Il Vecchio Mondo -Warhammer Fantasy e 40K-
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 Concorso di Scrittura di Warhammer Fantasy:Racconti iscritti

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4 partecipanti
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Nickolas94
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Nickolas94


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Località : Torino
Data d'iscrizione : 23.07.11

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MessaggioTitolo: Concorso di Scrittura di Warhammer Fantasy:Racconti iscritti   Concorso di Scrittura di Warhammer Fantasy:Racconti iscritti Icon_minitimeVen Apr 26, 2013 12:26 pm

Questo è il topic in cui i partecipanti al Concorso di Scrittura di Warhammer Fantasy dovranno postare i propri racconti. Per ulteriori dettagli sul concorso, consultare l'apposito regolamento sempre qui in sezione Archivi di Altdorf.


Ultima modifica di Nickolas94 il Gio Mag 09, 2013 6:24 pm - modificato 1 volta.
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Numero di messaggi : 36
Età : 36
Località : Lecco
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MessaggioTitolo: Re: Concorso di Scrittura di Warhammer Fantasy:Racconti iscritti   Concorso di Scrittura di Warhammer Fantasy:Racconti iscritti Icon_minitimeGio Mag 09, 2013 11:55 am

Spero sia giusto il topic perché nel titolo del topic è scritto Fantasy ma nel primo post c'è scritto Warhammer 40.000.

Al mostro! Al mostro!

Fritz correva a perdifiato per l’intricato sottobosco della foresta, non aveva tempo per fare attenzione a dove mettere i piedi, era una questione di vita o di morte.

Mentre s’affannava a raggiungere il suo villaggio, piccolo ed immerso nella foresta del Drakwald, Fritz ripensò a quello che aveva visto durante una delle sue solite gite fra gli alberi più antichi e scuri: una creatura, una creatura abominevole, un mostro. Mentre gironzolava fischiettando fra i tronchi, un movimento inatteso aveva scosso la sua sicurezza e voltatosi, aveva sgranato gli occhi per un gelido stupore di fronte a tanto orrore. Quella bestia era un’aberrazione in costante mutamento, sembrava avere mille forme in una: un momento pareva un viandante mostruoso altre un ghignate incubo di volti e teschi. Attorno a quella cosa, la foresta mutava anch’essa, contorcendosi in spasmi di morte o alzandosi e cercando di afferrare animali e uccelli di passaggio che trovavano compimento del loro destino nell’aura mutevole di quell’orrore delle profondità silvestri. A Fritz, paralizzato dal terrore, era sembrato che il mostro l’avesse indicato ma, ripresosi, era fuggito in direzione della sua casa. Sperava di poter avvisare tutti in tempo ma un dubbio lo colse, un dubbio che lo fece pentire delle azioni compiute fino a quel giorno.

Fritz “il Matto” lo avevano soprannominato. Perché solo la pazzia poteva spingere un uomo a seminare il terrore nei suoi vicini. Il giovane infatti aveva la brutta abitudine, al ritorno dalle sue passeggiate, di percorrere l’ultimo tratto di foresta correndo a più non posso verso il villaggio urlando: “Al Mostro! Al Mostro!” per burlarsi dello spavento degli abitanti. Più volte era stato minacciato da alcuni suoi concittadini che, immancabilmente, si rintanavano nelle case e armati gli archibugi abbandonavano il lavoro nei campi o nelle botteghe.

Jacob, un possente omone che avrebbe potuto far a meno del martello per battere il ferro nella sua fucina, s’irritava moltissimo per quegli stupidi scherzi e l’ultima volta erano stati in cinque a bloccare il suo colossale braccio prima che si abbattesse sulla sganasciante bocca di Fritz.

Non era passata che una settimana da quell’ultima volta ma ora, il Mostro, era davvero vicino e minacciava la vita di suoi amici e conoscenti ma Fritz sarebbe comunque corso ad avvisarli anche a rischio di non essere creduto.

Il giovane riconobbe un vecchio abete che si trovava nei pressi della fucina di Jacob, era quasi arrivato. Difatti, mentre sbucava dal limitare degli alberi, vide in lontananza Jacob che discorreva con Hermann, il mercante che lo riforniva di minerale.

“Al mostro! Al mostro!” gridò Fritz: “Presto sta arrivando!”

A Fritz parve che anche stavolta le sue parole avessero sortito il giusto effetto poiché i due guardarono verso di lui colti da un muto terrore. Ma forse gli occhi sbarrati che dominavano sul viso dei due amici non erano dovuti tanto alle sue grida d’avvertimento quanto alla bestia mutante che doveva essere comparsa alle sue spalle. Fritz aumentò la velocità senza voltarsi. Fra le lacrime che gli attanagliavano le palpebre, socchiuse per l’aria sferzante, il giovane vide Jacob imbracciare l’archibugio e puntarlo verso di lui. Il mostro doveva ormai essere alle sue spalle, lanciò un ultimo lamento disperato che gli si strozzò in gola con la deflagrazione.

Tutto si fece buio.

Jacob e il mercante si avvicinarono alla creatura emersa dalla foresta. Nulla aveva di umano tranne che due gambe e braccia contorte ed artigliate; la testa era come piegata e fusa nella spalla sinistra e la bocca e gli occhi erano scivolati verso il basso, all’altezza del torace; la pelle era accartocciata e livida e in alcune zone ricoperta di scaglie o piume. Un orrendo abominio, figlio dell’oscuro e corrotto cuore della foresta del Drakwald. Agli altri abitanti del villaggio, attirati dallo sparo, Hermann e il fabbro raccontarono come il mostro fosse sbucato dalla boscaglia vicino all’alto abete berciando incomprensibili versi e correndo verso di loro con fare minaccioso. Jacob si chinò sull’empio cadavere per esaminarlo meglio: il sangue ormai colava fuori dal foro che il colpo aveva aperto nella sua fronte ma la mano del fabbro andò agli occhi della creatura erano bagnati da una secrezione densa e giallastra ma in qualche modo la sua espressione pareva quella di un essere in lacrime. Tali pensieri non fecero a tempo a passare per la testa di nessuno dei villici perché un orrendo latrato li fece voltare verso la foresta.

FINE
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Pelleverde
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MessaggioTitolo: Re: Concorso di Scrittura di Warhammer Fantasy:Racconti iscritti   Concorso di Scrittura di Warhammer Fantasy:Racconti iscritti Icon_minitimeGio Mag 09, 2013 1:31 pm

Sarebbe stata la sua ultima carica, era certo. Probabilmente sarebbe morto come ogni altro uomo al suo fianco, ma l'unica cosa per cui aveva ancora senso combattere era la gloria eterna, il fatto che le sue gesta non sarebbero andate perdute nei secoli a venire e che nessuno lo avrebbe mai dimenticato.

Kevan si lasciò investire il volto dalla brezza gelida del mattino, gli occhi chiusi, immerso in un silenzio infinito. Aprì le palpebre e guardò la valle sotto di sé, voleva fuggire, scappare, liberarsi dall'armatura e correre via con il suo cavallo, verso la salvezza. Una folata di vento spazzò la vallata allo stesso modo dei pensieri del cavaliere. Un fiore bianco, donatoli da una giovane fanciulla catturò la sua attenzione, lo prese dalle cinghie della bardatura e lo guardò dalle sue mani. Forse era meglio così, morire su quel campo innevato, combattendo per la sua gente, il suo popolo, la sua terra.

Sollevò l'elmo con due mani e se la mise. Lo scudiero porse a Kevan lo scudo e la lancia. La tunica nera contrastava con la brina che copriva il rilievo e la vallata e una croce rossa come il sangue si stagliava sullo scudo. Chiuse la celata e iniziò a galoppare verso valle. Alcuni istanti dopo centinaia di zoccoli caricarono dal crinale seguendo il cavaliere nero.

Gli orchi videro il nemico in arrivo e forse, per la prima volta nella loro vita provarono paura. Ruggendo in tono di sfida uno di loro si fece strada tra i propri simili, incoraggiandoli a resistere. Migliaia di voci urlarono e si mossero verso gli uomini.

I cavalieri continuarono la propria carica risoluti, senza paura, si aprirono e abbassarono all'unisono le proprie lance. Kevan colpì il proprio avversario con giusta furia, colpendolo in pieno petto e spezzando lo scudo in una miriade di Scheggie. La lancia attraversò il corpo della bestia ne colpì un'altra, attraversando la corazza dell'orco. L'asta si spezzò sotto l'impeto della carica e il peso dei due corpi. Rapido il cavaliere sguainò la spada dal fodero e affrontò un altro avversario, decapitandolo. Gli altri cavalieri si schiantarono come un onda che si infrange su un castello di sabbia, spazzandolo via senza fermarsi.

L'orda degli orchi si aprì e dalla marea infinita di orchi apparve il loro capitano e le sue guardie del corpo, il bruto dalla pelle scura come la notte fissò il nobile alcuni istanti, prima di muoversi verso di lui e roteare la propria mazza chiodata. Kevan spronò il cavallo verso l'orco, ma questi mulinò la propria arma mirando alle gambe del cavallo, queste si spezzarono con un suono atroce. Il cavaliere venne sbalzato di sella e si trovò riverso a terra. Cercò di rialzarsi, appoggiandosi alla propria spada si risollevò giusto in tempo di evitare un altra spazzata della mazza dell'orco. Kevan rispose furioso agli attacchi dell'avversario, colpendolo ripetutamente, ma l'armatura e lo scudo dell'orco, nonostante la natura rozza e primitiva resistettero al temprato metallo del cavaliere. Un orco nero si frappose tra i due sfidanti, l'uomo esausto affondò la propria lama nel collo della bestia prima che questa potesse abbassare la propria lama, distratto dal nuovo sfidante Kevan non vide arrivare il colpo avversario. La palla chiodata colpì l'elmo, schiacciando il metallo con estrema facilità. Il cavaliere cadde a terra. Cercò di alzarsi ancora ma non ci riuscì, un fiume di sangue scorse attraverso la celata per cadere sul terreno intriso di sangue. L'orco si abbassò su di lui, sguainando una lunga spada per finirlo, con le ultime forze il cavaliere spinse la sua spada nel collo del nemico. Buttò di lato il cadavere ed esausto si accasciò. vide il cielo, la neve scese dalle nubi grigie che sovrastavano la battaglia. Mai si era sentito così libero. Chiuse gli occhi e si sentì per la prima volta nella vita, felice.


Ultima modifica di Pelleverde il Lun Mag 13, 2013 7:50 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : Orrori ortografici)
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MessaggioTitolo: Re: Concorso di Scrittura di Warhammer Fantasy:Racconti iscritti   Concorso di Scrittura di Warhammer Fantasy:Racconti iscritti Icon_minitimeVen Giu 14, 2013 6:37 pm

Warhammer Fantasy
 
Alba di Guerra.
 
Tempo fa in una lontana terra abitavano tante razze di ogni genere, dagli orchi agli skaven per non parlare degli uomini-bestia e tanti altri ma l’esercito più forte del vecchio mondo erano le potentissime armate degli dei del caos inarrestabili e senza scrupoli composti da demoni e soldati putrefatti.
Ma non tutti i popoli erano selvaggi e assassini ad esempio l’impero dell’uomo si reggeva saldo da migliaia di anni,ma non solo anche gli antichi nani, maestri nell’arte di fabbricare armi (fu grazie alla loro esperienza che gli uomini riuscirono a sopravvivere)gli ultimi e i più saggi erano gli alti elfi, in conflitto da tempo con i nani.
La nostra storia parla delle avventure di tre popoli che uniti insieme riuscirono a compiere una tra le più grandi imprese conosciute nel vecchio mondo. Tutto ebbe inizio con l’invasione dell’ostland da parte del conte vampiro Frederick von drak,con la sua armata di non morti invase la città , le forze del conte elettore Giacomo I
Erano in netta inferiorità numerica. Dopo aver conquistato il primo livello, la fortezza cedette dopo 3 mesi di assedio, le armate del conte vampiro vennero sbaragliate,  grazie al vigore, al coraggio e alla forza degli uomini del conte elettore Giacomo I.


Pochi mesi dopo durante una riunione di tutti i conti elettori insieme all’imperatore Karl Franz, arrivò un
 
messaggero dai monti confini del mondo, casa dei nani.Il genrale Sakul chiedeva aiuto per un imminente attacco di tutte le tribù di orki unite per annientare i nani definitivamente,quest’ultimi non erano in molti visto che gran parte dell’esercito era partito per combattere gli skaven.
Il Re decise di inviare il conte elettore Giacomo I con 130mila uomini in soccorso dei nani,quando l’esercito arrivò all’avamposto nanico lo trovarono devastato, cadaveri di nani e orki sparsi ovunque per non parlare dell’odore nauseabondo e dei parassiti che si nutrivano delle carni ormai fredde, gli uomini rimasero inorriditi ma continuarono l’avanzata.
 
 
 
Camminavano da giorni, senza trovare la minima traccia di nani o anche orki,nessuno.
Raggiunta una torre di guardia di strutta trovarono un centinaio di nani della guardia d’onore,spiegarono che il generale Sakul aveva portato i sopravissuti nella fortezza di Karak-a-Karaz,grazie all’informazione Giacomo I fece marcia indietro e si incamminò per la città.
Mancava poco all’arrivo,ma da lontano si vedevano migliaia di tende appartenenti agli orki con palizzate,catapulte,torri d’assedio e aritete ma la cosa più spaventosa era che a guidare l’esercito c’era il terribile Koloz Zkallon detto il divora tezte.
Il conte sapeva di non poter passare in mezzo agli orki, sarebbe stato un suicidio,il thane Orgrim (capo delle guardie d’onore ) avvertì Giacomo I di un passaggio segreto dietro alle montagne.
Senza perdere tempo l’esercito imperiale attraverso il valico della montagna e entro nella città attraverso il passagio segreto,il generale Sakul fu molto contento di vedere volti amici. Il numero era comunque inferiore 200mila uomini e nani contro circa 400mila orki, l’assedio ebbe inizio quella,rocce infuocate venivano cagliate contro le mura della fortezza, le torri d’assedio avanzavano lente a causa dei cannoni dei nani e gli archibugi degli uomini.
Dopo circa una settimana alle prime luci dell’alba la porta venne sfondata e gli orki si scagliarono addosso al nemico un un urlo mostruoso :”Waaaaaagh”.
Le alabarde e le asce  infilzavano le carni verdastre degli orki,ma non potevano nulla contro troll di fiume e il loro grande capo Koloz Zkallon così intervenne il conte elettore Giacomo I sopra un maestoso grifone dalle piume argentate,la battaglia fù intensa il conte venne colpito a un braccio e nel torace, ma quando la fine sembrava vicina il suo grifone azzanno il collo del dragone su cui il grande orko era seduto e cadde giù schiantandosi contro le mura.

L’orko sapendo ormai di non poter vincere la battaglia scappò insieme al suo esercito verso le montagne nebbiose, il popolo dei nani fù grato all’impero per l’aiuto,infatti pochi giorni dopo i re di entrambe le fazioni stipularono una alleanza.
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