volevo mostrrvi il primo pitolo del raconto chsto metendo giù
CAP.1
Il capitolo delle anime infuocate marciava coi requiem per le strade di Ellenya V mentre il maestro capitolare Icar tagliava in due qualche marine del caos con la sua spada potenziata; le corazze verdi si illuminavano con le prime luci dell'alba che creavano ombre ambigue e risplendevano all'orizzonte, ormai l'ultima linea di difesa del caos risiedeva nella fortezza polare e le Tunderhawk sbarcavano abbastanza truppe per l'assalto finale.
Ma, proprio mentre gli assaltatori si apprestavano ad andare verso degli obliteratori dopo aver consolidato, si aprì uno squarcio nel cielo che era diventato cupo e un lampo illuminò l'ambiente in tal modo che anche le armature dei caotici sembrarono per un solo infinito istante identiche a quelle delle furie bianche; nel momento di maggior luce perfino gli urli di guerra degli obliteratori e i rombi dei requiem divennero sussurri. Il volto di Icar si incupì ed egli temette il peggio. Non appena vide che i suoi confratelli potevano farcela da soli partì insieme alla prima tunderhawk disponibile dirigendosi sulla sacra terra dove si era insediato da poco Karamazov, il sommo inquisitore, e dove era custodito il manoscritto contenente la profezia che avrebbe spiegato il fenomeno di poco fa. Durante il viaggio Icar cercò di darsi spiegazioni convincenti su quel lampo sfolgorante e anche di pensare a qualcosa che non includesse in qualche modo la profezia;
la profezia era una predizione pronunciata da Horus stesso in punto di morte, prima che l'imperatore gli conferisse il destino che meritava, essa trattava di un nuovo guerriero prescelto dagli déi del caos che avrebbe portato morte in tutta la galassia, uccidendo tutte le altre razze per controllare i sistemi galattici.
Il problema, però, era che non si conoscieva bene la minaccia.
Mentre questi pensieri affolavano la mente di Icar un altro lampo sovraccaricò i sistemi di rilevazione della tunderhawk che ripresero però subito a funzionare; ormai non c'era più posto per i dubbi.
Arrivato sulla sacra terra Icar si trasferì subito alla sala congressuale dell'imperium;
il palazzo era lo stesso di qualche decina d'anni prima, quando era diventato maestro capitolare: stesse tende rosse ricamate in oro e adamantio raffiguranti l'aquila imperiale e stesse paretti placcate in oro che accompagnavano un lungo tavolo in acciaio. All'estremità del tavolo era seduto Karamazov con un tomo aperto in mano; ai lati una distesa di servitori e, più avanti, alcuni maestri capitolari del calibro di Marneus Calgar, Kor'sarro Kahn e Darnath Lysander.
Probabilmente erano tuuti lì per lo stesso motivo: la profezia di Horus.
Icar non aveva mai visto Karamazov così nervoso, le mani callose che stringevano il libro e la faccia sempre più sudata.
"confratelli" esordì "ecco la profezia di Horus come è stata pronunciata alla presenza del sacro imperatore del genere umano" e stringendo il libro ancora più forte lesse alcune righe sul libro:"Nel tempo in cui voi, folli umani, crederete di aver in mano la galassia, da tre lampi nascerà un divoratore di mondi che sterminerà le razze e seminerà odio nell'universo, quello sarà l'unico ed il solo prescelto" le lesse così chiaramente che in alcun modo si sarebbero potute confondere.
I lineamenti del sommo inquisitore poi divennero seri, finì:"una minaccia si stende sull'universo e tutte le razze lo devono sapere"
un ultimo lampo illuminò la faccia di tutti in quel momento.