CAPITOLO 4.3
Sogni crudeli
La città bruciava ancora, come sempre. Fumo. Grida. Fiamme. Morte. Tutto volgeva come ogni altra volta, quando scendeva la notte e Al Rahem si addormentava nel suo letto. Jossif riconosceva il servitore Dahnem, il consigliere Ahnimo Krato e la moglie Nathaly. Tutti morti, distesi a terra privi di vita, il sangue colava sulla loro carnagione pallidissima. Voleva gridare, ma non poteva. L'odore acre di bruciato gli riempiva i polmoni e le lingue di fuoco splendenti lo accecavano con la oro luce. Il cielo era ricoperto di nubi innaturali e venefiche, la terra ribolliva come il fango delle paludi vulcaniche. Il palazzo del governo era pieno di cadaveri, ma nessuna anima ancora viva camminava lungo le stanze bruciate. Shalya, come al solito, era sul balcone. Il padre le si avvicinò in silenzio, senza chiamarla
-Che spettacolo!- esclamò la bambina, con la sua voce infantile -Di emozioni così la natura non te ne fa provare. E' tutto creato dall'uomo-
-Intendi la disperazione? La paura?-
-Il potere! Questo è quello che intendo. Non sentirsi sottomessi a nessuno. E questo è il nostro modo di ribellarci-
-Chi sei tu?-
-Non penso ti interessi saperlo, governatore. Una volta che io te lo avrò detto, nulla di ciò che non sai sarà svelato- La voce di Shalya cambiava in continuazione, tanto velocemente quanto lo scorrere degli attimi -Guardati attorno. Pensi che quando i sveglierai troverai di meglio?-
Al Rahem abbassò la testa. Il demone continuò: -No! Alla fine non c'è molta differenza tra sogno e realtà, non credi?-
-Nel mondo vero ho chi crede in me, chi è disposto a sacrificarsi per me!-
-Sveglia, governatore! Dimentichi che ormai non ti credono più? E' così facile distruggere la vita di un uomo: gli togli chi gli vuole bene e presto comincerà a morire interiormente. Poi verrà la morte fisica-
-Un traditore si è sostituito a me-
-Era tutto nel piano, fino dall'inizio. Nessuno ti crederà. Così ti abbiamo tolto ciò che tu ami-
Jossif perse la pazienza. Saltò addosso al demone, solo per vederlo girarsi e mostrare la faccia di Shalya con il volto rigato da lacrime di sangue -Faresti del male a me?- chiese, con la sua voce da dolce bambina. Al Rahem scoppiò in un pianto profondo e crudele. Solo dopo di questo riuscì a svegliarsi.