Il Vecchio Mondo -Warhammer Fantasy e 40K-
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

Il Vecchio Mondo -Warhammer Fantasy e 40K-

Il Forum dedicato al mondo di Warhammer Fantasy e Warhammer 40K.
 
IndicePortaleCercaRegistratiUltime immaginiAccedi
Accedi
Nome utente:
Password:
Connessione automatica: 
:: Ho dimenticato la password
Argomenti simili
Ultimi argomenti attivi
» Outstanding Сasual Dating - Actual Women
Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeDom Apr 21, 2024 1:52 am Da Krox

» Superlative Сasual Dating - Actual Girls
Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeMer Mar 06, 2024 5:13 pm Da Krox

» Authentic Damsels Exemplary Сasual Dating
Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeMer Feb 14, 2024 2:10 pm Da Krox

» In cerca di giocatori a Milano
Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeDom Gen 05, 2020 9:53 am Da pietro

» Space Legats
Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeMer Nov 13, 2019 10:52 am Da SpaceLegats

» Vecchio giocatore
Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeGio Mar 08, 2018 3:30 pm Da Fres

» [VENDO/SCAMBIO] Tavolo modulare e richiudibile fantasy e 40K
Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeVen Mar 02, 2018 9:56 am Da volrath84

» Vecchio ma nuovo anche io
Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeVen Mar 02, 2018 9:43 am Da volrath84

» [Vendo] Lotto Dark Angels
Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeMer Feb 28, 2018 5:56 pm Da Curelin

» [vendo] Esercito ORKS 40k
Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeMer Feb 28, 2018 3:49 pm Da Orcry

Facebook
I postatori più attivi della settimana
Nessun utente
Pubblicità
Parole chiave
codex alti waylander warhammer rune viverna signore guida regole Archaon nani ogri edizione Conti elemental orchi silvani stirpe mille manuale caos guerrieri tiranidi esercito eldar impero

 

 Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti

Andare in basso 
4 partecipanti
AutoreMessaggio
Nickolas94
Imperatore
Imperatore
Nickolas94


Maschio
Numero di messaggi : 4733
Età : 29
Località : Torino
Data d'iscrizione : 23.07.11

Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Empty
MessaggioTitolo: Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti   Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeVen Apr 26, 2013 11:57 am

Questo è il topic in cui i partecipanti al Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000 dovranno postare i propri racconti. Per ulteriori dettagli sul concorso, consultare l'apposito regolamento sempre qui in sezione Biblioteca Nera.
Torna in alto Andare in basso
http://astropate.blogspot.com
Nickolas94
Imperatore
Imperatore
Nickolas94


Maschio
Numero di messaggi : 4733
Età : 29
Località : Torino
Data d'iscrizione : 23.07.11

Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Empty
MessaggioTitolo: Re: Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti   Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeGio Mag 09, 2013 4:45 pm

Questo è il mio racconto per il concorso, intitolato "Disaster Eleven".

I corridoi sotterranei erano freddi e vuoti. Il rumore dei suoi passi sul pavimento metallico si propagava in ogni angolo, creando un eco inquietante. Un vecchio Arbites vestito completamente in uniforme, e dalla faccia da gran leccaculo, passò per il corridoio e lo riconobbe, mostrando subito la sua natura.
"buongiorno Signor Kamon, tutto bene oggi?" l'Arbites ricorse al tono più gentile che sapesse simulare, nonostante sapesse benissimo che in realtà era un approfittatore che serviva quelli di rango superiore per ottenere ciò che voleva. Kamon aveva passato tre anni in quel posto, quindi queste cose le sapeva.
"non ci si può lamentare, Arbites" rispose lui con tono distaccato.
"mi chiami pure Jester"
"un nome appropriato"
"cosa intende, signore?" l'Arbites non capì il sarcasmo della sua frase e ne fu compiaciuto. Accennò un ghigno, poi rispose.
"non è importante, buona giornata" poi proseguì per la sua strada, non badando neanche al saluto che probabilmente gli aveva rivolto quel buffone.
Girò verso destra, arrivando a vedere a una ventina di metri una massiccia porta blindata composta da almeno una ventina di strati di plastacciaio dipinto di nero. A fianco alla porta si trovavano due Guardie in un'uniforme simile a quella Mordiana, ma marrone scura. Aveva speso tre anni della sua vita in quel posto come infiltrato della Crociata dell'Undicesimo Giudizio, ma alla fine era riuscito ad ottenere l'accesso alla camera di stasi, quindi il volere di Malal si sarebbe presto compiuto. Il suo camice bianco venne scosso leggermente nell'avvicinarsi alla sua destinazione, come se un potere superiore lo avesse attraversato.
Giunse infine davanti alla porta blindata e i due grossi uomini posti di guardia lo squadrarono con sguardo interessato. Kamon non emise un singolo suono, ma espose solamente la sua targhetta e i due capirono che aveva il permesso di entrare. La porta blindata si aprì con un forte cigolio, poi Kamon entrò dentro la tanto agognata stanza. Una volta richiusa la porta, intorno a lui regnava quasi completamente il buio, spezzato solo da alcuni neon posti sui muri e dalle fioche luci azzurrine provenienti dalle capsule di stasi. Scorse tutte le capsule, passando la propria mano su ognuna di esse e avvertendo il gelo dentro di esse attraversagli il braccio, scuotendolo in un brivido che era sia per il freddo che per l'eccitazione data dal raggiungimento del suo obiettivo.
Arrivò finalmente alla capsula che cercava. Alzò gli occhi e vide il simbolo XI inciso su di essa. A fianco alla capsula c'era il pannello di comando per essa, quindi premette il tasto per attivare i processi di uscita del soggetto all'interno.
Mentre tamburellava sul pannello, la capsula emise un getto di fumo molto freddo, ma lui mentre aspettava l'apertura stava leggendo le varie scritte sopra il punto in cui aveva posato le sue dita:
"Prigione per Criminali Psionici Ribelli - Stabilimento C - Mondus Jevelum" una scritta che aveva visto praticamente ovunque durante quei tre anni.
La Capsula finalmente si aprì e, una volta sparito il fumo, poté osservare lo psionico che aveva liberato, ovvero il Soggetto 11. L'individuo era vestito solo di stracci sulla parte inferiore del corpo, ma dalla vita in su non indossava nulla. Era completamente calvo e i suoi occhi erano argentati, ma senza pupilla. Egli mosse la testa, sgranchendosi le ossa del collo, poi parlò per la prima volta.
"Mmh, mi aspettavo che quando sarei uscito avrei trovato ad aspettarmi un branco di stupidi Paria a nullificare i miei poteri, ma probabilmente durante il lasso di tempo in cui sono stato qui dentro il personale è calato" Kamon non reagì e Soggetto 11 rise da solo del suo stesso umorismo.
"Chi sei tu?" disse lo psionico fissando Kamon.
"una persona dalla tua stessa parte"
"io non ho nessuno dalla mia parte qui. Solo Malal è con me" lo psionico gesticolò un po' e si voltò da un'altra parte.
"appunto" quella sola parola lo fece voltare di nuovo verso di lui.
"anche tu un devoto al sommo Malal? Tutto ciò mi incuriosisce, perché non pensavo che il mio dio prendesse sotto la sua alla esseri inutili come te"
"Io-" non riuscì a dire altro prima che Soggetto 11 alzò la sua mano e lo fece schiantare contro la parete più vicina, mantenendolo a un metro da terra.
"tu non sei nessuno per me, ci siamo capiti? Io sono uno di quelli che l'Imperium definisce uno Psionico Alpha-Plus. Posso demolire carri superpesanti solo alzando un dito e far precipitare un incrociatore guardandolo. Cosa vorresti fare tu, inutile sacco di carne?" Kamon farfugliò qualcosa, ma a lui non importava nulla della sua risposta, quindi lo fece letteralmente esplodere. Ossa, muscoli e organi interni si sparsero per la stanza, macchiando le pareti, il pavimento e le candide capsule di stasi ancora chiuse.
"E ora divertiamoci" un sorriso folle impresso sul suo viso. Puntò con gli occhi la porta ed essa venne sparata in avanti, demolendola in una decina di pezzi insieme a tutto il pezzo di muro circostante. Le guardie vennero sbalzate a terra, ma non fecero neanche in tempo a capire cosa fosse successo che erano già esplosi anche loro.
Soggetto 11 camminò sulle macerie e sui resti dei due uomini, poi raggiunse la camera di sorveglianza più vicina. Un Arbites lo guardò e capì che era un fuggitivo. Si alzò dalla sedia su cui era posato e fece per estrarre la pistola, ma lo psionico lo fulminò all'istante. Ucciso l'uomo, raggiunse il vox nella camera e si sintonizzò sugli altoparlanti della prigione.
"a tutte le forze militari qui presenti, lo psionico alpha-plus è fuggito dalla camera di stasi e si aggira per la prigione. Accorrete tutti per festeggiare questo gran momento di terrore in nome del quinto Dio del Caos. Non vediamo l'ora di poter condividere con te questa occasione. Uuuuuuuuuh!!!!!" lasciò cadere il vox per terra e dopo essersi leccato le dita sporche del sangue schizzato dai corpi esplosi delle sue vittime, corse verso l'ascensore, avvertendo chiaramente la presenza di persone all'interno trenta piani più in alto. "ora il gentile Soggetto 11 vi farà provare il brivido della caduta libera"
Tu non ti chiami Soggetto 11!
Gridò una voce nella sua testa.
"Sì, invece. 11 è il numero sacro!" ribatté a se stesso prima di divellere le porte dell'ascensore e recidere i cavi di sostegno. Sentì la cabina iniziare a scendere a tutta velocità e le urla dei passeggeri propagarsi ad ogni piano.
Falla esplodere, sarà più soddisfacente
"No! Voglio che cadano e che i loro corpi si spappolino a terra. Le loro urla si sentiranno ovunque, la mia vendetta si abbatterà su di loro e il terrore verrà diffuso nelle menti di ognuno".
Infine l'ascensore cadde, demolendosi al suolo, ma anche se Soggetto 11 si trovava davanti all'entrata, defletté i frammenti intorno a sé e non venne minimamente sfiorato.
Soggetto 11 corse fino alle scale, salendo a grandi balzi uccidendo chiunque lo intralciasse. Il panico si era sparso in tutto l'edificio. I civili correvano ovunque cercando un riparo, le loro urla erano melodie per le orecchie del folle uomo, ma ciò non lo fermò dall'eliminarli nei modi più disparati: poteva sollevarli a mezz'aria e conficcarli da qualche parte, farli esplodere dall'interno, indurli al suicidio o scatenare in loro una furia omicida che li portava anche ad uccidere il loro migliore amico con cui stavano parlando un minuto prima. L'unico suo limite era la fantasia, anche se la sua pazzia data dal suo potenziale psionico troppo elevato espandeva di molto questo limite e ciò non era un fattore positivo per il bene dell'umanità.
Dopo svariati minuti, un nuovo arrivato avrebbe fatto difficoltà a distinguere quella prigione da un macello, anche se avrebbe avuto poco tempo per cercare di fare distinzioni perché il Soggetto 11 non aveva problemi ad uccidere anche i nuovi arrivati.
Continuò a salire, arrivando pure ad affrontare numerosi soldati imperiali, ma nulla poteva contro di lui e alla fine raggiunse la superficie. Probabilmente erano rimaste poche persone in vita all'interno della prigione, anche se l'esperienza vissuta li aveva sicuramente traumatizzati e tutto ciò li avrebbe tormentati a vita.
Soggetto 11 si sentì più vivo che mai. Aveva passato anni in stasi all'interno di quella dannata capsula, anche se non sapeva quanti e quindi non aveva la minima idea dell'anno in cui si trovava. Una volta uscito dalla prigione tramite lo sfondamento di tutte le uscite, davanti a sé trovò un intero esercito in formazione preparato per ucciderlo, ma non avevano compreso chi stavano affrontando.
Soggetto 11 rise in modo isterico, sputacchiando qua e là e agitando le braccia in modo confuso.
Non perdere tempo demente! Vendicati, fai vedere il tuo potere in tutta la sua maestosità e piegali sotto il tuo comando
"Non insultarmi, così io mi offendo...".
Non ti sopporto quando fai così, sembri un debole
"Io non sono debole! Rimangiati ciò che hai detto"
Sei tu che l'hai detto dopotutto. Io sono te
L'esercito si stava avvicinando e presto avrebbero potuto bersagliarlo.
"Smettila. Io e te-"
Non dire "Io e te" per favore. Siamo la stessa cosa, parte di una mente ormai completamente andata
"Io...non...devo...ascoltarti...posso fare da solo" iniziò a mettersi le mani sulla testa e ad agitarsi, contraendo la sua faccia in espressioni d'angoscia e tormento.
Muoviti adesso! Non vedi che i luridi e comuni uomini stanno per spararti? Vuoi farmi uccidere?
"visto? A te importa solo di te stesso. Non pensi che anch'io possa morire"
ORA!
Soggetto 11 sembrò riprendersi dall'angoscia e guardò con odio le truppe nemiche. Scattò verso di loro, sentendo i granelli di sabbia tra le dita dei piedi e il calore dei raggi luminosi raggiungere la sua fredda pelle. Le truppe iniziarono a sparargli, ma la maggior parte dei colpi venivano deviati o direttamente rispediti al mittente. Alcuni riuscirono a farli ferite superficiali e per questo non rallentò minimamente.
Godette particolarmente nel devastare l'esercito che era stato mandato solo per uccidere un uomo. Fulmini scaturirono dalle sue mani e fuoco dalla sua bocca. Ogni sorta di disciplina psionica era magnificamente padroneggiata dal Soggetto 11, anche se il suo controllo di essi era alquanto limitato. Le corazze dei veicoli venivano sciolte o strappate manualmente da lui e in poco tempo non rimaneva nulla sul campo di battaglia.
Le uniche ferite che aveva ricavato erano quattro proiettili nel fianco, una bruciatura da laser sul collo e una sulla gamba e alcuni tagli su varie parti del corpo. Non avvertiva il dolore come chiunque, infatti, probabilmente avrebbero dovuto strappargli un braccio per fargli sentire il dolore che una persona normale provava facendosi un piccolo taglio al dito.
Bravo cucciolo. Hai ucciso in nome del grande dio Malal e lui te ne sarà grato. Per merito tuo il terrore si spargerà ancor di più nel genere umano
"Non fare il tenero con me" disse lui stando in posizione totalmente eretta e fissando l'orizzonte.
Oh, arriva qualcuno da sopra
Soggetto 11 alzò la testa per vedere una Storm Eagle bianca e nera discendere sul campo alzando la polvere, la quale gli scosse il lurido straccio con il suo passaggio. Il portellone del velivolo si aprì, facendone uscire una grossa figura racchiusa in armatura che gli fece ricordare una sola parola: Astartes.
Era solo e avanzava verso di lui con passo sicuro e senza timore. Portava al fianco una lunga spada incisa con alcune rune a lui incomprensibili e una pistola requiem. La sua armatura era degli stessi colori del velivolo, anche se non aveva uno schema fisso. Procedendo con l'avvicinamento, si tolse il casco mostrando il proprio viso. I suoi capelli arrivavano quasi alle spalle ed erano tendenti al grigio, anche se si notava ancora bene il biondo. I suoi occhi erano fissati sul Soggetto 11, ma la sua espressione era impassibile. Non gli diceva nulla e la sua mente non riusciva a penetrarlo. Si sforzò, ma sembrò che i suoi poteri non potessero nulla contro quell'individuo.
"Stai pure calmo" iniziò alzando una mano come per calmarlo "i tuoi poteri, per quanto potenti, non possono nulla contro di me".
"Com'è possibile?" chiese il Soggetto 11 indignato.
"Tu sei uno dei migliori psionici, io sono uno dei migliori Paria. Posso scegliere quando usare il mio potere e l'area d'effetto di esso, potendo coprire un raggio di chilometri. Al mio cospetto sei solo un uomo, e io sono un Astartes. In qualunque caso, vinco io" il Soggetto 11 ringhiò nel sentirsi inutile.
"Ma io non sono qui per ucciderti o farti del male. Sono qui per chiederti di stare dalla mia parte"
"Tu non sai di cosa sono capace. Non sai a chi sono devoto e-"
"Ti fermo già; io so tutto. Sei uno psionico Alpha-Plus di nome Neus Aram, catturato con astuti metodi e messo in stasi in questa prigione. Sei devoto al dio Malal, un dio a cui sono devoto pure io, anche se tu sei un uomo ignorante, mentre io conosco benissimo le culture di centinaia di culture aliene, ne parlo le lingue, ho conoscenze in tutta la galassia, ho colloqui con gli Illuminati e conosco cose sull'Imperatore che se solo conoscessi potrebbero sconvolgerti, oltre ad avere un particolare in comune molto importante. Sicuramente non pretendo che tu conosca l'identità degli Illuminati, la vera natura dell'Imperatore o cose del genere" il Soggetto 11 rimase sconvolto già solamente da quelle parole. Provava una decina di emozioni contemporaneamente, che passavano dalla rabbia alla tristezza o all'ammirazione.
"Basta, io non starò mai dalla tua parte. Potrai pure venerare il mio stesso dio, ma io sono indipendente!"
"Allora il buon Sigismund Kraad dovrà fare una cosa proprio cattiva. Vai pure Pra'Net'Kal" da dietro Sigismund spuntò una grossa ombra, la quale si scagliò sul Soggetto 11 entrando al suo interno dalla bocca. Il corpo dell'uomo cadde a terra in preda alle convulsioni, mentre il demone rilasciato da Kraad si infiltrava nella sua mente isolando l'anima dello psionico in un piccolo angolino. Dopo alcuni secondi, tutto finì e il corpo del Soggetto 11 si rialzò.
"Kal, potevi almeno non causargli le convulsioni" osservò Sigismund passando dal Basso Gotico alla lingua del demone.
"faceva l'autoritario nonostante la tua superiorità e a Malal non piacciono queste cose" la voce del demone era profonda e rauca.
"capisco. Non l'hai ucciso, vero?"
"No, altrimenti il suo potenziale psionico si estinguerebbe e non potrei sfruttarlo. Ora possiamo andare" Sigismund si voltò verso la Storm Eagle per tornare a bordo dell'incrociatore Anguish che attendeva in orbita e Pra'Net'Kal lo seguì a ruota.
"quando torniamo dalle altre navi, ricordami di dire a Mordecai i dettagli della prossima missione"
"non fare l'umile. So perfettamente che non te lo dimenticheresti neanche se volessi"
"Che modi, ora non si può neanche più chiedere un favore a una creatura del warp"
"Quand'è che si poteva?" chiese il demone mentre salivano sulla Storm Eagle. Sigismund si sedette su un sedile, poi guardò dritto negli occhi Kal e punto un dito sul suo petto.
"Tu...non hai....un fottutissimo senso dell'umorismo".

Un'altra missione era stata compiuta in nome del loro dio e a favore della Crociata dell'Undicesimo Giudizio, portando all'acquisizione di un nuovo elemento molto potente che avrebbe sicuramente assicurato un maggiore tasso di vittorie. Non c'era voluto molto, ma per la Crociata c'era ancora moltissimo a cui puntare.
Torna in alto Andare in basso
http://astropate.blogspot.com
Inertia
Nano
Nano
Inertia


Maschio
Numero di messaggi : 262
Età : 26
Località : Mestre-VE
Data d'iscrizione : 12.06.12

Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Empty
MessaggioTitolo: Re: Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti   Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeVen Mag 17, 2013 9:37 am

Ecco il mio Very Happy

Nel Bunker


‘’Non so perché sto scrivendo questo, e non so neanche chi leggerà le mie parole. Forse sto cercando di occupare il mio tempo, fattosi all’improvviso così vuoto.
O forse è insito nell’uomo cercare di creare qualcosa, qualsiasi cosa, dopo aver visto tanta devastazione. La mia mente segue percorsi strani e circonvoluti da un po’ di tempo ormai, e forse questo è solo un modo per tenere la mente occupata, e non pensare. ASSOLUTAMENTE NON PENSARE.

Il giorno in cui iniziò tutto era un caldo torrido.
Era impossibile stare al sole per troppo tempo senza sentirsi male. Ma mi ricordo che ero uscito, il comando di quartiere mi aveva affidato una ronda di controllo. Ricordo di aver visto Sigfried Tallen, uno degli psionici al servizio del mio reggimento. Era un tipo strano e temuto, come d’altro canto tutti quelli della sua razza, ma mi ero avvicinato per salutarlo. Mi accorsi subito però che aveva qualcosa che non andava. Gli occhi erano velati e pareva febbricitante. Mi sono avvicinato per vedere se potevo fare qualcosa, quando salì su un gravibus fermo nella stazione vicina.
Lo spostamento d’aria dell’esplosione mi aveva schiacciato a terra. Il convoglio prese fuoco immediatamente e nell’aria si sentiva l’odore di zolfo dei capelli e della carne bruciata. Frammenti di vestiti in fiamme volavano nell’aria e il grasso dei morti sfrigolava sulle rotaie.
All’epoca non comprendemmo il perché di quel gesto, ma come eravamo stupidi e ciechi allora, come credevamo che sarebbe durato tutto per sempre. Chissà, forse se avessimo saputo cosa sarebbe successo, se avessimo fatto qualcosa, il risultato sarebbe stato diverso.
Ma alla fine, cosa può l’uomo? Oh santissimo Imperatore, perdonami, ma ho perso la speranza nell’uomo.
Dopo quello che ho passato, chiunque avrebbe dubitato.
Ma ora per fortuna sto per fuggire da qui.

Il caldo nei mesi a seguire si era fatto più insopportabile, e con esso erano aumentati i suicidi. Un pazzo aveva urlato in un megafono che voleva salvare tutti, che DOVEVA salvare tutti, prima di disperdere al vento una neuroalga vietata, in una colonia del sud.
Le indagini che seguirono dimostrarono che l’uomo era un mutante, forse con abilità psichiche non sanzionate, forse in contatto con degli agenti ribelli delle forze di liberazione del Comandante Talin.
All’inizio non collegai le cose, e quando lo feci era già troppo tardi. Come potevamo aspettarci quello che successe? Come potevamo soltanto IMMAGINARE una cosa del genere? Forse i primi a morire furono i più fortunati.

Forse quell’uomo li aveva davvero salvati tutti.

Con le liberatorie piogge d’autunno iniziò l’invasione.
Dapprima erano attacchi isolati, alcuni morti e alcune biocupole familiari distrutte.
Ricordo gli scontri nelle megapiazze dei formicai, l’odore dei lacrimogeni militari nell’aria. La popolazione pensava che ci fossero i Gerarchi dietro agli omicidi, e chiedevano sangue.
Noi e gli Arbitres eravamo sempre al lavoro, sempre impegnati.
Quando ricevemmo l’ordine di svegliare e santificare gli spiriti macchina dei veicoli superpesanti, capimmo che qualcosa di molto grosso non stava andando come doveva.
Levian, una delle reclute, mi confidò che aveva deciso di scappare. Possedeva un piccolo shuttle per i voli spaziali, e voleva provare ad unirsi alle basi dei contrabbandieri, nascoste nella fascia di asteroidi del nostro pianeta. Mi chiese di seguirlo, ma non lo feci, e per poco non lo denunciai al commissario. Ma forse ora è morto anche lui, come molti, tantissimi altri…

Nel giro di poche settimane la situazione era già precipitata. Vedevamo le scie di fuoco attraversare il cielo verso i formicai del macrocontinente meridionale, ed era entrata in vigore la legge marziale da diversi giorni. Il mio reggimento era in mobilitazione totale, e fummo inviati a proteggere lo stretto cordone di terra che ci divideva dal sud.
Fu quel giorno che li vidi.
L’immagine di quelle cose mi resterà impressa nella mente fino alla morte, marchiata a fuoco nel cervello, ne sono certo.

Dalle retrovie vidi esplodere il Praetorian, il nostro scudo, la nostra speranza ed il nostro orgoglio.
La luminosità incredibile del reattore al plasma in fusione che riempiva il cielo fu uno spettacolo terribile. L’onda d’urto e la potentissima energia cinetica spianarono il terreno per diversi chilometri, vaporizzando tutto quello che incontrarono e lanciando in aria i carri armati come se fossero di cartone. Ma anche questo non bastò.
Quando li vidi travolgere l’artiglieria principale fuggii.
Con me era un alto comandante, mi rendo conto ora di non sapere neanche il suo nome.
Ed adesso eccomi qui. Penso che sia una specie di bunker di comando, o almeno così mi ha detto mentre scendevamo quaggiù. Il comandante sconosciuto è morto mentre azionavo il montacarichi. Ho sigillato di persona le porte stagne, e isolato totalmente il complesso di bunker dal mondo esterno.
Dai collegamenti satellitari li ho visti travolgere i formicai e schiacciare le ultime, disperate sacche di resistenza vicino al polo settentrionale. Prima che iniziassero a cadere i satelliti, ho vista la fusione dei generatori dei grandi cannoni di difesa a nord. Da allora più nulla, sono cieco e sordo, a parte per una telecamera che controlla l’ingresso alla porta principale, e da lì li vedo anche adesso. Ma non mi avranno. Mi potranno pure aver scovato, ma non mi uccideranno come tutti gli altri. Io sto per scappare. La chiave di tutto sta nel cassetto della mia scrivania.’’

La guardia si alzò lentamente dalla sedia, chiudendo il libro dalla copertina di cuoio e posando la penna. Si diresse verso un lavandino e si lavò la faccia. Poi guardò nello specchio la faccia di un uomo dagli occhi arrossati e lacrimosi. Passandosi una mano sulla bocca uno dei canini si staccò. Così, semplicemente. Non sentì neanche male. Venne via con facilità, come una carota dalla terra. Accadeva sempre più spesso ormai. Doveva essersi ammalato, i filtri non funzionavano più tanto bene.
Andò con calma verso gli altri settori del bunker, che conosceva ormai a memoria. Passò vicino alla vasche delle carpe anfibie di Pollen, che lo avevano tenuto in vita per tutti quei mesi. Gli dispiaceva che morissero, ma non aveva modo di portarle con sé. Oltrepassò poi la serra, le cisterne per l’acqua ed il reparto di produzione energia. Si fermò proprio in quel punto, e spostò tutti i quadranti nella zona di massima pressione. In quel modo, entro pochi giorni l’intero complesso sarebbe stato invaso da Promhetium in fiamme, spazzando via tutti gli invasori che avessero cercato di entrare.

Poi ritornò tranquillo verso la zona di comando. Solo uno degli schermi era ancora attivo, e lo fisso con fierezza mentre si sedeva al suo posto. Li aveva visti entrare nel complesso, e distruggere tutti i bunker prima del suo. Ora graffiavano vanamente la spessa porta blindata, ma non ci sarebbe voluto molto prima che riuscissero a far passare uno strumento da demolizione. Ma tanto sarebbe già stato molto lontano quando sarebbe accaduto.

L’alieno a sei zampe, uno degli innumerevoli altri che spingevano alla porta, lo fissò con una strana intensità, come se sapesse di essere scrutato attraverso la lente della telecamera occultata. ‘’Non l’avrete vinta voi, xeno’’ rimuginò la guardia mentre apriva il cassetto della scrivania e ne prendeva il contenuto.

‘’Non mi avranno!’’ pensò, mentre tirava il grilletto.
Torna in alto Andare in basso
Shadow King
Nano
Nano
Shadow King


Maschio
Numero di messaggi : 310
Età : 27
Località : legnago verona
Data d'iscrizione : 04.11.11

Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Empty
MessaggioTitolo: Re: Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti   Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeVen Mag 17, 2013 7:50 pm

I FIGLI DELL’ERESIA

“Non sarà Alba o Tramonto
La Nostra Fine,
né il Lontano Giorno,
né l’Oscura Notte.”
-Rogal Dorn, Primarca dei Magli Imperiali-

“Le Legioni muoiono per il Tradimento.
Muoiono nelle Fiamme e nella Miseria.
Ma, alla fine di tutto, muoiono nella Vergogna”
-James Shallow in Extinction-

Dorn giaceva accasciato alla parete del Crocificium, in preda alle convulsioni. Sudore freddo grondava copioso dalla fronte, mentre col braccio stringeva forte il petto. Una squadra di apotecari lavorava nel più completo panico, mentre cercava di curare la misteriosa reazione che stava avvenendo nel corpo del primarca. Rogal l’Illuminato perdeva le forze ogni secondo che passava.
-Lo sento, Harkor!- gridò Dorn, con una voce intrisa di sofferenza.
-Tenga duro, signore!- Fu la risposta del guaritore, che gli strinse la mano come a rassicurarlo.
-Non potete fare nulla! Né tu, né la tua squadra! Lo sento, Harkor!!!-
-Non dica così…-
-Mi… sta… abbandonando… Mi… sta…-
Harkor preferì tacere, comprendendo il riferimento del suo Signore.
L’Imperatore stava morendo. Mentre la più grande battaglia a cui il primarca avesse mai assistito veniva combattuta fuori dalle mura del Palazzo della Terra, il sovrano santificato dell’umanità aveva abbandonato il suo trono, diretto verso la nave dll’arcinemico
-Non sopravvivremo a questa notte, vero?- chiese l’apotecario, evitando ogni contatto diretto con lo sguardo di Dorn-
-Non… ti so dire…-
Fuori dalle enormi finestre del Crocificium si susseguivano una serie interminabile di esplosioni. Accecanti luci illuminavano le nubi, mentre assordanti boati spargevano il loro eco al vento.
-La Terra è pronta a cadere, signore.-
-Non dire così- rispose il primarca dei Magli Imperiali –Ci sono ancora uomini a combattere la fuori. Molti pensano che senza il Grande Padre la nostra stessa essenza che ci ha sostenuti in questi anni andrà perduta, soppressa dal lento passare delle ere. Ma io, nel profondo del mio cuore so che l’Imperium che abbiamo costruito sopravvivrà almeno finché ci saranno uomini a sostenere la sua causa. Vedi, è come un piccolo Imperatore che si annida nell’animo di ognuno di noi, ma sta nel nostro cuore la volontà di decidere se seguirlo o abbandonarlo. Che cos’è l’Imperatore, dopotutto? Nient’altro che un uomo; per quanto la definizione di uomo possa essere attribuita ad un essere così divinamente affascinante e misterioso; che ci ha uniti, guidandoci verso il termine di un progetto che senza lui sarebbe stato irrealizzabile. Ora che il suo progetto è terminato, spetta a noi continuare per lui la missione che ha cominciato-.
Gli occhi di Rogal Dorn ormai luccicavano, come quelli di Harkor, illuminati dalla luce delle esplosioni che si susseguivano nei cieli del pianeta.
-Sei con me, Harkor?- Il primarca allungò il braccio verso il marine.
-Sono con lei, signore- rispose l’apotecario. Detto ciò, il primo aiutò ad aiutare il suo generale, ormai colmo di determinazione.
-Andiamo, uomini!!! Spalancate i portoni: c’è una guerra da vincere!!!
Oggi sarà scritta la storia-

Lokerr strinse i denti. Un getto di sangue e budella lo investì, macchiando la sua armatura turchese. Ormai l’Evisceratore doveva avere letteralmente cambiato il suo colore originale. Per quanto riguardava Lokerr, lui si chiedeva ancora per quale motivo tutto quel sangue incrostato non avesse ancora incrostato gli ingranaggi della macchina, facendo inceppare l’arma.
-Meglio così- disse a sé stesso, prima di riprendere il massacro. Il capitano della 115° compagnia dei Figli di Horus in quel momento non si era mai sentito più vivo: aveva ormai perso da tempo il conto di quanti confratelli avesse ucciso in quella carneficina, ma si rendeva conto che dovevano essere veramente tanti. Per troppo tempo aveva represso la sua rabbia verso i suoi consanguinei: era arrivata l’ora della vendetta. Si aggirava tra le strade lastricate e i sanguinosi combattimenti come un assassino tra la folla, sfoderando l’arma solo quando era sicuro di poter colpire. Nessuno lo vedeva: si muoveva rapidamente, senza lasciare tracce del suo passaggio e senza annunciare il suo arrivo ai nemici. Dopo mesi barricati all’interno del Palazzo Imperiale senza combattere, i lealisti si erano ammosciati, il che rendeva ancora più semplice la loro uccisione.
-Muori, Figlio delle Menzogne!- Sbraitò il capitano mentre conficcava l’enorme spada a catena nel petto del nemico. L’arma ringhiò fino a quando non ebbe trapassato il corpo dello sfortunato Astartes, poi si inceppò.
-Maledizione! E’ andata!!!-
Lokerr si rese conto in quel momento di essere disarmato: la sua stupidità lo aveva indotto a rifiutare ogni tipo di armi a distanza.
Due marine dei Magli Imperiali si avvicinarono a lui, le spade a catena sguainate e ringhianti.
-Venite avanti, codardi! Non ho paura di voi!-
Tutto successe in un attimo.
I lealisti gli saltarono addosso, e lui chiuse gli occhi.
Tutto prese a vorticare, come se il tempo e la realtà si fossero momentaneamente liquefatti.
Dopo un lasso di tempo che gli parve infinito, quando riaprì le palpebre, era cambiato.
La sua stazza era aumentata e due grandi ali scure erano cresciute sulla sua schiena. La sua pelle era ora nera come la notte e i suoi occhi del colore del magma ardente. Nuovi simboli ora decoravano la sua armatura, lasciando la presunzione che si trattassero di rune arcane e malvagie.
-Uccidi per Khorne- diceva una nuova voce nella sua testa.
E lui era intenzionato ad ascoltarla.

Dorn oltrepassò di corsa i giganteschi portoni del Palazzo Imperiale, seguito dalla sua Guardia d’Onore. Il cuore continuava a tamburellargli nel petto come impazzito, ma la volontà di ferro del Primarca impediva al dolore di sottrarlo al combattimento.
Ciò che il capo dei Magli Imperiali notò prima di tutto il resto furono gli innumerevoli guerrieri traditori trasformarsi in oscene e rivoltanti creature del Warp: quelli che un tempo erano nobili guerrieri al servizio dell’Imperatore erano ora ridotti al livello di mutanti urlatori o progenie del Caos uggiolanti.
-Muori, essere immondo!- gridò, sfondando il ventre di un demone con la potenza del suo fedele Martello Tuono –Mastro Harkor, stammi vicino!- comunicò all’apotecario, facendo segno che la sua salute era ancora sulla lama di un coltello.
Scese lentamente la grande scalinata di marmo che conduceva al Sanctus Dominatus, mentre decine di traditori soccombevano sotto i colpi dei suoi fendenti. Uno per uno le creature rivoltanti corrotte dagli Dei Oscuri cadevano a terra senza vita. La determinazione infusa da Dorn nei suoi uomini faceva si che riuscissero a sopravvivere alla maggior parte dei colpi nemici, infliggendo numerose ferite a chiunque si opponesse a loro.
Non c’era nemico che si potesse opporre alla potenza degli Uomini del Primarca.
Ma presto uno si presentò.
Lokerr si muoveva leggiadro nell’aria, mentre con la sua nuova spada demoniaca falciava le anime dei poveri malcapitati che osavano sostare nella strada tra lui e la Grande Scalinata, amici o nemici che fossero.
-Dorn!!! Vieni a prendermi, vigliacco!!!- lanciò la sfida il demone.
Rogal si girò di scatto, ponendo fine alla vita di un capitano della Guardia della Morte che aveva osato sfidare la sua potenza.
-Maxwell Lokerr, quel bastardo… farfugliò tra sé e sé il primarca, prima di partire alla carica
-Arrivo, Lokerr! Arrivo a reclamare la tua anima per il mio Imperatore!-
-Sei un debole, Dorn- disse dalla lontananza Lokerr –Il tuo Imperatore sta morendo, ucciso dal suo stesso figlio! Il suo figlio più amato, per giunta! Il mio padrone, Horus, ha soddisfatto le nostre volontà una volta per tutte, finalmente.
Con uno scatto d’ira il Maglio Imperiale raggiunse, decapitandolo all’istante. La testa del demone venne staccata dal capo della Bestia appena il Martello toccò la carne. Il capo cornuto vorticò nell’aria sopra le teste dei soldati di tutte le disparate fazioni.

Dorn cadde a terra, quasi contemporaneamente con il corpo senza vita di Lokerr . L’oscurità lo avvolse. Qualcuno era appena morto, sulla nave di Horus, ne era certo.
Ma ora Rogal Dorn non sentiva più nulla di tutto ciò che stava avvenendo attorno a lui. I rumori della guerra si spensero: dimenticò l’odore del sangue, il suono dei Requiem e le grida dei feriti. Dimenticò la luce delle esplosioni e la vista dei cadaveri. Dimenticò la morte, il dolore e la sofferenza. Tutto attorno a lui era buio. Tutto attorno a lui era pace.

Averlad Chroniker; la Grande Eresia;
233534M39
Torna in alto Andare in basso
lorenzous
Predone
Predone
lorenzous


Maschio
Numero di messaggi : 716
Età : 23
Località : Trieste
Data d'iscrizione : 08.06.12

Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Empty
MessaggioTitolo: Re: Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti   Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitimeSab Mag 25, 2013 6:36 pm

Anche se un po' in ritardo ecco il mio racconto:

Furore

Una punta gli trapassò il petto, Maernius si guardò le mani sporche di sangue rosso acceso.
L' astarses emesse un gemito e si inginocchiò, la punta uscì fuori dal corpo e Maernius cadde sulla terra impolverata con un tonfo pesante. Huron, vicino al cadavere immobile, sorrise con la sua faccia storpiata dalle mutazioni di Khorne, svolazzò la lama in modo vittorioso e mise un piede sopra il corpo del nemico appena ucciso.
Maernius era in fin di vita. La ferita sul petto non gli faceva male, ormai era già passato il dolore più forte, l'unica cosa che sentiva era la mancanza del petto. Sentiva l'aria fredda che gli passava sulla ferita. Sentiva anche la battaglia intorno a sé: i proiettili che cadevano a terra, i demoni del caos che ridevano per la morte che li circondava e il rumore terrorizzante del caos.
Era la guerra. In quella galassia c'era solo guerra, xeno, alieni e il caos bramavano nell'ombra per attendere la caduta del' imperium umano, ormai al lastrico.
In quel pianeta, Fondis, si era creato un buco del warp, i nemici si stavano diffondendo dappertutto, i demoni massacravano la gente e facevano riti sanguinari appendendo i cadaveri sui muri dei santuari. Il caos profanava e bruciava qualunque cosa, distruggendo campi, coltivazioni, fabbriche, case e uccidevano per il loro malvagio dio... L' ultima spiaggia per i difensori e per la salvezza di quel pianeta erano gli astarses, uomini d'acciaio che non conoscevano la paura, così hanno insegnato a Maernius.

Il rombo dei motori anteriori fece tremare le strutture della capsula d'atterraggio, Maernius strinse le maniglie di metallo e guardò il suo compagno, di fronte a lui: Gaelus si grattò la testa rasata a zero e pulì il requiem ornato d'oro che portava in mano: “-Che bel gioiellino...-” parlò da solo osservando l'arma: “- Di sicuro lo useremo presto, contro quegli eretici -” svolse un guardò di fuori, come se vedesse qualcosa oltre parete della capsula, mostrando uno sguardo disprezzante.
Il sergente Seth si giro per guardare i confratelli, quando si sentì sempre di più il rumore della guerra che infuriava sotto di loro, Seth gridò -“Per L'imperatore! Confratelli, siamo Novamarine, discendenti di Guilmann!! E non conosceremo la paura!!”-
Quasi a beffare le gride del sergente, all'ultima parola la capsula d'atterraggio esplose colpita da un razzo contraereo. Maernius sentì le schegge di metallo graffiare la sua faccia e sentì l'aria abbattendosi contro di lui. L'astarses si accorse che stava cadendo nel bel mezzo della guerra.
Il suolo arrivò presto e Maernius perse i sensi.
Una mano lo prese e vide la faccia tatuata del Sergente.
Maernius si alzò in piedi guardando la distruzione che incombeva intorno a sé. Il sergente lo buttò per terra per evitare la raffica di un requiem pesante di un rhino del caos.
Un posseduto camminò verso di loro con un mostruoso tentacolo che gli usciva dal braccio, degli artigli spuntavano dall'altro braccio. Il casco era ormai smembrato dalle corna ossee che gli uscivano dalla carne.
A metà strada il posseduto urlò e incominciò a correre, fece un salto e si schiantò sul sergente che cadde a terra. Seth si alzò, ma il posseduto con un colpo secco del braccio mutante colpì il fianco del sergente. Seth sputò un fiotto di sangue prese la spada a catena e mozzò il posseduto. La testa del rinnegato rotolò insieme agli altri morti sul terreno pieno di macerie. Maernius prese il requiem e sparò ai posseduti che correvano gridando urli di battaglia e preghiere per i loro dei.
Uno di loro shivò i colpi e lo assaltò. Un colpo violento lo fece cadere. Il posseduto si tolse il casco, afferrò Maernius dal collo e lo tirò su di peso. Maernius poteva vedere l'orrenda faccia sporca del guerriero di Khorne: i denti erano affilati come una lama, la carne era secca con rughe e piaghe. Molte strisce di pelle pendevano dalla faccia decadente e le corna sembravano abbiano spaccato il cranio per uscire dalla testa.
Il posseduto grugnì e della bava uscì dalla bocca. Si preparò per dare il colpo di grazia all'astarses, ma un proiettile requiem spazzò via la testa al rinnegato. Il sergente diede un calcio al space marine del caos e Maernius si tolse la mano ancora afferrata al collo.
All'improvviso Seth scomparì dalla vista dell'astarses e vide un imponente figura munita di tentacoli e mutazioni: un Hellbrute. Nella mano del' Hellbrute c'era Seth che si dimenava dalla stretta potente del dreadnought. Un space marine del caos lo prese da dietro e con la spada a catena cercò di decapitare Maernius, ma lui gli diede una gomitata mandandolo a terra e gli sparò con il requiem, schizzandogli l'armatura. Era troppo tardi e l'Hellbrute schiacciò Seth che cadde con il sangue che gli usciva dalla bocca e dal naso,aveva l'armatura completamente spezzata. Il mostro mandò una fiammata dall'arma che teneva sulla spalla. Maernius fece una capriola, le fiamme lo colpissero alla gamba, rotolò vicino agli altri morti pieni di mosche, un sanguinario lo assaltò, ma lui gli sparò al cuore. Si alzò e si guardò intorno.
Non si era ancora accorto che era in un formicaio, era ormai tutto distrutto.
Stava in una strada lastricata coperta da morti smembrati e massacrati. C'erano colline di corpi morti che inondavano le case che si affacciavano in strada.
Era stanco. Vide un titano del caos schiacciare migliaia di nemici e amici. Maernius neanche si stupì di quel titano, sembrava che la sua mente sia già morta, ma il corpo non si era accorto e continuava a combattere inutilmente, senza un minimo ordine dal cervello.
Un commissario guidò un paio di guardie contro dei distorsori, un raggio al plasma sforò il commissario, cadde e lasciò l'eviscerator luccicante per terra. Il distorsore tirò un calcio al corpo inerme del commissario. Maernius, preso d'istinto, corse verso il rinnegato, afferrò l'eviscerator e squarciò in due lo space marine del caos, l'eviscerator si sporcò di sangue acceso e rombò sulla carne maciullata del rinnegato. Maernius lanciò un grido bestiale. Il distorsore era diviso a metà dal colpo del' astarses. Ora l'armatura dello space marine non era più del bianco crema e del blu acceso dei novamarine, ma era macchiata di sangue che colava fino a terra e di grumi di carne nemica che bloccavano gli anfratti dell'armatura potenziata. La stella a 12 punte che Maernius portava sul spallaccio era poco visibile, ormai era piena di graffi, segni e sangue. Un imperiale non riuscirebbe a capire di che capitolo sarebbe, al massimo poteva dire che era un angelo sanguinario o qualche capitolo discendente.
Con l'eviscerator nelle mani, l'astarses aveva tutta l'energia, si sentiva furioso e voleva a tutti i costi combattere con chiunque o battersi contro qualche campione, voleva una sfida. Una sfida valorosa.
Il titano gli attirava l' attenzione, aveva l'ira bollente nel sangue e non voleva sprecarla inutilmente.
Corse verso il titano e urlò: -“Per L'Imperatore!”- Si tolse il casco e lo buttò a terra. La faccia di Maernius era segnata da tatuaggi tradizionali dei Novamarine. Buttò giù qualsiasi gli stava davanti, mandandolo a terra, sia suoi confratelli, sia caotici, aveva in mente solo una cosa: distruggere quel titano.
Maernius arrivò al piede del titano, saltò agilmente fino al ginocchio e si afferrò sull'acciaio grigio e nero che rivestiva il titano. Il titano non si accorse nemmeno dell'intruso e continuò a schiacciare ogni cosa. Maernius all'improvviso mollò la presa per una scossa di una bomba perforante. L'astarses imprecò, ma continuò a scalare il mostro caotico. Arrivò alla testa del titano, la perforò, l'eviscerator stridii e si bloccò. Maernius tirò fuori l'arma e la buttò. Una scossa lo fece cadere, e il copertone d'acciaio volò via spinto da una forza sovrumana. Dalla testa del titano Maernius vide un condottiero del caos, mutato e alto il doppio dell'astarses di fronte. Il rinnegato tirò fuori una lama lucente, intagliata di motivi caotici e imbrattata di sangue secco, aggrumato nel corso dei secoli. Maernius si sentì male, bersagliato da potere psichico, il caotico parlò con disprezzo, sputando sul' astarses:
-“ Io sono Huron Cuorenero e tu chi sei? Come osi sfidarmi?
L'imperatore protegge, oh sì... ne siete sicuri? Lui sta morendo, anzi mi correggo, è già morto. E' un cadavere, se crediate che un cadavere possa aiutare, siete già in disgrazia.”- Gli artigli di Huron si avvicinarono a Maernius.
- “Anche se l'Imperatore non protegge, io sono un astarses e come dice il sacro codex di Guilmann: noi non conosceremo la paura!” - gridò lo space marine, alzandosi in piedi e tenendo in mano il requiem che aveva accinto sulla cintura.
Il titano tremò e la testa esplose, colpita da un raggio laser. Il mostro caotico ondeggiò e i due sfidanti caddero dal titano. Esplose, creando una scossa e un onda d'urto che spazzò via tutto.

La nebbia si diradò, lasciando polvere e silenzio. Maernius non sentì più niente, era morto, ucciso da Huron. Si sentiva soddisfatto, anzi, si sentiva benissimo, era lieto di essere morto. Era libero di pensare quello che vuole. Anche se vedeva il nullo totale.
Torna in alto Andare in basso
http://proiettiliinchiostro.blogspot.it/
Contenuto sponsorizzato





Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Empty
MessaggioTitolo: Re: Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti   Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti Icon_minitime

Torna in alto Andare in basso
 
Concorso di Scrittura di Warhammer 40.000: Racconti iscritti
Torna in alto 
Pagina 1 di 1
 Argomenti simili
-
» Concorso di Scrittura di Warhammer Fantasy:Racconti iscritti
» Concorso di Scrittura di Warhammer Fantasy - 1a Edizione
» I racconti del Kapo

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Il Vecchio Mondo -Warhammer Fantasy e 40K- :: WARHAMMER 40.000 :: La biblioteca nera-
Vai verso: