Eccomi, dopo circa un anno di inattività su questo forum sono i tornato, se non sbaglio è stato qui che ho scritto un primo abbozzo di racconto, riconosco che non era un granché ma scrivendo altri racconti ho decisamente migliorato lo stile di scrittura.
Questo è un veramente breve prologo del racconto, ho ritenuto che per descrivere la città ci volesse una descrizione un po' più approfondita rispetto a un semplice accenno durante uno dei capitoli principali.
PROLOGO: MARCIUME
Niarn...una città che, senza nemmeno ce ne rendessimo conto, abbiamo perso da tempo. Come i suoi abitanti, del resto.
Ricordo quando era grandiosa e splendida, ricordo che quando alzavo lo sguardo al cielo osservavo gli alti e maestosi palazzi che sembravano toccarlo, quel cielo; è la cosa che mi manca più di tutte.
Ricordo che quando l'osservavo pensavo che la sacra luce dell'Imperatore avrebbe mantenuto quella maestosità per sempre.
Mi manca il cielo.
Il vero cielo.
Ora, quando alzo lo sguardo, vedo soltanto nubi scure e palazzi sporchi, e quando lo abbasso vedo miseria, corruzione e morte.
Le bellissime strade di un tempo ormai sono diventate dei lunghi e luridi vicoli senza fine. Vicoli di ingiustizia e morte nei quali i criminali si aggirano, disperati, cercando di rubare una ricchezza che ormai nessuno più possiede.
Quando mi resi conto di come stava mutando la città decisi di provare a impedirle la caduta nell'oscurità.
Ho passato anni uccidendo criminali ed eretici pensando che, prima o poi, sarebbe tornata come prima.
Sono stato un illuso.
Ho fallito.
Ormai dell'antico splendore è rimasto solo il palazzo del sindaco, uno splendente innalzo architettonico dalla cui cima parte una maestosa guglia che si eleva su tutta la città, e provo una profonda rabbia pensando che chi la abita è il responsabile di tutta questa disperazione, Artur.
Un'uomo avido e bastardo che, da quando salì al potere, ha trascinato la città nel baratro facendo crollare la nostra fiorente economia.
Emanò tasse insostenibili per finanziare le sue feste mondane e si fece corrompere dalla criminalità per ottenere ancora più denaro; trascurò la nostra amata città volgendo lo sguardo altrove.
Uccise chiunque provò a spodestarlo. Servo un'uomo che odio nel profondo ma non lo faccio per lui. Lo faccio per i miei confratelli cittadini.
La città ed Artur sono come un paziente e un tumore...
Il paziente sta per morire.
Mi manca il cielo; mi manca la luce.
-Alexander, capo della Guardia Cittadina di Niarn