze di Ulthuan a difesa della foresta dai corsi d’acqua, gli Uomini dell’Impero erano immobilizzati. Karl Franz ordinò alla cavalleria di controllare le strade nella foresta. Le armate dell’Impero, guidate dal forestale più esperto di Talabec, si addentrarono dove pochi Uomini avrebbero osato andare: nell’oscurità oltre la strada. I Maghi di tutti gli Ordini si ergevano al loro fianco, usando le proprie arti per dirigersi verso la Corona, per seguire la sua malefica scia. I Pelleverde e gli Uominibestia erano intrappolati fra l’irremovibile incudine della linea degli Elfi e la rapida discesa dalle colline del martello dei Bretoniani, gli Elfi Silvani nelle foreste, gli Alti Elfi sui corsi d’acqua e le forze dell’Impero sulle strade. Karl Franz stesso conduceva l’attacco in groppa al suo Grifone, Granfiamorte. In tutta la regione, l’attacco fu ripetuto, i generali dell’Imperatore colpivano dalle strade per mondare la foresta dalle malvagie creature che vi si rifugiavano.

Mentre i Nani ed i loro alleati si preparavano all’assalto finale, il Vampiro Waldikir era in agitazione. Sapeva che al calare delle tenebre si sarebbe avvicinato un momento di grande importanza. Le sue armate si erano ingrandite enormemente grazie ai morti dei suoi nemici, le sue orde di Zombi erano divenatate così grandi da poter competere con qualsiasi altra in Sylvania. Gli antichi gioirono quando richiamò a suo vantaggio i cadaveri di coloro che volevano rovinare i suoi piani. La pagheranno, promise Waldikir. Riunirà la sua schiera di Nonmorti proprio questa notte e marceranno per Sylvania. Una volta lì, affronterà i Vampiri che l’hanno tradito, fingendosi alleato e poi massacrandoli uno ad uno. Mentre Morrslieb sorgeva sulla Grande Foresta, il clamore della guerra veniva aumentato dallo sghignazzare di Waldikir Rahtep.

In seguito, mentre la Luna del Caos cresceva, una terribile sensazione aumentava nell’animo di ogni creatura e si diffondeva su tutta la terra. Il vento cessò e la luce della luna diventò stranamente fioca. Tutti i Maghi, tutti i praticanti di arti magiche della regione, furono rapiti da un’improvvisa paura, come se una volontà più antica della creazione stessa avesse scrutato nel suo spregevole cuore ed avesse trovato un desiderio. I Maghi dell’Imperatore diventarono impotenti, perché i venti della magia avevano cessato di soffiare. Gli sciamani di Grimgor balbettarono stupidaggini senza senso perché qualsiasi indizio sull’ubicazione della Corona era sparito. Gli stregoni del Caos svanirono nella notte, abbandonando i propri signori, coscienti dell’arrivo della fine. Persino Teclis, il più esperto dei maghi degli Alti Elfi, sentì gli echi di pensieri vecchi di eoni toccargli l’anima e solo lui capì che i Maghi-Sacerdoti di Lustria si erano destati per influenzare gli eventi dai loro distanti tempi.

Per gli Skaven, il calo dei venti della magia fu così terrificante da diffondere il panico nei ranghi. I Veggenti Grigi urlarono di orrore perché, nei loro putridi cuori, sapevano che non c’è posto in questo mondo per la loro intera razza e nemmeno per la Corona Nemesi. Nonostante gli squallidi sprazzi di civilizzazione, gli Skaven erano poco più che animali che avevano cambiato la propria natura. Il panico attanagliò i cuori di tutti gli Skaven nella foresta che scapparono dalla regione in grandi fiumi di malvagità stridente. Anche se in fuga con le proprie armate, i Veggenti Grigi erano coscienti che la Corona era persa, ma solo per un po’: se i Nani l’avevano trovata, l’avrebbero seppellita sotto le montagne. Bene, non esiste buco troppo profondo per gli Skaven.

Mentre i guerrieri di Thorgrim si avvicinavano al nemico sotto la fioca luce della Luna del Caos, i loro cuori nanici erano ignari dell’incubo che affliggeva i guerrieri delle altre razze. Nella lontana Altdorf, il cielo notturno veniva illuminato da accecanti palle di fuoco ed esplosioni incandescenti della battaglia fra nemici invisibili. Sebbene nessuno potesse vederli, i cittadini bisbigliavano che le armate dei Nonmorti fossero arrivate per reclamare ciò che gli apparteneva e che solo i collegi della magia avrebbero potuto salvarli. I Maghi lottarono all’arrivo della notte, molti morirono, prosciugati e rinsecchiti dagli incantesimi e dalle maledizioni di un nemico invisibile. Nessuno avrebbe saputo cosa avesse assediato Altdorf quella notte, poiché non sarebbe rimasto nessun corpo a testimonianza. Solamente i Maghi avrebbero saputo quanto Altdorf fosse stata vicino al disastro a causa dei Re dei Sepolcri di Khemri.

Ritornati nella Grande Foresta, gli Ogri urlavano e ruggivano: sapevano che il loro tempo nell’Impero era terminato. Greasus Dentedoro ordinò alle tribù, sia a quelle di mercenari che a quelle indipendenti, di ritornare ad est. Il bottino era povero, disse, e maggiori guadagni potevano essere tratti dai villaggi dell’Impero verso i Monti del Lamento. Voltate le spalle alla foresta maledetta e all’innaturale silenzio che la dominava, gli Ogri presero il loro misero guadagno e partirono. Molti villaggi e paesi subirono le loro razzie prima che uscissero dall’Impero.

Attorno a mezzanotte gli eventi ripresero il loro corso. L’Imperatore raggiunse la linea di Nani Guerrieri che circondava i Goblin in lotta per la Corona. Karl Franz e Thorgrim Portarancore si salutarono da vecchi alleati, stringendo l’uno l’avambraccio dell’altro in un saluto guerriero. Ma non c’era tempo per le chiacchiere: un gran rumore si diffuse nelle foreste a nord. Poco dopo, un affannato Ranger emerse dalle foreste per informare il Re che Grimgor stava guidando una grande orda di Pelleverde verso di loro. Thorgrim capì al volo la situazione e spiegò all’Imperatore il suo piano: i Nani si sarebbero avvicinati ai Goblin e avrebbero preso la Corona Nemesi, mentre le armate dell’Impero avrebbero tenuto a bada le orde pelleverdi. Un momento denso di silenzio seguì le parole del Re, rotto solo da Luthor Huss che avanzò per sussurrare qualcosa al proprio Imperatore. Egli annuì solennemente, sapeva che Thorgrim aveva ragione: la Corona Nemesi era nata dalla follia di un vecchio Nano pazzo e doveva sparire grazie alla determinazione di un saggio Re. L’imperatore ed il Sommo Re chiusero gli occhi prima di voltarsi per radunare i propri guerrieri e combattere.

Lo scontro che seguì sotto la tetra luce di Morrslieb fu epico quanto quelli registrati negli annali degli Uomini e dei Nani. Anche se oppressi dal silenzio mortale e dalla sovrannaturale quiete calati sulla terra, i guerrieri dell’Imperatore e del Sommo Re lottarono da eroi, guidati ognuno dal proprio signore. Karl Franz condusse la carica contro gli Orchi Neri di Grimgor. A prova dell'abilità nanica, il potere di Ghal Maraz non diminuì con il calo dei venti della magia. Altri furono meno fortunati: sia i Maghi dell’Impero che gli Sciamani pelleverde non riuscirono a partecipare allo scontro. Gli Sciamani di Grimgor provarono vanamente ad invocare il potere di Mork, ma le loro litanie non servirono a nulla perché il loro dio Orchesco li aveva abbandonati. Ghal Maraz si liberò presto di loro, spargendo parecchio sangue degli Orchi e dei Goblin durante la prima carica della battaglia.

Nel frattempo, i Nani vivevano una scena da incubo folle mentre si avvicinavano ai ranghi dei Goblin. I Pelleverde impazziti videro i Nani avvicinarsi e si gettarono su di loro apparentemente incuranti delle proprie vite. Il Sommo Re, nella sua lunga esperienza, non aveva mai visto niente di simile: Goblin che lottavano come posseduti da Demoni. I piccoli esseri si avventarono sui ranghi di Thorgrim come un’onda, ogni Goblin combatteva contro i propri simili anche se artigliato al muro di scudi nanico con le unghie insanguinate.

In mezzo alla confusione, Thorgrim vide un Goblin tenere in alto fra le mani un oggetto che brillava in modo strano e capì che quella era la Corona Nemesi. Tuttavia, mentre il Goblin si accingeva ad indossare la Corona, un altro gli saltò addosso. La creatura strappò la Corona dalla presa del Goblin e con un colpo ne sparse il cervello sul terreno. Indossando la Corona, la creatura si sollevò dal terreno in preda a spasmi sovrannaturali, come se fosse sollevata da ali invisibili. Un’ondata di malvagità si diffuse nel mezzo della battaglia e il portatore della Corona ne era al centro. Thorgrim era completamente convinto che avrebbe dovuto recuperare la Corona in quel momento o tutto sarebbe andato completamente perduto.

Nel frattempo l’esercito dell’Imperatore era molto impegnato ad arginare la crescente marea verde che premeva contro il suo fronte. Ogni uomo sapeva che gli Orchi, i Goblin, i Troll e le altre creature che li stavano assalendo dovevano essere respinti per dare tempo a Thorgrim di portare a termine la propria missione. Come sempre, l’Imperatore in persona conduceva l’esercito dal fronte, Ghal Maraz schiacciava ogni nemico che arrivava entro la sua portata mentre la voce stridente di Luthor Huss rimbombava, esortando i soldati a grandi gesta in nome di Sigmar.

Thorgrim, portato sul Trono del Potere, si avvicinò al nemico. Sembrava che il Goblin fosse diventato qualcosa di più terribile di un semplice Pelleverde. Mentre era sospeso in aria e guardava il massacro più in basso, i suoi occhi irradiarono odio principalmente per Thorgrim e la sua gente, oltre alla malizia tipica di tutta la sua razza. Il Goblin guardò Thorgrim e il suo volto contorto cambiò. Una paura ancestrale attanagliò la sua anima codarda, la paura che nutrono i Goblin nei confronti della razza dei Nani e di qualunque guerriero che combatta per onore, per il bene e che metta da parte i propri desideri quando viene chiamato a donare la vita per una causa più elevata.

Quando Thorgrim sollevò l’Ascia di Grimnir, il Goblin emise un urlo talmente straziante che risuonò in tutta la foresta.

L’imperatore fu quasi assordato dal terribile urlo, ma strinse i denti e non cedette quando Grimgor in persona fece la sua comparsa. Tuttavia, l’ondata di Pelleverde rallentò l’avanzata e perdeva impeto mentre il grido del Goblin si prolungava. Karl Franz vide Grimgor che cercava di convincere con la forza le sue orde ad avanzare, ma esse si rifiutarono. Come un solo uomo, l’esercito di Grimgor si voltò e fuggì. La paura razziale contenuta in quel lamento raggiunse i cuori di tutti i Pelleverde sul campo di battaglia. Dato che i venti della magia erano silenziosi, il potere della Waaagh! abbandonò i guerrieri di Grimgor e il desiderio di guerra e di spargimento di sangue fu rimpiazzato dalla più antica e basilare delle emozioni.

Thorgrim si impennò sul trono e abbassò l’Ascia di Grimnir in un largo fendente orizzontale. Il Goblin urlante venne tagliato in due e il suo corpo straziato cadde al suolo in un fiume di sangue.

L’incantesimo era spezzato.

Grimgor stava in piedi come una roccia immobile contro la marea di Pelleverde in fuga. Presto, il Gran Capoguerra Orco si trovò da solo in mezzo ai morti di fronte all’intero esercito di Karl Franz, sotto la luce della Luna del Caos. Lo sguardo accigliato dell’enorme Gran Capoguerra passò tra i ranghi asserragliati di Uomini trovando l’Imperatore. Con un gesto di puro odio e disprezzo, Grimgor raschiò in gola un mucchio di catarro e lo sputò verso l’Imperatore. Prima che lo sputo toccasse terra, Grimgor aveva voltato le spalle all’armata imperiale per inseguire il proprio esercito.

In tutta la Grande Foresta le creature dal cuore malvagio e i servi dell’oscurità seppero che la loro causa era perduta. I Nani del Caos, che si erano uniti ai Pelleverde per dare man forte, iniziarono la lunga marcia verso est. I capiguerra delle numerose bande di Predoni del Caos si rivoltarono contro i propri consiglieri, sapendo che i consigli degli stregoni avevano portato loro solo un’amara sconfitta. Molti sciamani vennero abbattuti dai propri vendicativi signori. Settimane dopo, quando le bande da guerra ebbero fatto ritorno a nord, il grande consiglio di stregoni che aveva detto ai Predoni di andare a sud venne massacrato fino all’ultimo uomo.

Anche gli Elfi Oscuri seppero quella notte che la loro causa era perduta, sebbene fossero stati catturati e portati a Naggaroth molti schiavi. Nella calma delle ore che precedevano l’alba, un emissario di Malekith portò ad ogni Tiranno una terribile missiva. Gli Elfi Oscuri non erano riusciti a contrastare la missione degli Alti Elfi. Tutti i figli di Naggaroth dovevano ritornare alla corte del Re stregone. Uno avrebbe pagato con la propria vita il fallimento di tutti, ma nessuno avrebbe saputo chi fino a che tutti non fossero dinanzi al Re Stregone.

Mentre il cielo sopra la Grande Foresta iniziava a rischiararsi prima dell’alba, i suoi abitanti più antichi e deviati lanciarono sguardi torvi e pieni di odio alle stelle che scemavano. Un nuovo giorno stava nascendo e la ricerca della Corona Nemesi era praticamente alla fine. Morghur, il Signore dei Teschi, voltò le spalle all’alba e scivolò nell’oscurità dei fitti boschi. I suoi figli erano stati sconfitti e la loro insurrezione sedata. Tuttavia, questo nuovo giorno sarebbe passato e la notte sarebbe ritornata sulla foresta, come sempre. La vita e la luce sono così passeggere, mentre la morte e il Caos sono eterni.

La Corona Nemesi fu restituita ai Nani e negata alle forze dell’oscurità. C’era ancora un ultimo compito da portare a termine…

L’EREDITÀ DI ALARIC
La sala del trono di Thorgrim era silenziosa. Non c’era il trambusto delle discussioni del Consiglio del Re o il baccano dei richiedenti, nessun lamento dei mastri di rancore né le moine degli ambasciatori stranieri. Le grandi lanterne a stella diffondevano la loro magica luce sul pavimento lastricato vuoto. Le porte erano sigillate e persino i passaggi segreti noti solo a Thorgrim e alla Gilda degli Ingegneri erano stati chiusi per l’occasione.

Sulla pedana stavano in piedi otto Nani e al loro centro Thorgrim sedeva sul Trono del Potere. Quattro di essi, i Portatori del Trono, erano nell’ombra sul fondo della sala. I loro volti erano impassibili, non tradivano la minima emozione. Avevano l’espressione di coloro che udivano molte cose pronunciate dal proprio signore ma sceglievano di non ricordare nulla.

Kurgrund, il Signore del Rancore di Karaz-a-Karak, fece entrare un massiccio pony. Aveva paraocchi dorati e sulla schiena portava il Dammaz Kron in una cornice di ferro nero, il Grande Libro dei Rancori. Kurgrund sciolse le pesanti catene dorate che bloccavano il tomo. Prese l’enorme libro emettendo un grugnito quando la sua antica schiena fece lo sforzo di sollevarlo. Con passi vacillanti, il Signore del Rancore camminò fino al Trono del Potere. Quando Kurgrund appoggiò con un sonoro colpo il libro sul leggio, la sala rimbombò.

Contrariato, Thorgrim alzò un sopracciglio e Kurgrund arretrò velocemente sotto lo sguardo severo del suo re. Con la dovuta riverenza, Thorgrim fece scorrere una mano sulla copertina rovinata del Dammaz Kron, carezzandola per un momento. Sul volto del Sommo Re si scorse uno sguardo di contentezza. Si passò l’altra mano fra la barba, giocherellando con i fermagli dorati che tenevano ferma la treccia biforcuta. Kurgrund diede un educato colpo di tosse e Thorgrim si svegliò dalle sue fantasticherie. Il re di Karaz-a-Karak si schiarì la voce e gesticolò in direzione del Signore del Rancore. Quando Thorgrim aprì il Dammaz Kron, Kurgrund ritornò al pony testardo e prese un astuccio dalle sacche della sella. Da esso estrasse un calamaio argentato vuoto, un coltellino e un pennino e li depose sul leggio accanto al Libro dei Rancori.

Thorgrim trovò la pagina che stava cercando. Era un vecchio rancore, sebbene non tra i più vecchi, verso la metà del libro. Prendendo il coltello, Thorgrim si fece un taglio nel pollice sinistro, fece cadere alcune gocce nel calamaio e consegnò il coltello a Kurgrund. Impugnò il pennino e ne intinse la punta nel sangue reale. La follia di Alaric era stata bloccata; cancellata dalla colpa collettiva dei Nani. La mano di Thorgrim tremò leggermente mentre muoveva il pennino lungo la linea del rancore. Era finita.

Si sentì un sospiro di sollievo provenire dagli altri Nani. Mentre Kurgrund raccoglieva gli strumenti e li rimetteva via, il Thane Forstik fece un passo avanti.

“Cosa c’è?” chiese Thorgrim, succhiando il taglio sul pollice.

“Il messo elfico, mio re?” disse prontamente Forstik.

“Ah, giusto”, rispose Thorgrim, sedendosi sul suo trono e assumendo una posa più regale. “Gli faremo godere le comodità dei piani più profondi ancora per un po’. Non c’è bisogno di mandarlo via proprio adesso, possiamo anche dargli un pasto decente e un boccale di birra per il disturbo”.

“Quindi, la vostra risposta alla loro domanda di discutere riguardo la Corona della Fenice?” questa domanda venne da Bruduth, il più vecchio del consiglio dei Barbalunga.

Lo sguardo penetrante e duraturo di Thorgrim fu più che sufficiente.

“Bene, immaginavo che potesse essere così” disse Bruduth con un tono di approvazione.

“Va bene, questo punto è sistemato”, disse Forstik.

L’assemblea iniziò a muoversi verso le scale del palco quando la tonante voce di Thorgrim li fermò a metà strada.

“Aspettate!”

I Nani si voltarono all’unisono e guardarono il re.

“La chiave?” chiese Thorgrim con calma. “Dove è?”

Il Signore della Cripta Ganni Barbadirame rise nervosamente e si tolse dal collo una catenina. Da essa pendeva un’intricata chiave d’argento decorata con piccole rune luminose. Il Signore della Cripta passò la chiave al re, sebbene la sua mano si ritrasse istintivamente per un momento quando Thorgrim si protese verso di essa.

“Ganni, dammi la chiave”, la voce di Thorgrim era decisa e ferma, paternale ma non arrabbiata.

Il Signore della Cripta gli diede la chiave con un sospiro.

“Forse dovrebbe essere distrutta”, suggerì Bruduth. “La tentazione finirebbe e il segreto del luogo di quella cosa maledetta rimarrebbe tra noi”.

“No, non è giusto che tutti i ricordi di questo evento vengano perduti”, disse Thorgrim. “Abbiamo già dimenticato una volta e dalla nostra noncuranza sarebbe potuta scaturire una terribile calamità. No, il Sommo Re ricorderà per sempre”.

“Ma la tentazione…” affermò Bruduth.

“Arriverà il giorno in cui avremo i mezzi per distruggere completamente la corona. Servirà questa chiave se ciò dovesse accadere”.

“Signore…”

“Basta!” tuonò Thorgrim, e gli altri Nani trasalirono come se fossero stati colpiti. Il Sommo Re trasse un profondo respiro e poi sorrise con fare tetro. “Ho preso la mia decisione. Il mio successore potrà scegliere in altro modo, dato che sarà suo diritto. Fino a quel momento, la chiave fa parte della mia gilda. Non parlatene più. Ricordate i vostri giuramenti!”.

Detto ciò, Thorgrim mise la chiave nel suo vestito, all’interno di una delle tasche segrete che i Nani riservano per tali oggetti.
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Dark Flame
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeLun Set 06, 2010 11:39 am

Bellissimo, complimenti grumlok!
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Thor
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeLun Set 06, 2010 11:40 am

come al solito un gran racconto
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeLun Set 06, 2010 12:58 pm

complimenti davvero bello La Corona Nemesi 114718
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeLun Set 06, 2010 1:22 pm

grande grum!
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeLun Set 06, 2010 4:51 pm

ehm veramente non l'ho scritto io Embarassed , mi sono messo a cercare il RESOCONTO UFFICIALE della fine della campagna Corona Nemesi come ho trovato il resoconto ufficiale di Tempesta del Caos
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Thor
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeLun Set 06, 2010 4:52 pm

ah... non avevo mai letto il resoconto finale della campagna..
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asvak
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeLun Set 06, 2010 4:56 pm

XDDDD comunque ottimo lavoro per averlo cercato con così tanta efficacia grum ^^
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeLun Set 06, 2010 5:00 pm

ho dovuto cercare in molti forum prima di trovarlo , ci ho messo 45 minuti ma ne è valsa la pena
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Osiris
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeLun Set 06, 2010 5:45 pm

Un racconto molto interessante...grazie Grumlok per averlo cercato! ^^
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Grumlok
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeLun Set 06, 2010 6:01 pm

di nulla , sono contento che vi piaccia , di solito mando al setaccio i forum o altri siti per cercare racconti del genere , se ne trovo altri li posterò
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Gelib
Goblin delle Tenebre
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Gelib


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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeLun Set 06, 2010 6:52 pm

E' una buona idea...ottimo racconto! Wink
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BaRcE
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeMar Set 07, 2010 9:53 am

ottimo! ma è un racconto pubblicato dalla GW quindi?
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Grumlok
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Maschio
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeMar Set 07, 2010 10:49 am

si esattamente
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeGio Set 09, 2010 1:29 pm

Comunque è proprio bello grazie Grum Wink
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitimeGio Set 09, 2010 5:52 pm

bravo anke se nn è tuo !!! Divertente
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MessaggioTitolo: Re: La Corona Nemesi   La Corona Nemesi Icon_minitime

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