Il Vecchio Mondo -Warhammer Fantasy e 40K-
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 Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir

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MessaggioTitolo: Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir   Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir Icon_minitimeDom Giu 09, 2013 9:06 pm

Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir
Antichissime testimonianze credute scomparse, e custodite nell’immensa biblioteca di Ellyrion, nel Regno dei Nobili Alti Elfi, ci danno informazioni sul veggente grigio più potente di tutti i tempi, quello dal pelo più chiaro mai esistito, il supremo Erystir. Rari tomi di guerra narrano che le cause dei numerosi ed orribili omicidi avvenuti presso l’Alta Corte Reale degli elfi siano opera sua e del suo terribile Diciassettesimo incantesimo, una versione più potente e, se possibile, ancora più raccapricciante del Terribile Tredicesimo Incantesimo, che si dice gli sia stata insegnata dal Grande Ratto Cornuto in persona. Secondo le leggende questa stregoneria dalla potenza infinita prosciuga così tanta energia magica da uccidere qualunque mago osi tentare di lanciarla, la sua formula è conosciuta solamente da pochissimi eletti e finora è stata utilizzata con successo solamente da Erystir, miracolosamente riuscito a sopravvivere nel lancio dell’incantesimo che ha raso al suolo la città elfica che stava assediando con le sue truppe. La maggior parte della vita di questo potente mago è sconosciuta, come le sue origini. Il libro elfico riporta solo la probabile fratellanza con il Veggente Grigio Thanquol che, invidioso del potere immensamente superiore del fratello, appoggiato segretamente dal Consiglio dei Tredici, ha fatto in modo che gli elfi lo catturassero nella battaglia con gli Skaven da lui condotta. Nessuna prigione può trattenere a lungo Erystir che, con molto lavoro, è riuscito a rompere i potentissimi sigilli magici presenti intorno alla sua cella, realizzati dal Sommo Arcimago Teclis in persona , evadendo dalla prigione elfica e promettendo vendetta sia al fratello che agli Alti Elfi, in particolare al potente mago. Per evitare ulteriori guerre con gli Skaven, su ordine di Teclis è stata fatta giungere alle orecchie del consiglio la notizia della morte di Erystir.
Centinaia di anni dopo, un membro del consiglio ha iniziato a cercare il Veggente Grigio più potente della storia, quello dal pelo più bianco, del quale si dice che i riflessi illuminino la notte impedendo ai nemici di coglierlo nel sonno celati nel buio. Appena lo trovò ed interruppe il suo lunghissimo ritiro per migliorare ulteriormente le sue doti magiche, lo sfortunato ed avido membro del Consiglio fu incenerito da Erystir, che non si abbassa a fare alleanze con nessuno. Questa visita però diede termine a questa lunga fase della sua vita, poiché il “Veggente Bianco” decise che il momento della vendetta era arrivato.
Scaltro più di ogni altro Skaven, fece accordi con i vari clan affinchè si mettessero d’accordo per rovesciare l’autorità del Consiglio, al quale sarebbe succeduto lui da solo, come “Nipote del Grande Ratto Cornuto” vivente. Con i più potenti e scaltri guerrieri di ogni clan ai suoi ordini, iniziò la nuova ascesa di Erystir, che proseguì uccidendo tutti quelli che gli si opponevano, e facendo tremare il Consiglio, del quale erano corrotte perfino le basi.



Distruzione della roccaforte nanica di Karak Otto Picchi
Correva l’anno 2531, esattamente dieci anni dopo la conquista della Città delle Colonne da parte del generale Queek Mozzateste. Il sommo Erystir in poche ore mise fine ad una guerra durata più di cinquanta anni tra i rozzi e possenti nani ed i perfidi skaven, per il possesso della città Karak Otto Picchi, nella memorabile battaglia delle tredici anime, sterminando gran parte della razza nemica. Stava giungendo il crepuscolo, ed l’animo dei nani era lieto per le ultime settimane nelle quali non si erano svolti combattimenti. Sembrava che gli skaven si fossero ritirati, anche se per prudenza nessuno aveva il permesso di uscire dalla roccaforte. In molti anni di guerra la città non era mai stata conquistata, nemmeno in parte, grazie alle possenti e meravigliose mura naniche che la circondavano. Esse erano costruite con un minerale del luogo, il più duro esistente, resistente alle cannonate e alle forze magiche. Potentissime rune di protezione erano infatti incise in oro su di esso, che dovevano essere continuamente rinnovate dai migliori ingegneri nanici poiché tutti gli attacchi che bloccavano le consumavano. Era giunto il momento: impigriti da settimane di pace, i nani non si accorsero probabilmente neppure di ciò che successe. O meglio, quando ciò avvenne, era troppo tardi. Durante ogni notte un’unità con i migliori assassini skaven era penetrata nella fortezza senza farsi scoprire, distruggendo poco per volta le rune, in modo da non destare alcun sospetto. Quella notte, mentre i nani riposavano beatamente nei propri giacigli, un’immensa orda di topi circondò la città da ogni parte, avanzando rapidamente nel buio. Appena caddero i primi guerrieri nanici fu dato l’allarme: Erystir stava marciando sulla sommità della più grande campana stridente esistente, percossa da più rattogri contemporaneamente. Essa faceva tremare la fortezza, e si vedevano le onde di suono magico da essa create infrangersi lungo una barriera arancione che sovrastava le mura, creata dai sigilli di protezione. La campana sovrastava la più grande ondata di skaven mai vista: decine di cannoni a fulmine warp sparavano sui bastioni nanici, e numerosi abomini di pozzo infernale li tempestavano di pugni. I nani aprirono il fuoco sui nemici con le loro temibili catapulte, uccidendo decine e decine di topi con ogni colpo, ma trascurando la minaccia principale. Celati alla vista, i tredici membri del consiglio lanciarono un potentissimo incantesimo per distruggere le rune di protezione: i sigilli, colpiti da fulmini di magia rossa, saltarono uno ad uno e le mura iniziarono a tremare e a sgretolarsi. Ecco, quando anche l’ultima incisione venne spazzata via, da essa venne lanciato un terribile incantesimo che le era stato infuso, che incenerì i tredici potenti maghi, spossati dalla fatica per l’incantesimo appena concluso. Erystir sogghignò: il signore della morte Snikch aveva svolto bene il suo lavoro… I più potenti generali Skaven di tutti i tempi, compresi i membri del Consiglio, non erano stati che pedine nelle sue mani, obbligati a svolgere i suoi ordini dal timore e dalla corruzione.
Con i baffi che fremevano per l’emozione, pensando alle immense ricchezze che di lì a poco sarebbero divenute sue, il Sommo Veggente Bianco si impose di non temere le conseguenze del suo atto: era già riuscito a lanciare l’incantesimo indenne una volta, questa sarebbe passata alla storia come la seconda.
Si preparò, ordinò ai rattogri di suonare la campana con maggiore potenza possibile, e, invocando l’aiuto del Grande Ratto Cornuto lanciò il leggendario Diciassettesimo Incantesimo. L’unica cosa che si vide fu un immenso fulmine viola, poi una nebbia fittissima di macerie riempì l’aria. Al suo risveglio ai piedi della campana, Erystir vide solamente numerosi skaven morti accanto a sé: l’incantesimo di protezione effettuato sul suo corpo la notte precedente era stato fondamentale. D’un tratto la nebbia si diradò: da pochi metri oltre la campana si estendevano solamente rovine e desolazione, con migliaia di cadaveri di skaven e di nani inceneriti. Della grandiosa città di Karak Otto Picchi non rimaneva nulla se non un’ampia distesa di macerie, ricordo degli antichi splendori di un tempo ormai passato.
Il Supremo Erystir guardò i suoi generali più fidati che lo circondavano e gli disse: “Non-non vi preoccupate. Il signore della morte-morte Snikch mi ha riferito che il tesoro-tesoro dei nani è al sicuro in una camera blindata sotterranea” Quando gli chiesero che ne era stato del Sommo Consiglio dei Tredici, il Veggente Bianco rispose che da quel giorno l’unico a cui gli Skaven di ogni clan si sarebbero inchinati era lui.



Ultima modifica di Veggente Grigio il Mar Giu 11, 2013 10:38 am - modificato 3 volte.
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MessaggioTitolo: Re: Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir   Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir Icon_minitimeMar Giu 11, 2013 10:35 am

La Grande Guerra del Vecchio Mondo
Erano ormai passati vari mesi dalla distruzione della città nanica di Karak Otto Picchi, nei quali erano accaduti più eventi che nell’ultimo secolo. Il Supremo Erystir era divenuto il comandante supremo della Grande Unione dei clan Skaven, e un’ondata di omicidi in una sola notte aveva spazzato via la maggior parte dei sovrani dei vari regni che, colti alla sprovvista, non erano riusciti a reagire. Gli Skaven non erano più solamente una leggenda: si riversarono in superficie orde di uomini ratto alle quali molte città si arresero, rassegnate ad i nuovi conquistatori. Preso possesso di terre e ricchezze, gli invasori massacravano le persone che si rifiutavano di obbedire, e riducevano le altre in schiavitù. Dopo la terribile “Notte degli assassini” i regni millenari iniziarono a vacillare, nonostante i cittadini implorassero dei sovrani che li proteggessero dalla minaccia murina. I Primi Ministri di ogni paese, i Maghi ed i sacerdoti più potenti di ogni razza costituirono allora la Sacra Alleanza del Vecchio Mondo, giurando solennemente di aiutarsi e proteggersi a vicenda per contrastare la minaccia che stava per soggiogare l’umanità. Si videro per la prima volta riunite razze nemiche da millenni, Alti Elfi combattere fianco a fianco con Elfi Oscuri e con Demoni del Caos, Nani con Orchi e Goblin e Uomini Lucertola, Elfi Silvani con Conti Vampiro e Ogri, Impero e Bretonnia con Re dei Sepolcri e Uomini Bestia. Fu scelta la grande città elfica di Ellyrion come sede della Sacra Alleanza, per la sua lontananza dai luoghi di guerra e per la sua sicurezza, poiché per la posizione strategica era una delle poche rimaste ancora inviolate.
L’anno 2532 dai tempi di Sigmar è conosciuto da tutti come l’anno della Grande Guerra: quasi ogni città del mondo conosciuto venne razziata da un’immensità di Skaven uscita dal profondo della terra. Gli uomini ratto erano così numerosi da sopraffare nel numero tutte le altre razze unite: nessuno poteva neppure immaginare la loro quantità immensa. Gli antichi boschi sacri dove abitavano gli Elfi Silvani furono dati alle fiamme, le miniere dei Nani fatte esplodere con bombe di Warpietra fumante, le città dell’Impero assediate, i velocissimi destrieri della leggendaria cavalleria di Bretonnia uccisi con un potente incantesimo lanciato da Erystir in persona. I ratti non si curavano dell’immenso numero di perdite, ma combattevano fino alla morte per la propria causa, cantando inni al Grande Ratto Cornuto. I loro occhi rossi scintillavano più che mai: erano dei tizzoni ardenti di rabbia e di furia, dello stesso colore della folta pelliccia sporca di sangue.
La guerra proseguì diversi anni, nei quali il fronte continuava a spostarsi poiché i cittadini della Sacra Alleanza erano spossati dalla fatica e riportarono numerose perdite. Gli Skaven morti furono un numero ben maggiore, ma orde immense di crudeli uomini ratto continuavano ad uscire dal sottosuolo, aiutando i compagni nella guerra e conquistando villaggio dopo villaggio, sotto la guida di potenti generali fedeli al Supremo Veggente Bianco.  
Per la prima volta nella storia si videro tutti i clan Skaven riuniti a fronteggiare gli abitanti del Vecchio Mondo, che combattevano insieme per la propria vita.




Il Nono Sapere della Magia
Era giunto ormai l’anno 2540, l’ottavo anno di guerra, e la maggior parte del Vecchio Mondo era in mano agli Skaven. Le città più ricche e difese di ogni impero erano state distrutte dal Sommo Veggente Bianco Erystir in persona, che più volte aveva scagliato il potentissimo Diciassettesimo Incantesimo radendo al suolo ricchissimi palazzi reali e templi in un istante. Il fronte era ormai quasi totalmente situato nel regno un tempo appartenuto agli Alti Elfi, e perso ormai per più di metà. Pochissimi erano i villaggi e le roccaforti di altri regni che erano riuscite a tener testa alle continue ondate di uomini ratto. Comprendendo la gravità della situazione, il Sommo Arcimago elfico Teclis comunicò al consiglio la propria decisione di partire per andare in territorio nemico a cercare il suo antico maestro, per chiedergli consiglio. La somma alleanza, dopo molta indecisione e varie votazioni, decise di acconsentire alla volontà del mago e gli mise a disposizione i migliori cavalli e i combattenti più abili per assisterlo in questa missione, le nobili Guardie della Fenice. Egli tuttavia rifiutò qualsiasi scorta, poiché solo sarebbe stato più rischioso ma anche più sicuro e più semplice viaggiare inosservato e, all’alba del primo giorno dell’ottavo anno di guerra, partì.
Dopo mesi di vagabondaggio, trasformato in Skaven da una pozione magica preparata in precedenza alla corte di Ellyrion che beveva costantemente, raggiunse l’abitazione del suo maestro, situata al centro del bosco più grande del pianeta, un tempo dimora degli Elfi Silvani ed allora in gran parte distrutto dalle fiamme. Entrato nella sua umile capanna, trovò uno spettacolo terribile: i mobili erano distrutti, la casa in parte annerita dal fumo e non vi era alcuna traccia di persone che potessero aver vissuto lì negli ultimi mesi. Preso dalla disperazione, vide tra le assi di legno del pavimento un antico medaglione che riconobbe immediatamente come un potente artefatto un tempo di proprietà del suo maestro. Teclis allora, riprese le proprie vesti abituali, trascorse giorni e notti ininterrottamente a cercare di riattivare il potere magico dell’oggetto, ormai in gran parte perduto. Finalmente una notte il medaglione riprese a brillare, e lo stesso fecero anche gli occhi azzurro chiarissimo dell’arcimago, che aveva riacquistato un briciolo di speranza. Questo sentimento, tuttavia, scomparì un attimo dopo e un brivido gli percorse il corpo, al pensiero di cosa ora stava per compiere: era arrivato il momento di lanciare l’unico incantesimo di magia oscura che avrebbe usato in tutta la sua vita, e che ora era obbligato a scagliare per la salvezza del Vecchio Mondo intero. Si preparò, tirò fuori il pugnale e, incidendosi una mano in profondità pronunciò una formula che aveva letto in un libro della magia degli Elfi Oscuri, quando ancora erano avversari, per vedere come combatterli. Inizialmente le parole fluivano dalla sua bocca come miele, coma una dolce cantilena, ma poi alzò la voce fin quasi ad urlare e, pronunciata l’ultima di esse, una fioca luce viola illuminò una parte del medaglione sul quale aveva appena lanciato l’incantesimo, indicandogli la strada per trovare l’antico possessore dell’oggetto.
Dopo settimane di viaggio nuovamente nei panni di uno Skaven finalmente l’artefatto si spense, segno che era giunto a destinazione. Teclis si trovava presso un piccolo villaggio vicino al confine sud dell’Impero, davanti ad una casa in apparenza abbandonata. Esitante ci entrò e, non appena aprì la porta, perse i sensi.
Si risvegliò legato ad una sedia, con davanti un uomo anziano, con una barba grigia che arrivava fin quasi al terreno, che lo fissava pensoso. Appena vide che si era ripreso, con una voce cavernosa e roca questo gli chiese cosa volesse, tenendo il coltello vicino al suo collo. Le lacrime cominciarono a sgorgare copiosamente dagli occhi di Teclis e, appena pronunciò due parole: “Sono io”, anche da quelli di Anders, il suo antico maestro di magia. L’Arcimago Elfico trascorse poco meno di due mesi in quel luogo, durante i quali imparò a padroneggiare l’incantesimo più potente che sia mai esistito, appartenente al leggendario Nono Sapere della Magia: il mistico Sapere del Tempo. A quel punto partì, salutando probabilmente per l’ultima volta il suo insegnante, per l’ultimo viaggio della propria vita: la sua meta era il segreto Tempio del Sapere ,secondo le leggende  situato al confine del Vecchio Mondo, dal quale si dice abbiano origine tutti i venti della magia esistenti, esistiti e che esisteranno.
Dopo altri lunghi mesi di viaggio, pochi giorni dopo aver ricevuto la notizia della caduta di Ellyrion e della totale conquista del pianeta da parte del supremo Veggente Grigio in uno dei villaggi più sperduti dei quali si è a conoscenza, Teclis si trovò di fronte uno spettacolo mozzafiato: una montagna altissima, la più alta che avesse mai visto, dalla cui vetta giungevano venti talmente potenti da spazzare via chiunque le si fosse avvicinato. Quello era il luogo: l’Arcimago utilizzò le poche energie rimaste per arrivare sulla cima del monte sfruttando l’immensa potenza magica a suo favore e, una volta raggiunto il punto più alto del mondo, lanciò l’incantesimo più potente di ogni altro, il leggendario incantesimo del Sapere del Tempo.
Dopo aver focalizzato l’attenzione sull’istante della propria vita che aveva sognato ogni notte dalla sua partenza, fu circondato da un vortice di sabbia del Tempo e, quando esso si diradò, si trovò centinaia di anni più giovane. Guardò il proprio corpo e si stupì nel riconoscere il suo antico vigore, ma immediatamente si ricordò che aveva poco tempo a disposizione per salvare il mondo, solamente i pochi minuti che gli erano concessi dalla scarsa energia magica rimasta. Si trovò lì dov’era tantissimi anni prima: infiltrato in un’umile grotta vicino Skarogna per cercare informazioni sulla probabile nascita del cucciolo di Veggente Grigio dal pelo più chiaro mai esistito. Come allora, lo vide in una nicchia nel muro, solo in quel rifugio. Da lontano si sentivano gli strilli del fratellino Thanquol che giocava con gli amici. Ora doveva compiere ciò che non era riuscito a fare in passato, realizzando il più grande errore della sua vita. Nonostante le orribili atrocità che quel bambino dall’aria così innocente avrebbe compiuto, sentì che gli mancava nuovamente il coraggio. No, questa volta non poteva avere scrupoli, doveva portare avanti la sua missione per il bene dell’umanità. Bastò una sola parola sussurrata con spietata dolcezza, e la grotta si riempì di un lampo azzurro.  Il vortice di sabbia lo avvolse nuovamente.
Teclis aprì gli occhi con difficoltà, accecato dal sole estivo. Si sollevò in piedi con un immenso sforzo e, dall’alto della montagna, guardò in basso e rivide in lontananza il verde dei boschi che qualche ora prima erano carbonizzati. Sorrise e pensò che, in un modo o nell’altro, il Vecchio Mondo era sempre riuscito a trionfare. Nonostante tutte le atrocità della Grande Guerra, rifletté l’arcimago, è stato bello vedere tutte le razze riunite per la prima volta, anche se questa terribile storia sarà conservata solo dalla sua memoria.


Sommo Arcimago Teclis, “Le mie memorie”



Ultima modifica di Veggente Grigio il Mer Giu 19, 2013 8:50 pm - modificato 4 volte.
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MessaggioTitolo: Re: Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir   Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir Icon_minitimeMar Giu 11, 2013 8:03 pm

Ecco, ora l'opera è conclusa study
A tal proposito volevo ringraziare Carlo, per l'ottimo spunto che mi ha dato con il Nono Sapere della Magia Smile
Sotto con i commenti ! Wink
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MessaggioTitolo: Re: Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir   Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir Icon_minitimeVen Giu 14, 2013 1:46 pm

nessuno dice niente? Smile
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MessaggioTitolo: Re: Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir   Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir Icon_minitimeMer Giu 19, 2013 11:38 am

Ho letto la storia tutta d'un fiato, molto carina!
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MessaggioTitolo: Re: Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir   Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir Icon_minitimeMer Giu 19, 2013 4:21 pm

mi fa piacere che tu lo abbia apprezzato Smile
someone else?
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MessaggioTitolo: Re: Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir   Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir Icon_minitimeMer Giu 19, 2013 8:00 pm

molto ben scritto e interessante. Mi è piaciuto molto soprattutto l'ultima parte ...unica pecca : le lucertole non partecipano all'alleanza... ma avranno avuto i loro motivi..
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MessaggioTitolo: Re: Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir   Ascesa del Supremo Veggente Bianco Erystir Icon_minitimeMer Giu 19, 2013 8:48 pm

mea culpa.... rimedio subito... Wink
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