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+7KjarlAsciamortifera Tupi Master giaric Krox 5a50r1 Th3 PuPPeT M4sT3r The king 11 partecipanti | Autore | Messaggio |
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The king Goblin
Numero di messaggi : 88 Età : 35 Località : Firenze Data d'iscrizione : 26.01.08
| Titolo: Corso fotografia per miniature Dom Feb 17, 2008 7:11 am | |
| Come promesso, mi accingo a spiegare “un paio di cosine” sulla fotografia che spero possano esservi utili. Quante volte vi sarete chiesti: “Perchè a questo tizio le foto vengono bene e a me sfocate o poco nitide?”. Oppure: “Perché le mie sono troppo scure o troppo chiare?”
Questo thread si compone di due parti, una a carattere introduttivo generale con la spiegazione di alcuni termini tecnici; un’altra più pratica dove si accennano anche schemi di illuminazione! ma se non avete conoscenze fotografiche adeguate vi consiglio di pazientare e procedere per gradi partendo dalla prima. Lo so è nà palla! Però ce vò!! Ma ora passiamo al sodo:
Parte prima
Le fotocamere non sono tutte uguali! Per fare delle buone foto bisogna conoscere sufficientemente bene la propria macchina fotografica; il suo modo di funzionare e i suoi limiti tecnici. Bisognerebbe inoltre conoscere come funziona il processo d’acquisizione dell’immagine su un supporto; sia che si fotografa in digitale o in modo tradizionale (a pellicola), il principio di base è lo stesso. Sapere queste cose è importante perché ci permette di capire dove sbagliamo.
Il processo fotografico, la macchina fotografica e il suo funzionamento: Per ora diciamo semplicemente che la luce, illuminando la scena, rimbalza e torna a noi attraversando uno spazio situato tra noi e l’infinito, oltrepassa l’obbiettivo (insieme di lenti disposte in gruppi), il diaframma (regola la quantità di luce passante) e l’otturatore (regola il tempo di scatto) fino al supporto che registrerà tale scena. Una corretta esposizione è regolata dall’interazione dei seguenti fattori: il diaframma, il tempo di scatto, la lunghezza focale dell’obbiettivo, la dimensione del soggetto e la sua distanza, la sensibilità del supporto (ISO). Un’errata impostazione di questi valori può determinare immagini troppo scure o troppo chiare, mosse o sfocate ecc.
La sensibilità (ISO) In realtà questo concetto nasce e si sviluppa con le pellicole in relazione alla necessità di scattare a mano libera o senza dover usare il flash. Diciamo brevemente che esse sono costituite da più strati di gelatina e sali d’argento tale insieme è detto emulsione. L’emulsione è sensibile alla luce in proporzione alla grana, maggiore è la sua dimensione maggiore è la sensibilità della pellicola (meno tempo ci vuole per registrare l’immagine) e viceversa. I valori vanno dai 25 ISO a oltre 1000 ISO. Per il digitale il principio di fondo è lo stesso tanto più è alto il valore tanto più siamo capaci di scattare a mano libera in ambienti poco illuminati, ma il risultato sarà proporzionalmente più granulare e viceversa. Le odierne compatte digitali in genere hanno valori che variano dai 50 agli 800 ISO; strumenti più complessi possono comprendere gamme più ampie (dimenticavo: i valori, in genere, vano di doppio in doppio). Valori da 50 a100 indicano una sensibilità adatta a scattare in luce diurna a mano libera (luce diurna = 5500 gradi kelvin). Sulle compatte la sensibilità è impostata generalmente in automatico, ma potete intervenire manualmente.
Lunghezza focale E’ la distanza espressa in “mm” tra la lente dell’obiettivo e il piano focale (punto in cui si forma l’immagine). Come nell’occhio, i raggi che arrivano dall’esterno sono convogliati in un punto al suo interno (piano focale, tale punto dovrebbe corrispondere con la retina). Se tali raggi convergono prima o dopo il piano focale l’immagine risulterà progressivamente più sfocata tanto più distante sarà questo punto dal piano focale. In fotografia esistono degli obiettivi detti zoom che sono composti da un insieme di lunghezze focali e pertanto più complessi dell’occhio umano. Essi ci consentono o di far sembrare più vicini oggetti lontani (teleobbiettivi) o viceversa più lontani oggetti vicini (grandangolari); ovviamente il rapporto tra focale e scena inquadrata è inversamente proporzionale! Ricordate inoltre che a focali più corte corrisponde una maggiore profondità di campo (28mm è più corta di un 50mm o un 100mm).
Il diaframma Si trova all’intero dell’obbiettivo, consente di determinare la quantità di luce che passerà. Il suo funzionamento è uguale a quello della pupilla, meno luce c’è tanto più sarà dilatato e viceversa. Una serie di valori identifica la dimensione del foro che lascia passare la luce; tali valori vanno di doppio in doppio, in genere da f/2.8 (o meno) a f/24 (o superiore). A f/2.8 il diaframma è molto aperto e man mano che si va verso f/32 si chiude progressivamente. Tutto ciò è importante per due motivi:
1) il diametro dell’apertura influenza il tempo necessario per registrare un’immagine su un supporto (un classico esempio è quello del rubinetto e del lavandino: tanta più acqua passa dal rubinetto tanto meno tempo impiegherò per riempire il lavandino). Ricordate che all’aumentare del tempo di scatto aumenta la possibilità di fare foto mosse soprattutto se si scatta a mano libera (in genere chi ha la mano ferma può scattare fino a 1/15esimo di secondo!). 2) il valore del diaframma influenza la profondità di campo, tanto più sarà chiuso tanto maggiore sarà la profondità di campo.
Profondità di campo È uno dei principi fondamentali della fotografia. ed è relativo a quella area che risulterà nitida. In realtà si tratta di un’illusione, poiché un piano (nel nostro caso il piano focale) non ha profondità e un obiettivo (come del resto l’occhio) non può mettere a fuoco correttamente oggetti su diverse distanze o piani che dir si voglia. Mettendo a fuoco un oggetto ad una data distanza, tutti gli altri elementi che si troveranno davanti o dietro tale oggetto saranno proporzionalmente più o meno sfocati. Poiché l’occhio ha dei limiti, tenderà ad accettare come nitide alcune zone che in realtà non lo sono. Tale è la profondità di campo (per capire meglio vedere circolo di confusione). Va inoltre ricordato che: ciò che percepiamo come profondità di campo è inversamente proporzionale alla dimensione dell’oggetto! Spiegazione: Mantenendo costante la distanza tra la fotocamera e soggetto e aumentando la lunghezza focale (usando un teleobbiettivo, ossia zoomando sul soggetto), tanto più sarà ridotta la profondità di campo e viceversa.
Riassumendo la profondità di campo dipende da: 1 Lunghezza focale 2 Diaframma usato 3 Distanza dal soggetto In genere la maggior parte degli errori è legata ad un valore di diaframma poco chiuso o dal mancato rispetto delle distanze minime di messa a fuoco.
Il circolo di confusione Mettendo a fuoco un punto, la sua immagine sul piano focale diventerà un circolo più o meno grande secondo la focheggiatura e dell'obiettivo; ossia un oggetto è considerato a fuoco fin tanto che il suo diametro rimane entro certi limiti (i punti che si creano con un diaframma a f/2.8 sono proporzionalmente più larghi di quelli creati a f/32). Tale diametro (circolo di confusione) non ha un valore fisso, ma dipende dalla dimensione della riproduzione finale e dalla distanza da cui si osserva l’immagine (al variare di una di queste due varia il circolo di confusione). Per convenzione si assume che una persona con vista normale, può distinguere 2 punti a 25 cm di distanza solo se, tra loro, vi è uno spazio non inferiore a 0,166 mm
Sul piano pellicola ad ogni formato di ripresa corrisponde un circolo di confusione differente. Per ottenerlo dobbiamo dividere il valore 0,166 per il rapporto di ingrandimento necessario ad ottenere l’immagine finale (Es: pellicola 24x36 mm; se voglio ottenere una foto 20x25 cm equivale a circa 8 ingrandimenti) ossia 0,166:8=0,021 mm (circolo di confusione su una pellicola 35mm).
Ciò è utile nel calcolo della profondità di campo per determinare il limite prossimo e quello remoto ossia l’area all’interno dello spazio fotografato che risulterà accettabilmente nitido:
Limite prossimo: Falla2° per “u” diviso F2 +”u” per “c” per “f” Limite remoto: Falla2° per “u” diviso F2 –“u”per “c” per “f”
(scusate non sapevo come scrivere le formule, spero siano chiare)
u= distanza dal soggetto c= diametro del circolo di confusione sul negativo f= apertura del diaframma F= focale dell’obbiettivo
Mi raccomando usate sempre le stesse unità di misura (o tutto in mm o tutto in cm)
La distanza iperfocale Strettamente legata alla profondità di campo anche se si tratta di due cose distinte, è la distanza tra la macchina fotografica e l’oggetto più vicino accettabilmente nitido.
Dopo aver calcolato il diametro del circolo di confusione, deciso la lunghezza focale ed il diaframma otteniamo la distanza iperfocale. Va detto che esistono anche delle tabelle per facilitare tutto ma spesso variano da produttore a produttore La formula per calcolare la distanza iperfocale è: Falla2° diviso “f” per “c” (per quanto riguarda F; c; f; come sopra!)
Gli esposimetri Servono per calcolare il corretto rapporto tempo diaframma da impostare sulla macchina fotografica. Si dividono in tre categorie: Luce incidente (calcola la luce che arriva direttamente al soggetto). Luce riflessa (calcola la luce riflessa dal soggetto verso di noi) è montato su tutti gli apparecchi fotografici, anche se è meno precisi di quelli per luce incidente sono più comodi da usare. Calorimetri misurano la luce in gradi kelvin. (non vi consiglio di comprarne uno esterno perché sono costosi e quello che avete sulla macchina può bastare).
L’esposimetro a luce riflessa può funzionare in tre diverse modalità: • Media ponderata al centro: calcola la luce facendo una media di circa il 75% di ciò che viene dando maggior peso ad un’area al centro. • Spot misura solo una porzione molto ridotta (anche del 2% dell’inquadratura), in genere centrale (ma non è detto). Questa modalità è la migliore, ma più difficile da usare perchè ci vuole un po’ di esperienza; essendo una lettura selettiva tende a considerare l’esposizione solo nel punto in cui si sta misurando senza lasciarsi influenzare dalle altre parti (per un esempio vedere più avanti esposizione). • Valutativa divide l’area inquadrata in vari settori ad ognuno dei quali assegna un diverso peso (Es: le zone superiori che in genere inquadrano il cielo avranno meno peso ecc.) calcolandone poi la media.
Nota: la luce che colpisce il soggetto non sempre è uniforme e in caso di forte contrasto tra parti in luce ed in ombra, può causare che la lettura esposimetrica, calcolata su una delle due parti più o meno illuminate, restituisca un valore non adatto per l'altra. In tal caso ci troveremo di fronte a problemi di: • Sovraesposizione (esposizione del supporto per registrare l'immagine ad una quantità di luce eccessiva, determinando immagini troppo chiare e sbiadite) per ulteriori informazioni vedere più avanti la sezione “la luce” • Sottoesposizione (quantità di luce insufficiente; immagine scura).
Ultima modifica di Krox il Ven Feb 22, 2008 6:16 pm - modificato 1 volta. | |
| | | The king Goblin
Numero di messaggi : 88 Età : 35 Località : Firenze Data d'iscrizione : 26.01.08
| Titolo: Re: Corso fotografia per miniature Dom Feb 17, 2008 7:12 am | |
| Parte seconda
Fare fotografia è un concetto generale, diciamo che in base al soggetto che si sceglie si fa un tipo di fotografia piuttosto che un’altra (es: fotografia sportiva, macrofotografia, paesaggio, architettura ecc.). Questo perché ognuna di queste tipologie comporta attrezzature e approcci differenti. Nel nostro caso si dovrebbe dire macrofotografia, anche se sarebbe più corretto fotografia ravvicinata (dal fatto che possiamo avvicinarci molto al soggetto). Per macrofotografia si intendono fattori di riproduzione di almeno 1:2 o 1:1 rispetto al soggetto; mentre in genere sulle compatte digitali se si arriva a fattori di ingrandimento pari a 1:8 è “grasso che cola”.
L’attrezzatura può variare secondo il tipo di macchina che si ha a disposizione: lenti addizionali (per reflex e compatte), obiettivi macro, prolunghe, soffietti, flash specifici ecc. (per reflex). Va da se che un obiettivo macro è meglio di una lente addizionale, ma tutto dipende dal risultato che vogliamo ottenere. Diciamo che con le compatte digitali da 4 mp in su si ottengono risultati più che discreti senza dover ricorrere a lenti addizionali.
Come fotografare
Distanza dal soggetto Usare il programma macrofotografia (ideogramma del fiorellino o del quadrifoglio) ci consente di avvicinare la macchina fotografica il più possibile al soggetto (preferibile). Non è detto che si debba usare per forza il programma macro. Se avete un buon teleobbiettivo (es: lunghezza focale 200) e una distanza minima di messa a fuoco breve (es: 30 cm) potete usarlo alla massima lunghezza avvicinandovi il più possibile senza oltrepassare tale limite. La distanza va calcolata dal soggetto al piano focale (posizione del sensore o della pellicola e non da dove inizia l'obiettivo). Alcune macchine hanno un segno di riferimento sulla parte superiore (calotta), altre no! (il simbolo in questione è un cerchio tagliato orizzontalmente da una linea!). Le macchine che non hanno tale simbolo dovrebbero avere una spiegazione sul libretto delle istruzioni, se così non fosse cercate di approssimare la sua posizione (cercate fotografie che mostrino lo spaccato della vostra fotocamera) prendendo dei riferimenti sulla calotta (es: scritte pulsanti ecc.). Ciò è valido per macchine fotografiche il cui corpo ha un certo spessore; fotocamere di spessore pari a 2/3 cm o meno è sufficiente approssimare la posizione del piano focale alla parte frontale corpo macchina.
Tenete conto che gli obiettivi zoom hanno distanze minime di messa a fuoco differenti in base alla lunghezza focale (es: grandangolo 5/10 cm; teleobbiettivo 30 cm o più, dipende dai modelli e dai costruttori).
Penserete che sia esagerato…no dai… non sono esagerato! Perché come ho spiegato nella prima parte tanto più ci si avvicina al soggetto tanto più diminuisce la profondità di campo e tanto più dovrò essere preciso nel rispettare tali distanze se voglio ottenere foto nitide!
Esposizione: Una giusta esposizione si ottiene combinando in modo adeguato il rapporto tempo/diaframma per il soggetto e la relativa luce che lo colpisce. Una corretta esposizione dovrebbe restituire un’immagine ricca di colori e tonalità, dettagli, dovrebbe essere luminosa ma senza finire nel sovraesposto! L’esposimetro della fotocamera ci restituirà dei valori (relativi al diaframma e al tempo) che in genere dovremo poter modificare soprattutto se impostata con priorità dei diaframmi o in manuale (alcuni modelli consentono di variare i valori suggeriti dal programma automatico; ma non tutti). Personalmente preferisco scattare o in modalità manuale o a priorità dei diaframmi questo per essere sicuro di aver usato il diaframma più chiuso a disposizione (ci sono macchine fotografiche compatte che se impostate in automatico non chiudono il diaframma al massimo, mentre in manuale dovrebbero… ma come al solito dipende dal modello e dal costruttore).
Se usate la misurazione esposimetrica spot fate attenzione che l’area corrisponda al soggetto e non sia influenzata da altri valori (Es: se stiamo calcolando l’esposizione e non ci accorgiamo che quel punto è in ombra rispetto ad altri, l’esposimetro calcolerà un rapporto tempo diaframma per tale punto il quale sarà esposto correttamente, mentre il resto potrebbe essere sovraesposto, ossia troppo luminoso e viceversa se calcoliamo per parti in luce; ma poi dipende da come illuminiamo il soggetto e da cosa vogliamo ottenere) inizialmente può essere più semplice da usare quella valutativa o media ponderata al centro. Se dopo aver scattato il soggetto risulta sottoesposto o sovraesposto in alcune apparecchiature è possibile variare i valori di compensazione dell’esposizione con valori graduali (in genere a passi di 1terzo EV +/- ) ciò consente di avere un controllo più preciso della luce che entra rispetto a chiudere o aprire il diaframma di un valore intero (es: da f/2.8 a f/5.6). oppure cambiate la coppia tempo/diaframma. Se ancora non va dovrete intervenire sulle sorgenti di luce (spiegato più avanti). Cercate di escludere il flash, emetterebbe una luce troppo forte per riprese ravvicinate, inoltre, tende a creare fastidiose riflessioni.
Bilanciamento del bianco (solo per digitale) Poiché, sia la luce artificiale che quella solare ha differenti tonalità, il bilanciamento del bianco serve ad impostare un punto di riferimento per una corretta interpretazione dei colori evitando dominanti rosse blu o gialle. (es: la luce del sole è + calda all’alba e al tramonto con predominanti rossastre mentre nelle ore centrali della giornata potrebbe tendere al blu ecc.). Nella maggior parte dei casi il bilanciamento automatico del bianco lavora bene, ma potrebbe essere necessario impostarlo manualmente, evitando così tali dominanti.
Come si regola? Semplice! Assicurarsi che i valori di compensazione dell'esposizione siano impostati su "0", impostare i valori di bilanciamento su manuale, prendete un foglio bianco mettetelo sotto la o le sorgenti luminose, misurate su questo foglio ed eseguire uno scatto campione; assicuratevi che sia inquadrato solo il bianco come colore. Ricordate che se cambiate la sensibilità ISO o da interno fotografate in esterno e viceversa dovrete cambiare tale impostazione da manuale in automatica (o altro) altrimenti avrete colori sballati. In genere si usa la modalità manuale in: Macro, soggetti monocromatici e lampade particolari (vedete il libretto delle istruzioni).
Evitare foto mosse La macchina deve essere ben ferma (poggiare su un piano stabile o meglio ancora su un cavalletto ce ne sono anche di super compatti). Usate uno scatto flessibile o ad infrarossi se ne siete in possesso oppure semplicemente impostate l’autoscatto al tempo minore in genere 2 secondi, premete ed aspettate.
Autofocus, funzionamento e limiti In genere le compatte digitali non hanno un vero e proprio sensore ma usano una tecnologia contrasto di fase (tipo le telecamere) in questo modo la focheggiatura può fare cilecca se il soggetto è poco illuminato e/o poco contrastato (soggetto scuro su sfondo scuro). L’autofocus tende a calcolare la focheggiatura sul primo punto disponibile tra noi e il soggetto o dove lui riesce a mettere a fuoco. Cosa fare: Per prima cosa assicuriamoci di aver rispettato le distanze minime, poi, facciamo attenzione affinché l’area di messa a fuoco sia puntata verso il particolare che vogliamo ben nitido e non sia preceduta da altro oggetto che possa influenzare la messa a fuoco. Dimenticavo, in alcune macchine è possibile impostare il blocco della messa a fuoco in tal caso evitare di avvicinarsi o allontanarsi dal soggetto dopo averlo attivato.
La luce: Lo scopo principale è quello di avvolgere il soggetto di una quantità di luce necessaria a rendere leggibili tutti i particolari e se possibile far risaltare i dettagli senza bruciare nulla (tranquilli la vostra miniatura non prenderà fuoco! Riguarda l’emulsione è un termine tecnico; indica che il risultato finale del colore del soggetto sarà restituito tanto più chiaro fino ad arrivare al bianco, emulsione bruciata). Fondamentalmente la luce che colpisce il soggetto può essere di due tipi luce diretta o riflessa; può essere di tipo diurno o artificiale in entrambi i casi la fantasia nel posizionare le sorgenti di luce avrà un ruolo importante.
La cosa più economica è la luce del sole quindi aprite le finestre, o andate per la strada… senza farvi mettere sotto… voi e le vostre preziose miniature. Un mito da sfatare: La luce del sole può essere controllata; certo, non posso manovrarla come si fa con le lampade, ma posso mettere dei fogli di carta a fare da filtro (ombra) se mi trovo sotto la luce diretta, posso farla rimbalzare su teli riflettenti (si trovano in qualsiasi negozio di fotografia, e non costano molto; o costruire una cosa simile con del “domopack” stropicciato) per colpire il soggetto da un'altra angolazione o usarli entrambi. Non mettetevi mai sotto la luce diretta del sole, evitate di scattate durante le ore centrali della giornata (è troppo intensa), se il sole è coperto da nuvole no problem!
Se siete dei vampiri e avete dei problemi con la luce del sole, usate quella artificiale; il mio consiglio è quello di prendere lampadine con una temperatura colore di 6000/6500 gradi Kelvin (luce fredda che non falsa i colori! Costano dai 5 “euri” in su) Diciamo che una sorgente luminosa è sufficiente, ma, inevitabilmente, tanto più sarà concentrata tanto più proietterà un’ombra o sullo sfondo (se ne avete uno); o se l’avete posizionata allo zenit sulla base e così via. Avere più sorgenti di luce consente di ottenere risultati migliori annullando la proiezione d’ombre e facendo risaltare i particolari. Lo svantaggio sta nel loro controllo combinato che risulta più complesso!
Illuminazione e distanze Come ho detto prima la vostra fantasia avrà un ruolo fondamentale sul posizionamento delle sorgenti luminose; se usiamo più sorgenti gli schemi che possiamo utilizzare sono quasi illimitati, ad esempio potreste usare contemporaneamente luce solare ed artificiale. Per il posizionamento delle luci ci sono delle regole ben precise le quali dipendono dall’attrezzatura a nostra disposizione e soprattutto ci vuole tanta pratica. Per questo motivo mi limiterò a spiegare dei concetti generali che dovrete sperimentare.
A causa della sua natura, la luce diretta (più forte) va posizionata leggermente più distante rispetto a quella riflessa che restituisce un’illuminazione diffusa e in genere più morbida. Nel caso di sorgenti troppo vicine o forti, quando si fotografa è possibile avere delle sovraesposizioni; per risolvere il problema potremmo: • Allontanare le sorgenti luminose dal soggetto; • Posizionare un foglio di carta o altro materiale simile tra soggetto e luce; • Scegliere una coppia tempo diaframma che faccia entrare meno luce agendo o solo sul diaframma o solo sul tempo o su entrambi; • Compensare l’esposizione oppure tutte queste soluzioni insieme. Se davanti alla luce diretta posizioniamo un foglio di carta o uno di quei fogli di polistirolo trasparente morbido (scusate non conosco il nome preciso del prodotto) ci dovremo avvicinare di più al soggetto con le sorgenti; lo stesso concetto vale se la luce è riflessa.
NOTA: posizionate le parabole in modo che illuminino uniforme tutto il soggetto e non solo la parte inferiore o superiore (tale problema sorge più facilmente se si usa una sola fonte luminosa)
Schemi d’illuminazione
Vari schemi consentono di ottenere risultati diversi: (questi sono solo esempi!!). Potrebbe essere importante posizionare le sorgenti di luce in modo da rispettare ed eventualmente accentuare la direzione che avete dato alle lumeggiature nelle vostre opere ma ciò dipende dal risultato che volete ottenere e dal vostro gusto personale.
Ad 1 sorgente In posizione quasi zenitale in modo da illuminare anche la parte frontale.
Zenitale o quasi con due pannelli riflettenti un angolato superiore ai 45° l’altro a 90° di fronte al primo ed in mezzo la miniatura in modo da illuminarla in modo completo. Una variante è quella di mettere la luce dietro un foglio di carta o affine che la filtri in modo che arrivi da un lato della miniatura attraversi il “filtro”, la miniatura e rimbalzi su una sorgente riflettente.
2 sorgenti: Una in posizione zenitale (o quasi) e l’altra in posizione frontale oppure +/- laterale fino ad arrivare di fianco (meglio se il fascio di luce proviene da sinistra verso destra). Entrambe davanti al soggetto ed in alto Una dall’altro verso in basso e altra in posizione inversa e più frontale. Aggiungere quanti pannelli riflettenti volete e/o fogli davanti alle sorgenti.
3 sorgenti In posizione zenitale e le altre due davanti con angolo di 45 gradi rispetto alla miniatura. In posizione zenitale le altre due di fianco al soggetto senza illuminarlo direttamente oppure una sorgente si ed una no ecc. Due in alto e davanti al soggetto (+/- distanti tra loro) e una ad illuminare lo sfondo senza illuminare il soggetto oppure dietro di lui oppure di fianco al soggetto con fascio da sinistra a destra). …e chi più ne ha…
Luce radente Consente di evidenziare i particolari in rilievo aumentando il contrasto tra le zone depresse e quelle in rilievo aumentando i contrasti chiaroscurali. Tale luce può avere un angolo di 45° o minore. Per ottenere dei buoni risultati è preferibile usare 2 sorgenti luminose di cui una che ne restituisca una luce morbida (riflessa o filtrata) e che illumini il soggetto in modo uniforme; l’altra ovviamente è radente. Avere più luci morbide può aiutare ad illuminare uniformemente il soggetto.
Eliminare le ombre Potete posizionare una o più sorgenti luminose di fianco al soggetto orientando la parabola in modo da non illuminarlo direttamente, o una che lo illumina più o meno parzialmente e l’altra no ecc. ecc. Per fare ciò potreste usare sia luce diretta e/o filtrata, che quella riflessa.
Altro metodo potrebbe essere quello di posizionare una luce molto vicina e dietro lo sfondo; questo dipende dallo sfondo che usate (soprattutto dal suo spessore in relazione alla quantità di luce che farà passare; se è colorato influenzerà il tutto e quindi sarebbe meglio evitare a meno che non si voglia creare un’atmosfera particolare).
Il flash, sfatiamo un mito!!!! Nella maggior parte dei casi vi consiglierei di non usarlo MA… se vi serve un’altra sorgente di luce frontale per illuminare il soggetto provate a metterci davanti un fazzoletto di carta o di stoffa piegato un paio di volte o più… MERAVIGLIA!! Non sparaflesha più come prima. (provare per credere!!)
Es: Potreste usare due sorgenti e il flash non è il massimo ma…funzia
Spero di essere stato chiaro ed esauriente, se avete domande sono a vostra disposizione.
Un salutone a tutti
The King | |
| | | 5a50r1 Th3 PuPPeT M4sT3r Nano
Numero di messaggi : 367 Età : 31 Località : Udine Data d'iscrizione : 22.01.08
| Titolo: Re: Corso fotografia per miniature Dom Feb 17, 2008 7:13 am | |
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| | | Krox Imperatore
Numero di messaggi : 5180 Data d'iscrizione : 05.01.08
| Titolo: Re: Corso fotografia per miniature Dom Feb 17, 2008 7:24 am | |
| Ottimo topic The King! | |
| | | giaric Assassino
Numero di messaggi : 4324 Età : 30 Località : roma Data d'iscrizione : 08.02.08
| Titolo: Re: Corso fotografia per miniature Dom Feb 17, 2008 7:09 pm | |
| mi sa che devo aggiornare il librone | |
| | | Master Nano
Numero di messaggi : 346 Età : 32 Data d'iscrizione : 12.01.08
| Titolo: Re: Corso fotografia per miniature Lun Feb 18, 2008 3:08 pm | |
| Bellissio tutorial!!! Complimenti!!!!! | |
| | | Tupi Goblin delle Tenebre
Numero di messaggi : 109 Data d'iscrizione : 20.01.08
| Titolo: Re: Corso fotografia per miniature Mar Feb 19, 2008 2:32 pm | |
| Questo fantastico tutorial mi sarà sicuramente molto utile!!!! Grazie | |
| | | KjarlAsciamortifera Goblin delle Tenebre
Numero di messaggi : 116 Data d'iscrizione : 08.02.08
| Titolo: Re: Corso fotografia per miniature Mar Feb 19, 2008 7:27 pm | |
| Grande!Questo tutorial sarà utilissimo a tutti(tranne a me che le mie minia è meglio non fotografarle...)! | |
| | | BaRcE Conte Elettore
Numero di messaggi : 4375 Età : 34 Località : Borgomanero Data d'iscrizione : 20.03.08
| Titolo: Re: Corso fotografia per miniature Gio Mar 20, 2008 11:51 am | |
| Sei un genio, si vede che te ne intendi di fotografia | |
| | | Aster Zombie
Numero di messaggi : 26 Età : 33 Località : Pisa Data d'iscrizione : 24.03.08
| Titolo: Re: Corso fotografia per miniature Lun Mar 24, 2008 3:02 pm | |
| Wow questo tutoril è interessantissimo aiuta moltissimo le persone che come me non sanno fotografare le miniature! Grazie 10000000000000!! | |
| | | zat'an Nano
Numero di messaggi : 463 Età : 29 Località : torino Data d'iscrizione : 19.01.12
| Titolo: Re: Corso fotografia per miniature Gio Gen 26, 2012 5:16 pm | |
| il problema è che una macchina foto decente costa un sacco... -.- | |
| | | Thor Gran Kapoguerra
Numero di messaggi : 9619 Data d'iscrizione : 20.12.09
| Titolo: Re: Corso fotografia per miniature Gio Gen 26, 2012 5:43 pm | |
| topic vecchio fai attenzione a non aprire discussioni datate | |
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| Titolo: Re: Corso fotografia per miniature | |
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| | | | Corso fotografia per miniature | |
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