Come vi sembra ?
l'ho fatto per un torneo a cui parteciperò a breve...
Nell'anno 1500 prima di Sigmar, accadde un evento destinato a segnare per sempre la storia del Vecchio Mondo. Skarogna, città dove risiede la subdola razza di uomini-ratto, viene scossa fin nelle fondamenta da un apocalittico macchinario, che segna l'inizio dell'ascesa dei figli del Ratto Cornuto. Formati i clan, si sparpagliano per tutto il continente, spargendo sul mondo il seme di una nuova, insidiosa razza. Si sparpagliano ai limiti della desolazione, sotto le paludose giungle di Lustria e fin sotto le montagne orientali.
Un clan, uno soltanto, composto solamente di sporchi uomini ratto stupidi e incapaci di coalizzarsi per qualunque decisione, rimane disorientato, senza una meta, senza un rifugio, senza un vero obbiettivo. Senza conoscere di preciso la propria posizione, muovendosi nelle profondità della terra, vagano fino a ritrovarsi nei pressi di Tilea. Si muovono, si muovono in grandissime orde, il cibo non è un problema, le armi neanche, quando necessitano di qualcosa emergono in superficie ai limiti di un villaggio umano, e nel silenzio della notte, col favore delle tenebre razziano e uccidono a sufficienza per placare la loro insaziabile fame e il loro odio verso ogni razza inferiore. Si ritrovano quindi senza leader e privi di un potere centralizzato che li sottometta e li conduca ad un fine.
Passano molti anni, il clan Khezar conduce sempre una vita nomade, povera e priva di certezze, poi il segno, una trentina di ratti, nella riservatezza del buio, escono in superficie, escono in maniera stranamente ordinata, senza gettarsi, nella fretta, l’uno sull’altro. Richiamati da un bieco sussurro incomprensibile, si dirigono verso un enorme roccia alla cima della quale si trovano tredici bastoni rovinati conficcati nel terreno e disposti in cerchio. La voce si affievolisce e scompare, d’un tratto i ranghi si spezzano per porsi tutti intorno alla figura. Un bagliore accecante pervade all’improvviso l’area circostante lasciando tutti sbigottiti e accecati, ecco ora un fulmine verdastro colpire esattamente il centro dello scenario, il fumo è l’unica cosa che si intravede dopo il grande impatto. Qualche avventato ratto esce dalla massa per avvicinarsi e cercare di rendere chiara la vista ma, ognuno di loro entrato nel circolo riceve immediatamente una scarica elettrica che lo arrostisce vivo. “Indietro !!”, i ranghi si ricompongono impauriti e arretrano di qualche passo, la voce continua a parlare mentre il fumo rimane denso nell’aria, “Voi siete il clan che io stesso ho scelto per portare a compimento i miei piani” intanto nel disordine del fumo si intravedevano enormi occhi verdi abbaglianti, corna, e un grosso muso da ratto, “In questi anni io ho guidato segretamente la vostra indegna civiltà verso le terre che state tutt’ora calpestando. Ora io vi affido un leader che vi guiderà alla gloria, non diffidate di lui perché è figlio mio più di chiunque. Il clan Khezar dovrà rispondere a lui di tutte le sue azioni e perseverare nell’obbiettivo di formare un enorme esercito sempre pronto e ai miei ordini. Verrà il giorno in cui impiegherete la forza militare raccolta per un enorme attacco ai popoli della superficie...”.
I fumi si persero nell’aria, un altro lampo accecante colpì la zona, i tredici bastoni erano stati ridotti in cenere e al centro, dove prima era caduto il fulmine, si trovava ora una stoffa logora gettata su di un neonato con due bernoccoli agli estremi della fronte. Dopo aver assistito alla scena erano rimasti in cinque gli uomini ratto sopravvissuti a causa delle esalazioni pestilenziali dei fumi che avvolgevano l’icona del ratto cornuto e dello scottante bagliore che li aveva pervasi. I superstiti portarono con cura e fretta il cucciolo nei sotterranei per mostrarlo immediatamente all’orda squittente, e raccontando dell’apparizione del grande ratto cornuto erano dotati di un insolita attenzione, forse per la diffidenza o forse per l’incredulità della vicenda la narrazione proseguì con comprensione.
Passarono tredici anni precisi e, quello che era un cucciolo, crebbe con vigore e scaltrezza, sviluppando un innata abilità nel dominare i venti della magia, vedendo crescere i bernoccoli sulla sua fronte fino a diventare vere e proprie corna e il suo pelo diventare insolitamente grigiastro Kerslink era pronto a condurre l’impero sotterraneo al dominio delle razze del mondo superiore affiancato dagli uomini che lui stesso aveva istruito alla guerra: il condottiero Skuell Lama Impavida e i due stregoni ingegneri Kritch Il Pazzo e Quesk Zampa Furente. Il suo primo atto da tiranno indiscusso del clan fu quello di promuovere un regime di odio l’uno verso l’altro, solo così sarebbero state selezionate le stirpi migliori, dando vita a sanguinose sfide ogni giorno fra i suoi servitori, era inoltre stata instituita da lui una sorta di selezione massale forzata, le infinità di figli che venivano prodotte continuamente dovevano passare tutte sotto il suo vigile occhio prima di essere cresciute come veri figli del ratto cornuto, insegnando loro i valori più ammirabili per uno skaven, vale a dire scaltrezza, disonestà, diffidenza e odio. Tutti i cuccioli che non passavano alla selezione venivano caricati su delle stuoie e gettati nelle viscide profondità della terra o, se graziati, costretti a vivere alla luce sfolgorante del giorno, e a cavarsela da soli.
Nell’anno dell’ascesa al potere di Kerslink iniziò anche un enorme migrazione, nel giro di pochi anni, trovò quasi ogni clan, ognuno di questi contatti con la propria razza faceva si che il clan Khezar si rafforzasse, dotandosi ad esempio di un sapere più vasto sapere nella conoscenza dell’arcano e della sperimentazione di nuovo, letali e randomiche armi.
Fu l’anno 1526 a dare iniziò alla vera e propria ascesa al potere di questo clan. Erano ormai anni che gli Skaven di questo clan manovravano con astute azioni i rapporti fra le civiltà in superficie, nessuno tra le mura delle città umane conosceva realmente cosa ci fosse sotto i propri piedi, cosa si trovasse nelle profondità della terra, così ogni colpa se un villaggio era dato alle fiamme o se i messaggeri non tornavano era attribuita ai popoli vicini, se pur apparentemente pacifici. Tornati in Tilea diedero il via ad una vera e propria cospirazione il cui intento era di porre in conflitto tutti i regni umani che si trovavano al di sopra delle loro gallerie. Dopo brevi scontri minori fra questi popoli arrivò il momento decisivo, numerosi messaggeri incaricati di condurre la diplomazia e condurre ad una convivenza di pace erano stati invitati da una terra all’altra, ma nessuno di questi fece ritorno, morti e mai più ritrovati, entrambe le fazione negavano di aver visto i portavoce dell’altra. Le spade furono sguainate e la guerra ebbe inizio. La guerra civile infuriava quando una strana tempesta coprì lentamente il celo, ofuscandolo e rendendolo ostile al passaggio della luce. La Battaglia si interruppe al tremare della terra, d’un tratto un orda di orripilanti ratti uscì dal terreno in un esplosione che coinvolse il centro del campo di battaglia. Gli umani rimasero allibiti mentre l’orda murina comandata dal veggente Kerslink si riversava incessantemente sui campi ingombri di cadaveri. I ratti si sparsero in ogni direzione, calpestando i corpi a terra e eliminando velocemente ogni umano sull’intero campo di battaglia con squittenti colpi di lame e con i più sofisticati marchingegni disponibili a loro come globi misteriosi che lanciati in aria da mortai, giunti a terra provocavano un esplosione ad ampio raggio in grado di uccidere non solo con la divampata delle fiamme ma anche al solo respiro di quei fumi neri. Gruppi di superstiti che fuggivano verso ogni direzione furono travolti dalla forza dei cannoni spinti anch’essi fuori dal terreno, e dalla magia più oscura che apriva veri e propri varchi sotto i loro piedi, facendoli precipitare nelle profondità della terra. Bastarono pochi istanti perché ogni anfratto del campo di battaglia fosse ricoperto da file scomposte di sudici uomini ratto e perché ogni uomo sul campo fu eliminato. Con la tempesta ancora in atto Kerslink immobilizzò la bestia infuriata privata al clan Moulder e vi salì in cima placando la sua furia immonda. Qui tenette un discorso che riempì d’orgoglio ogni singolo figlio del ratto cornuto del clan Khezar, con i le menti piene di aspirazioni i ratti tornarono pian piano sotto terra dopo aver razziato tutto il campo ed essersi impossessati di ogni arma e cimelio umano portato in guerra dagli sciagurati.
La battaglia non fu descritta in nessun libro di storia concepibile dall’uomo perché il clan Khezar lasciò solo tracce di sangue sull’erba umida del campo sul quale si era combattuta la battaglia. Nessuno seppe mai della furia che impazzò in quel giorno, in quel luogo, Kerslink volle solo effettuare una sorta di prova, una prova per verificare la grandezza del suo impero squittente sul campo da battaglia. Dimostrò così la grandezza del ratto cornuto e del suo grande piano per il dominio delle terre in superficie, si sarebbero combattute infatti a breve innumerevoli battaglie in suo nome e in nome dei suoi figli che ora più che mai erano determinati ad ottenere la vittoria su ogni fronte…