Il Vecchio Mondo -Warhammer Fantasy e 40K-
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 Vendetta

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MessaggioTitolo: Vendetta   Vendetta Icon_minitimeSab Feb 16, 2008 6:57 pm

Skinner celiava allegramente con il suo Stato Maggiore dopo la breve, ma cruenta, scaramuccia con gli Elfi. La lunga
colonna serpeggiava verso il limitare del bosco: entro poche ore gli uomini sarebbero tornati a bagnarsi nel sole dei
campi aperti che circondavano la misteriosa foresta nella quale erano penetrati qualche giorno addietro.
Ma più del rullio dei tamburi, il Generale apprezzava il cigolio di ruote ed affusti dell’artiglieria in marcia, ed il
rombare imperioso dei due Carri a Vapore, che cresceva nell’attimo di superare le asperità del terreno irregolare della
foresta. Presto sarebbe tornato ai suoi studi e, soprattutto, alla giovane moglie. Al pensiero si torse sulla sella ed
ordinò ai suoi Capitani di far accelerare uomini e mezzi.
La figura ammantata si sollevò dal corpo dell’Umano che giaceva scompostamente a terra, una pozza di sangue denso
che si allargava sul terreno ricco e scuro. La lama della sottile daga scomparve rapidamente in un fodero di corteccia
lavorata al punto da parir di pelle. Fece un cenno rapido al gruppo di figure che stavano controllando che tutti gli
invasori fossero morti, alcuni trafitti alla gola da lunghe frecce. Gli Elfi annuirono e sparirono in mezzo al fitto
sottobosco.
Von Sleepke, capocarro del Vecchio Affidabile, inveiva come suo solito sull’incapacità del novellino a cui avevano
affidato l’altro Carro a Vapore. Troppo lento, troppo veloce, troppo vapore…nessuna cosa sembrava fatta a dovere.
Mentre osservava irritato il carro che lo precedeva aggirare goffamente un intrico di enormi radici, Von Sleepke ebbe
come una folgorazione, tanto che dimenticò di ordinare al suo equipaggio di aumentare la pressione nella caldaia.
Le tracce! Dove erano finite le tracce lasciate dal passaggio dell’esercito quando si era fatto strada per andare a
recuperare il Vecchio Affidabile? Eppure, centinaia di uomini e –per Sigmar!- un Carro a Vapore avrebbero dovuto
lasciare una ferita molto evidente nella vegetazione! Qualche idiota là davanti doveva aver sbagliato strada,
oppure…un pensiero inquietante gli fece ronzare le orecchie. Qualcosa di legato alle leggende secondo le quali gli elfi
erano in grado di manipolare con le illusioni le menti di chi si avventurare nei loro Reami….
Il trillo di un uccello fu il segnale che diede il via alla mattanza. Dal fitto del bosco piovve sulla lunga colonna di
uomini una nube di frecce, seguita immediatamente da una seconda ondata. Una terza salva raggiunse le truppe
sorprese dall’improvviso cambiamento prima che gli addestrati soldati assumessero la posizione di difesa, puntando
tutte le armi verso i lati del sentiero. Von Sleepke vide una figura ammantata cadere agilmente alle spalle del
comandante del carro davanti al suo e passare velocemente una lama sulla gola dell’uomo. Prima ancora che il corpo
smettesse di contrarsi una seconda figura affiancò la prima e afferrò lo studente morente, scaraventandolo fuori dal
carro. I due Elfi scivolarono agilmente all’interno del carro dal portellone rimasto aperto, le lame snudate. Mentre
annaspava per chiudere il portellone, con la poca agilità che i suoi sessant’anni gli concedevano, un viticcio sottile gli
si avvolse attorno ad una mano, seguito da un altro che lo prese attorno al collo, stringendosi come una morsa di ferro.
Prima che potesse estrarre il corto spadino il viticcio lo strappò via dalla botola, come se fosse privo di peso. La faccia
paonazza, l’ultima cosa che vide prima di rendere l’anima furono due occhi freddi e spietati aprirsi nella corteccia di
un ramo.
Skinner bestemmiò sonoramente. Maledetti i suoi esploratori! Come avevano fatto a non percepire la trappola? Alle
sue spalle i due Carri si arrestarono bruscamente, tamponandosi. I fucili esplosero contemporaneamente, strappano
foglie e corteccia con uguale facilità. Una fitta nebbia avvolse la colonna. Ma nel fitto del bosco i proiettili risultarono
assolutamente inefficaci, e nessuno degli armati riusciva a prendere di mira alcunché fra le ombre mutevoli delle
piante. Persino il costosissimo Moschetto del Generale non riusciva ad inquadrare un bersaglio. Intanto le frecce
piovevano sulla truppa da ogni direzione, mentre i suoi Capitani lottavano per mantenere gli uomini in posizione. Ma
dopo pochi minuti la disciplina cedette e gli uomini si scompaginarono, scappando verso il lontano limitare della
Foresta. Persino gli arroganti studenti raccolsero le loro elaborate vesti e si diedero alla fuga, lasciando incustodite le
armi. Skinner diede di sprone: la battaglia era persa, e non era il caso di rimanere lì per vederne la fine. Il suo destriero
fece solo qualche passo prima che una freccia lo trafiggesse al collo, facendolo rovinare a terra assieme al cavaliere.
Skinner sentì quasi nettamente il secco “crak” che fece la sua gamba nel rompersi. Imprigionato sotto l’animale
morente, il Generale vide i resti della sua magnifica armata “speciale” sorpassarlo nella fuga. Cercò di trascinarsi via
dalla carcassa, ma il dolore era insopportabile. Mentre annaspava nella polvere, nella foresta tornata silenziosa se non
per il gemito dei moribondi, vide un Elfo dalle vesti fluenti venire nella sua direzione. Estrasse la pistola, ma prima
ancora che potesse armarne il cane le forze gli vennero meno e svenne.
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MessaggioTitolo: Re: Vendetta   Vendetta Icon_minitimeSab Feb 16, 2008 6:58 pm

Riprese i sensi dopo un tempo che gli sembrò infinito. Dopo qualche minuto la vista gli si schiarì. Era notte, e si
trovava in un’enorme radura, al cui centro, fra due enormi pini istoriati di spirali che lumeggiavano cupamente, i resti
di quello che –seppe con certezza- era l’uomo-albero che avevano abbattuto qualche giorno prima. L’essere era
immobile, ma ogni tanto, molto lentamente qualche sua parte si muoveva. Skinner vide degli esili viticci emergere da
terra e fondersi con i resti spezzati dell’essere. Attorno alla radura centinaia di Elfi salmodiavano aritmicamente nella
loro strana lingua. Braccia esili lo sorreggevano ai lati. Un Elfo dagli eleganti vestiti comparve nel suo campo visivo.
Le labbra erano tirate, gli occhi ridotti a fessure. Articolando le parole con difficoltà l’Elfo parlò freddamente. <<Mi
avete umiliato. Avete massacrato decine dei miei fratelli. Avete profanato la Foresta con il vostro passo e le vostre
macchine. Ma soprattutto, avete quasi distrutto il Sacro Spirito Driitu. E per questo voi Umani pagherete. I corpi dei
tuoi simili nutriranno gli Alberi, affinché la Foresta possa tornare immacolata.>>.
Qualcuno lo spinse alle spalle, avvicinandolo all’enorme corpo fra gli alberi. Con orrore, Skinner vide nella creatura
aprirsi come un’immensa ferita, lasciando esposta una sfera lucente e pulsante di misteriose energie.
La voce riprese: <<Tu, invece, nutrirai il Sacro Spirito. Ne diverrai parte, e condividerai il suo enorme dolore. Ci
vorranno secoli affinché la guarigione si compia, e per tutto questo tempo tu manterrai in vita l’essenza di Driitu
alimentandola con la tua essenza vitale. Se Isha sarà misericordiosa, a quel punto il tuo tormento cesserà. Addio,
misero Umano: se può consolarti, sappi che stai per divenire parte di uno dei più antichi spiriti della Foresta!>>
Un raggio di crepitante energia verde uscì dalla sfera ed avvolse il corpo di Skinner, sollevandolo da terra. Il corpo
dell’Umano sembrò spezzarsi, ed un urlo muto contorse la faccia dell’individuo. Driitu ne bevve avidamente
l’essenza. La scena durò pochi attimi: gli Elfi videro il guscio vuoto dell’Umano cadere scompostamente a terra e
giacere immobile.
Il Borgomastro si fece strada fra la folla che si era radunata al limitare dei campi coltivati attorno al villaggio. Ormai
da qualche giorno soldati emergevano dalla foresta, sporchi e laceri, spesso feriti. Si aspettava di vedere una scena
non troppo diversa da quella dei giorni precedenti, ma quando riuscì ad aprirsi un varco per vedere rimase senza
parole. A qualche miglio di distanza dal limitare del bosco le carcasse dei Carri a Vapore giacevano immobili, nessun
segno dell’equipaggio. Timidamente si avvicinò, seguito da qualcuno degli studenti meno feriti. Da vicino apparivano
perfettamente integri, solamente la parte superiore dello scafo risultava sparita. Strappata, quasi…. Qualcuno o
qualcosa li aveva traspostati lì durante la notte. E si era divertito a riempirli di terra e fiori, come fossero delle
gigantesche aiuole con le ruote. Uno degli studenti deglutì rumorosamente, ed il Borgomastro pensò a quali difficoltà
avrebbe avuto quel poveretto a spiegare quanto successo ai suoi superiori….
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