Le Preghiere dei Caduti (racconto di Shadow King)

LE PREGHIERE DEI CADUTI

“Quando gli angeli
scendono sulla terra,
i demoni del cielo
cominciano a gridare”
-Le Preghiere dei Caduti-

Vox Umbra, Settore Nemesis, Segmentum Ultimus
324936M41, ore 20.35, Stella del Crepuscolo

Tom si strinse a suo figlio, entrambi raggomitolati davanti al fuoco. Le guglie della città di Umbra si protendevano al cielo come alberi bruciati nell’enorme pira di un incendio. Le strade coperte di macerie fino a poco prima erano state il teatro di sanguinosi combattimenti. I corpi sanguinanti giacevano tra le rovine, riversi su pozze scure.
-Penso che fra poco pioverà. Guarda le nuvole.-
L’uomo indicò il cielo al piccolo Kris, che aveva appena sette anni. Amava profondamente quel piccoletto. Tom ricordò la notte della sua nascita, tra le grida disperate di Ashley, sua moglie, che lo aveva abbandonato dopo aver messo alla luce il bambino. Era stata lei a scegliere il nome… le sue ultime parole… Una lacrima scese lungo la guancia di Tom. Se quella notte avesse abbassato la guardia anche per un secondo avrebbero fatto la sua stessa fine. Ma non sarebbe successo! No: aveva giurato sulla sua vita di proteggere il figlioletto, ed era intenzionato a mantenere la parola data. Lo aveva promesso ad Ashley, il suo grande amore, che giaceva sepolto nel grande cimitero, distante chilometri da lui.
-Meglio andare a dormire, Kris. Il sacco a pelo si è riscaldato-
-Cos’è questo rumore?- chiese il bambino ingenuamente. Tom capì che si riferiva al rumore degli spari, ma preferì non turbare l’animo già spaventato del figlio: -Tranquillo- gli rispose –Non è nulla- Il suo sguardo tradiva le parole, ma era impossibile nascondere la verità.
-Qualcuno sta morendo, vero?-
-No! No no no. Non è niente. Solo…-
-Ho capito…- Kris entrò nel sacco a pelo, sbadigliando rumorosamente –Buonanotte-
-Buonanotte, figliolo. Dormi bene-
Avrebbe voluto anche lui dormire. Avrebbe voluto sdraiarsi, chiudere gli occhi e dimenticare… dimenticarsi del mondo e delle sua sventure, dimenticarsi dei suoi doveri, del dolore, della morte e della guerra. Avrebbe voluto vedere Ashley, ma dal vivo, non nei propri sogni. La voleva toccare, abbracciare e baciare, in quel momento come non mai.
Tom trattenne le lacrime con tutte le proprie forze. Udì una sirena squarciare il silenzio con il suo ululato e vide una luce, abbagliante come cento soli. Sentiva la vicinanza degli uomini in armatura: uomini i cui simili si erano definiti i loro “protettori”. Protettori!!! Dov’erano i loro protettori quando il nemico era disceso su Vox Umbra distruggendo, massacrando e macellando? Dov’erano i loro protettori quando le città crollavano, i campi venivano ridotti in cenere e i templi riconsacrati? Dov’erano i protettori quando lui e Kris avevano visto la propria casa distrutta? Erano fuggiti!!!
Tom si sentì invadere da un odio bruciante: non c’era spazio per l’amore. C’era solo dolore nella sua vita. I volti di tutti coloro che aveva perduto scorrevano nella sua mente. Erano così tanti…
L’uomo cadde in ginocchio, piagato dal dolore. Le lacrime sgorgavano copiose lungo le guancie quando si accorse di suo figlio. Stava ritto in piedi, davanti a lui, fermo a guardarlo.
-Perché piangi papà?- chiese
-Torna a dormire!- ordinò a fatica
-C’è… qualcosa che non va?-
-No, no. Va tutto bene. Tutto…- Si interruppe. Un rumore di passi proveniva dalla porta della cattedrale in rovina nella quale si trovavano
-Sta giù!- intimò –Non muoverti finché non te lo dico io!-
Il bambino annuì, sgranando gli occhi fino a colmare di terrore il visino innocente. Tom si fece strada tra gli ammassi di pietra che ostruivano il passaggio e uscì dall’edificio. Le strade erano deserte. Non un movimento, non un singolo rumore. “Dove si nascondono?” pensò “Possibile che abbia sentito male?” Si addentrò nel labirinto formato dagli edifici scuri, sotto una luna seminascosta dalle nubi. Caricò la pistola laser e attese dietro un lampione.
Tum tum tum. Di nuovo lo stesso rumore. Questa volta un drappello di uomini dalle armature nere sbucò da un vicolo, noncurante della sua presenza.
Il cuore pareva sul punto di scoppiargli nel petto. Dubitava che una semplice pistola laser potesse bucare una corazza tanto spessa e sapeva inoltre di non avere munizioni a sufficienza per tutti loro.
Tom si voltò di nuovo e vide una manciata di figure più piccole correre ai piedi degli uomini in armatura. “Hanno mandato le pedine!” pensò. Si sentì mancare il respiro, come se glielo avessero tolto di colpo “Devo andarmene. E in fretta”
Si accucciò dietro le rovine, accennando una corsetta silenziosa. Fortunatamente nessuno parve accorgersi della sua presenza, almeno per quel momento. Trovò la cattedrale esattamente nella condizione nella quale la aveva lasciata, segno che nessuno era entrato
-Kris, svegliati! Ce ne an…- Tom non fece in tempo a finire la frase che si accorse del sacco a pelo vuoto, e della mancanza della pistola laser che aveva tenuto di riserva
-Kris! Dove sei?- urlò –Per favore, rispondimi!-
Nessuna risposta.
-Ti prego, fatti vedere!-
Nessuna risposta.
L’uomo; padre e custode; raccolse l’altra pistola. Il dolore e la paura gli fecero digrignare i denti, ma lui non se ne curò. Le gambe gli tremavano, le mani a fatica reggevano le armi, ma lui non se ne curò. Continuava a camminare, lo sguardo fisso verso la meta, intenzionato a riprendersi suo figlio. Era stanco. Stanco che il Fato gli portasse via tutti coloro che amava, e stanco di nascondersi dal suo nemico. Era stanco che la gente pensasse a lui come “diverso” e “traditore”. Gliel’avrebbe fatta vedere, ai suoi nemici!
Trovò Kris nella strada, di fronte agli uomini dall’armatura nera. Non ne fu stupito, sapeva già cosa aspettarsi. Tom chiuse gli occhi, e finalmente, per la prima volta nella sua vita, trovò pace. Si dimenticò dell’universo, delle sue sfortune e della sua vita. Dimenticò la guerra, la distruzione e il potere distruttivo dell’uomo. Dimenticò tutto… eccetto la sua missione.
Si fiondò con tutte le sue forze verso il nemico e lo guardò. Vide gli spallacci bianchi con il simbolo del corvo sui più grandi, e i fucili laser decorati dal teschio alato sui più piccoli. Vedeva ogni particolare, vivo e importante: i sigilli di cera rossa sulle armature nere, i fucili Requiem e i simboli dorati dell’Aquila Bicefala.
Per un secondo, che parve un’eternità, continuò a correre
-Morte al Falso Imperatore!!!- Urlò, con tutta la voce che gli era rimasta in corpo
Un colpo di Requiem gli squarciò la carne, dritto al centro del tatuaggio di una stella a otto punte che decorava la sua pelle.
Tom barcollava, incosciente e sul punto di morte. La volontà di vincere era ancora accesa dentro di lui.
Un secondo colpo squarciò il silenzio. Stavolta l’uomo cadde, gli occhi ancora sbarrati mentre il sangue sgorgava copioso dalle ferite
-Kris…- mormorò, prima di udire un terzo sparo colpire il bambino, suo figlio, per cui aveva appena sacrificato la sua stessa vita. –Kris…- cercò nuovamente di urlare, le parole soffocate dalla mancanza d’aria nei suoi polmoni.
Un piede, una spada che gli trafiggeva la carne, più e più volte.
Poi l’oscurità lo avvolse, e su tutto calò il manto delle tenebre.

Drammatico al'inizio e un bellissimo colpo di scena alla fine.Bel raccontino.

Mmmmm, mi è piaciuto molto, anche se sarebbe stato ancor più bello se ti fossi soffermato maggiormente sulla psicologia del protagonista nella parte finale una domanda: gli Astartes appartenevano alla Guardia del Corvo?

Si, sono proprio Marine della Guardia del Corvo.
Per quanto riguarda la psicologia del protagonista ho voluto intenzionalmente evitare di soffermarmi: il protagonista non è più Tom, ma un simbolo di tutti coloro che sono stati martirizzati ingiustamente dall'Imperium, poiché non rispettavano il credo dell'Imperatore e non riconoscevano la sua autorità

bello! coinvolgente e scorrevole, anche se il tuo punto di vista è quello di un rinnegato, mentre io ti posso rispondere che anche il caos non ha nessuna pietà

Ah ok, non pensavo fosse così
Comunque hai ragione, l'Imperium del 40k è totalmente ingiusto. Da quando non c'è più l'Imperatore a illuminare tutti, l'Umanità è caduta nuovamente nella superstizione e nella repressione immediata.

Quoto nick ed è per questo che in 40k faccio il caos

EPICO, per un momento avevo creduto che fosse una guardia imperiale.. È durato fino al tatuaggio,, tragico... Ma bello! Bravo!

Molto bello , davvero !