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 Il diario di Faust Machstrauss

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MessaggioTitolo: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeSab Apr 24, 2010 6:45 pm

Salve a tutti,
dopo il ''successo'', se così si può dire, riscontrato in seguito alla pubblicazione del mio racconto sulla "Guardia di Dulnheim", ho deciso di scrivere un secondo racconto, incentrato su di un giovane abitante di Bloumburg, un paesino edificato tra le spesse rocce dei Monti di Mezzo, nell'Ostland. Per ora non dico altro, spero vi piaccia Very Happy

Bloumberg, 2517

Capitolo Primo: ''L'Accademia''

"Una luce, la cui intensità aumentava gradualmente, proruppe all'interno della mia camera attraverso le finestre. Lentamente cominciai ad aprire gli occhi e, dopo pochi minuti, ero già in piedi. La mia camera, per quanto modesta in termini di grandezza, era un luogo molto soleggiato ed al contempo molto freddo durante i lunghi inverni di Bloumberg. Era il luogo in cui ero solito passare la maggior parte del mio tempo, immerso nelle letture di libri antichi ed ingombranti, la maggior parte dei quali riguardanti argomenti come il comportamento degli esseri umani, l'anatomia e le scienze.
Quel giorno ero felice e spensierato, consapevole del fatto che sarebbe stato indubbiamente un giorno che avrei ricordato per sempre: era il mio giorno. A Bloumberg, ogni inverno, si teneva una sorta di fiera locale, con giochi e competizioni di ogni genere. Quell'anno si era tenuta una gara particolare: si trattava di una gara in cui i concorrenti avevano una lista di ingredienti ed oggetti vari da trovare, tra le montagne e la foresta a valle, che avrebbero dovuto consegnare al giudice. Ogni volta che una lista veniva completata, ne veniva assegnata un'altra a caso, poi, al termine della gara, coloro che avevano completato più liste avrebbero vinto un premio ambito da tutti: avrebbero trascorso un mese all'interno dell'Accademia di Bloumberg. Durante la permanenza, i fortunati avrebbero seguito le lezioni ed avrebbero potuto usufruire di tutti i privilegi del caso e, al termine del mese previsto, avrebbero sostenuto un difficile esame e, in caso di superamento di quest'ultimo, sarebbero divenuti ufficialmente parte della tanto ammirata Accademia. Era un privilegio enorme e comportava grandi responsabilità, solo in pochi erano riusciti a superare l'esame di ammissione. Quell'anno, io ero arrivato secondo alla competizione, così, insieme ad altre sei persone sugli oltre settanta parteciapanti, fui scelto per iniziare a frequentare l'Accademia. Era la prima volta che così tante persone venivano scelte, ma era una scelta obbligata dato che ben cinque partecipanti avevano completato lo stesso numero di liste.
Dopo aver preso le mie cose ed aver dato una spolverata ai miei vestiti migliori, mi preparai a lasciare casa. I miei genitori erano morti tempo addietro, uccisi da un gruppo di briganti, così ero rimasto da solo. I brutti ricordi e la solitudine mi facevano pesare i miei ventun'anni. Nonostante tutto, fui capace di superare i miei problemi e le mie difficoltà grazie ai libri; mi dava conforto leggere, immergermi nelle pagine di libri dimenticati dai più.
Prese le ultime cose, mi incamminai lungo la stradina che portava in paese, voltandomi di rado per dare una sorta di saluto e di conforto verso la casa rimasta vuota. Poco dopo fui in piazza dove mi attendevano gli altri sei vincitori: Karl, Lucius, Erick, Friederich, Margareth e Elizabeth. Karl e Lucius erano gemelli, alti e dal colorito scuro, figli di un boscaiolo dal quale ereditarono anche l'innata possanza fisica. Riuscivo a distinguerli solo perchè Lucius lasciava che la barba gli crescesse, mentre Karl si radeva e portava i capelli leggermente più corti. Erick era uno dei pochi amici che avessi mai avuto. Era simpatico ed altruista, un tantino basso per la sua età, con occhi color ghiaccio che trasmettevano un senso di tristezza e solitudine, molto similmente a ciò che provavo io.
Friederich era il ragazzo più geniale che avessi mai conosciuto: la sua cultura era vastissima e gli consentiva di spaziare dalla medicina alle arti di combattimento; era dotato di grande perspicacia, di un forte animo e di un'arguzia comune a pochi. In un certo senso, era il mio rivale più grande, era l'unico in grado di mettermi in soggezione, non che io fossi così sicuro di me all'epoca. Margareth era una donna adulta, di circa trent'anni, ma che non si era mai maritata, forse per via della sua reputazione di bevitrice e di rissaiola. Si dice che una volta abbia catturato un cinghiale enorme a mani nude, senza riportare danno alcuno. Infine, c'era Elizabeth. Lei era bellissima, intelligente e buona con tutti, persino con chi la trattava male. Riusciva a tirar fuori il meglio da ogni persona semplicemente con il suo sorriso, lo stesso sorriso che aveva rubato il mio cuore. Aveva circa un'anno di meno di me ed erano già due anni che mi ero perso in lei. Era così piacevole e rilassante stare in sua compagnia che dimenticavo ogni problema ed ogni difficoltà. Come i più grandi segreti celati a questo mondo, così rimase il mio amore per lei, poichè sapevo che lei amava qualcun'altro: Friederich.
Li vedevo spesso assieme e ne soffrivo tantissimo, ma non volli mai rivelarle ciò che si celava nel profondo del mio animo per il timore di perderla per sempre. Ora come ora rimpiango di non averlo fatto, ma le cose raramente vanno come vorremmo.
Salutai il gruppo, non senza apparire goffo ed imbranato agli occhi di tutti, come al solito. Dopo qualche minuto, ci dirigemmo verso la sede dell'Accademia, situata più a nord di Bloumberg, tra alcuni speroni di roccia, al di sopra di un grande e lungo fiume che portava a valle, verso la foresta.
Circa quattro o cinque ore più tardi, dopo una marcia sfiancante, scorgemmo in lontananza la magnifica struttura, così ben conservata nel corso dei secoli. Sembrava quasi che si trovasse su un'isola sospesa a mezz'aria sul fiume. L'unico collegamento tra le due pareti rocciose era un piccolo ponte, vecchio almeno quanto l'edificio, ma non altrettanto ben conservato. Per quanto vecchio e pericolante, la traversata sul ponte non fu un problema. Giunti dall'altro lato, mi sembrò di tornare indietro nel tempo e vedere l'enorme palazzo come doveva essere al momento della costruzione. Erick mi tirò per un braccio, facendomi rinvenire dal mistico rapimento. Non appena arrivammo all'immenso portone, un'uomo alto e dall'aspetto cupo ci aprì, accogliendoci freddamente ed in silenzio. L'interno era quasi più stupefacente della facciata: tappeti, quadri ed enormi candelabri erano ciò che saltava subito all'occhio, seguiti poi dalla visione delle pareti e delle scale, tutto in un pregiatissimo legno, tutto superbamente conservato nel proprio stato originario. Sembrava quasi di essere in una reggia. Subito fummo accolti da un uomo anziano, forse sulla sessantina, che ci diede cordialmente il benvenuto, illustrandoci con garbo le norme comportamentali. Si presentò come "Kod
". Ci spiegò che all'interno dell'Accademia, tutti gli studenti, i docenti e gli inservienti assumevano come nome in codice un nome fittizio scelto a caso dal sommo supervisore, questo per tutelare i membri da eventuali percioli.
Ben presto, ci furono mostrati gli alloggi: camere spaziose e suntuose, dall'aspetto regale, dove avremmo trascorso i nostri giorni. Una volta lasciate le nostre cose nelle camere, "Kod" si offrì volontario per farci da guida all'interno dell'edificio. La visita però durò pochissimo, poichè fummo interrotti quasi subito dallo stesso uomo che ci aprì il portone, il quale disse di seguirlo, quasi come se ci stesse intimando di farlo. Noi, chiaramente, acconsentimmo e salutammo "Kod", dopo averlo ringraziato di tutto. L'uomo ci condusse all'ultimo piano dell'edificio, fino ad una porta di legno particolarmente lavorata e ben mantenuta, dove ci disse di attendere, poi entrò. Nel frattempo, si era già fatto il crepuscolo ed una lieve pioggia iniziava a cadere dal cielo. Poco dopo, l'uomo uscì dalla stanza e ci disse di entrare. Una volta all'interno, ci fece accomodare su sette poltrone di tessuto rosso, per poi uscire senza proferir parola. La stanza era molto grande ed affacciava sulla valle; intravedemmo alcune case scure in lontananza, probabilmente Bloumberg. Il sommo supervisore non ci mise molto a palesarsi: era un uomo di media statura, forse una quarantina di anni, con pochi capelli, perlopiù biondi e grigi. Si sedette di fronte a noi, presentandosi come "Haze". Ci diede il benvenuto ed iniziò a parlarci della nascita dell'Accademia, di Bloumberg e di Wolfenburg, capitale dell'Ostland.
Il suo fu un monologo che durò un'oretta, durante la quale ognuno di noi prestò grande attenzione.
Essere parte dell'Accademia era uno dei privilegi più grandi per un cittadino dell'Ostland, poichè lì furono addestrati i più grandi condottieri, eroi e nobili di tutto l'Impero. All'improvviso, smise di parlare e sembrò essere distratto da qualcosa al di fuori della finestra. Ci scambiammo occhiate interrogative, nessuno di noi voleva parlare se non sotto esplicita e diretta richiesta dell'uomo. Poco dopo, il sommo supervisore staccò lo sguardo dal vuoto del baratro, ritornando al discorso iniziale e concludendolo rapidamente, invitandoci poi ad avviarci verso la sala comune, dove venivano consumati i pasti. Dopo averci congedati, tornò a fissare un punto all'esterno, ma non fui in grado di capire esattamente cosa ci fosse. Con la coda dell'occhio, mentre uscivo, notai una specie di bagliore provenire da una delle librerie all'interno della stanza, ma non ci feci caso al momento, solo in futuro avrei capito.
Ci dirigemmo verso la sala comune, sempre scortati, ma questa volta da una donna molto affabile. Ella si presentò come "Dhali". La sala era colma di gente, ci saranno state almeno una sessantina di persone tra docenti e studenti, senza contare poi gli inservienti. Ci fecero accomodare lungo un grande tavolo rettangolare, insieme ad altre persone, ma nessuna di esse proferì parola durante la cena. Sentivo che c'era qualcosa di strano, ma non sapevo bene cosa.
Finimmo abbastanza velocemente di mangiare, poi fummo accompagnati alle nostre camere; in effetti eravamo stanchi e volevamo riposare. Dopo esserci salutati, ognuno si avviò verso la sua camera.
La pioggia batteva forte sui vetri delle finestre e si udivano tuoni rimbombare in lontananza.
Inizialmente non riuscivo a prendere sonno, ero felice di aver ricevuto quell'opportunità, ma non mi sentivo a mio agio, forse era perchè non avevo mai dormito fuori casa, pensai, ma mio malgrado mi sbagliavo, era un sentimento assai più radicato ed un sorta di presagio assai più oscuro.
Il mio sonno fu interrotto da urla acutissime proveniente dal piano-terra. Mi infilai velocemente qualcosa, presi una candela, la accesi e corsi giù per le scale. Ben presto arrivarono anche gli altri.
La scena che ci si parò dinanzi era orribile: un cadavere martoriato era stato crocifisso al portone principale e l'atrio era un lago di sangue. Ci avvicinammo e scoprimmo con orrore che il cadavere era quello del sommo supervisore. Di fianco al corpo, affisso al portone, c'era una lettera. Inconsciamente mi avvicinai, prendendola. Tutti erano intenti a gridare ed a disperarsi, nessuno sembrò curarsi di me. Tornai dal resto del gruppo, mentre aprivo la lettera. Al suo interno, trovai un messaggio scritto col sangue che recitava: ''
Il tempo di svelare i segreti è giunto, 94 persone restano. I numeri 1, 5, 9, 13 e 17 sono la chiave. Tutto sarà finito quando l'ultimo diamante brillerà e la verità sarà esposta.''. Durante il tempo che trascorsi lì, su una cosa di sicuro non mi sbagliai: quel giorno non lo avrei dimenticato."


Spero vi sia piaciuto Very Happy Scusate per la lunghezza, ma essendo il primo capitolo ho dovuto allungare un pò il ''brodo'' Razz Se vi piace come inizio, posterò il seguito del racconto in questi giorni Il diario di Faust Machstrauss 262545
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeSab Apr 24, 2010 6:49 pm

Bellissimo, mi piace molto
Sono felice che tu abbia ripreso a scrivere, così ci sarà bella una storia in più
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeSab Apr 24, 2010 6:57 pm

veramente bello Ok
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeSab Apr 24, 2010 7:34 pm

Bellisssimo mi piaciono molto i misteri intriganti soprattutto se ci sono molte vittime (forse ono un po' sadico ma assomiglia molto a angeli e demoniche mi è piaciuto un sacco)...
sembra molto interessante non perderò un solo capitolo Il diario di Faust Machstrauss 114718
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeSab Apr 24, 2010 8:41 pm

nulla da dire,complimenti Il diario di Faust Machstrauss 549507 mi piace che ti sia inventato un enigma nella storia, non deve essere stato facile costruirci una vicenda attorno.
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeDom Apr 25, 2010 9:28 am

Grazie a tutti, sono contento vi piaccia ^^ Per quanto riguarda enigmi e misteri, esercitano un notevole fascino anche su di me Smile Comunque non è stato difficile scriverci una storia attorno, mi è riuscito piuttosto facile, è bastato intrecciare alcune storie e creare l'enigma centrale Il diario di Faust Machstrauss 262545
Comunque più tardi pubblicherò il secondo capitolo Il diario di Faust Machstrauss 549507
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeDom Apr 25, 2010 10:01 am

Molto bello.. complimenti.. mi piaccioo troppo i misteri...
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeLun Apr 26, 2010 9:11 pm

Salve a tutti,
scusate se non ho postato il prosieguo della storia ieri come avevo detto, ma ho avuto qualche problema con la connessione ed il mio router sembrava avermi lasciato per sempre >_>
In ogni caso, questa sera la connessione sembra ripristinata a dovere, così ne approfitto per scrivere il secondo capitolo Smile

Capitolo Secondo: "Strane Coincidenze"

Accademia di Bloumberg, 2517


"Il ritrovamento del cadavere non fu l'unica scoperta inquietante che facemmo quella sera funesta, poichè uno degli studenti, un certo "Rein", scoprì che il ponte che collegava l'Accademia alla civiltà era stato abbattuto, irrimediabilmente. Io iniziai a sentire la paura che si faceva strada dentro di me, distruggendo le mie speranze e frantumando i miei sogni: era un profondo timore, quello di perdere la vita. Inizialmente, comunque, non so perchè decisi di non parlare a nessuno della lettera, lo avrei fatto più tardi, in quel momento le miei preoccupazioni erano due: sopravvivere e proteggere Elizabeth, a qualunque costo.
In quegli attimi di tensione, paura e disperazione un'uomo si fece avanti: era di media statura, occhi chiari e vispi, barba folta e grigia, così come i capelli, probabilente avrà avuto una cinquantina d'anni, forse qualcuno di più. Si presentò come ''Niahal'', dicendo di essere un medico; tutti sembravano nutrire profonda ammirazione nei suoi confronti. Egli si offrì volontario per studiare il corpo del sommo supervisore ed io gli chiesi gentilmente di poterlo assistere. Egli accettò, così avvolgemmo il cadavere in un telo e lo portammo in laboratorio, dove iniziammo a studiare le ferite riportate dall'uomo. Notammo innanzitutto che la maggior parte delle ferite erano state indubbiamente causate da un'arma da taglio, quale una spada, molto probabilmente. Ciò che notammo in seguito aveva dello strano e dello sconcertante: l'uomo presentava alcuni segni di bruciatura su alcune parti del corpo, mentre in altre zone si erano formate e si stavano ancora formando strane bolle, simili a quelle riportate in seguito a gravi ustioni da acido, ma ciò che ci inquietò di più fu l'enorme tatuaggio presente sulla schiena dell'uomo: rappresentava una sorta di albero senza foglie, sai cui rami sembravano pendere strani simboli; inoltre le radici si allungavano fino ai glutei, intrecciandosi vorticosamente, formando molteplici disegni e simboli contorti.
Cercai qualcosa su cui disegnare la stravagante immagine, per così studiarla in seguito.
Finiti gli studi, salutai "Niahal" e ci separammo. Mi diressi verso l'atrio, ma mi accorsi presto che erano già andati via tutti. Un brivido percorse la mia schiena e la paura tornò più forte di prima. D'improvviso la candela si spense: ero al buio ed ero solo. Istintivamente iniziai a correre, senza curarmi della direzione, andai verso quella che mi sembrava la luce più vicina. Mi ritrovai nella sala comune, dove quattro torce erano rimaste accese. Ero completamente sudato e stavo tremando; avevo sicuramente attirato l'attenzione su di me, ammesso che ci fosse qualcuno nei paraggi, con il rumore dei miei passi. Mi fermai qualche secondo, almeno per riprendere il fiato e per calmarmi, ma mi ci vollero alcuni minuti.
Una volta ripresomi, mi guardai attorno e notai degli strani particolari:
in alto, appesi al muro nei quattro punti cardinali, c'erano dei vessilli ritraenti un simbolo, precisamente quattro dei cinque simboli tatuati sulla schiena del sommo supervisore. Questo particolare risvegliò in me lo spirito investigativo assopito nel corso del tempo, così, noncurante della paura e dell'eventuale rischio, iniziai a perlustrare la sala, ma non trovai nulla.
Una buona mezz'ora più tardi, la stanchezza mi colse con una certa veemenza, così fui costretto ad abbandonare le ricerche e, presa una torcia, mi incamminai verso la mia camera, in fin dei conti non era troppo lontana da lì e ricordavo la strada.
Mentre salivo l'ultima rampa di scale, mi sembrò di udire qualcosa; mi bloccai di colpo e rimasi ad ascoltare, l'orecchio teso per captare qualsiasi suono. Qualche secondo dopo trovai la fonte del rumore: era una sorta di cantilena in una lingua a me sconosciuta e proveniva da una sala al piano-terra. In quel momento la mia stanchezza fu subito rimpiazzata da una fatale curiosità. Sapevo che era rischioso andare, ma la torcia ne avrebbe avute ancora per più di un'ora ed il fascino per il mistero mi convinsero ad andare.
Dopo un paio di minuti fui nuovamente nell'atrio dell'edificio, dove mi fermai per capire da quale delle tante sale provenisse il suono. L'udito non mi ingannò ed individuai la fonte in una stanza in direzione nord-ovest; c'era solo una porta in quella direzione, così mi avvicinai molto lentamente, fino ad arrivare ad un palmo dalla porta. Mi accorsi che dall'interno proveniva una fioca luce, probabilmente quella di qualche torcia. Esitai, poi, sempre molto lentamente, la aprii e mi affacciai, fino ad avere una parziale visione della stanza: era una stanza rettangolare, illuminata da due o tre torce, con le solite pareti in legno ed alcuni quadri e tappeti. Una stanza normale, in sostanza. Ciò mi rassicurò quel che bastava per entrare, anche perchè il canto proveniva dalla stanza adiacente, così mi addentrai e volsi lo sguardo in tutte le direzioni, quasi freneticamente, sia per evitare eventuali attacchi a sorpresa, sia per cercare di far caso a qualche dettaglio, ma nelle mie condizioni e nelle scarse condizioni di luminosità in cui versava quel posto, difficilmente ne avrei trovati.
Poco dopo decisi di avvicinarmi alla porta; il canto si faceva sempre più comprensibile man mano che mi avvicinavo, sembrava quasi una di quelle canzoncine che si cantano ai bambini. Oramai ero lì, così mi feci coraggio e con un'innaturale lentezza ed accuratezza nei movimenti, aprii la porta. Quando mi affacciai, la scena che vidi fu orribile: un corpo era riverso al suolo, la faccia contratta in una smorfia di dolore misto a paura, con un
carillon stretto nella mano destra, mentre la sinistra stringeva una torcia oramai spenta. Quando mi avvicinai di più, riconobbi a malapena il viso dell'uomo: era "Niahal". Questa volta il terrore prese il sopravvento su di me, così corsi via, mentre si figurava dinanzi ai miei occhi l'immagine del corpo di un'uomo che fino a poco più di un'ora prima era stato con me. Entrai nella mia camera, non senza aver fatto cadere più volte la chiave in preda ad una crisi di panico. Chiusi la porta a chiave più volte e cercai di calmarmi, ma non ci riuscii. Dopo che quelle che credetti essere ore, mi calmai e mi avviai verso il letto, non prima di aver sigillato tutte le finestre.
Quando fui sul punto di coricarmi, notai qualcosa sporgere dal cuscino; sembrava il bordo di una lettera. Con le mani tremanti ed il cuore che batteva a mille, la presi e la aprii: era un'altra lettera scritta col sangue.
La calligrafia sembrava essere la stessa di quella precedente, ma il suo contenuto fu per me assai più spaventoso; essa recitava: "Colui che profanava i corpi è morto, 93 persone restano. Colui che troverà questa lettera sarà benedetto, poichè egli è forma e quantità. Egli giocherà al gioco eterno, gioco che diviene lotta. Il suo è un fato segnato, così come lo è per gli altri. I simboli sono la chiave per le chiavi, fino al profondo di colei che è nostra madre.". Capii che mi ero immischiato in qualcosa molto più grande di me, qualcosa che andava oltre le mie capacità e competenze, ma era già troppo tordi per tirarmi indietro. Qualcuno si stava divertendo a miei spese, anzi, a spese di tutti. La mia fu una notte terribile, piena di incubi, alternanza continua tra sonno e veglia, tra lenzuola che sembravano aggrovigliarsi attorno alla mia vita e strangolarla.

Come vi sembra? Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo ^^ Domani pomeriggio posterò il seguito Smile
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeMar Apr 27, 2010 10:47 am

nel precedente racconto c'era l caos di slaanesh, stavolta punto su Tzeench
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeMar Apr 27, 2010 11:14 am

Mi piace molto!!!
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeMar Apr 27, 2010 11:59 am

Ragazzi dire mi piace molto mi sembra troppo poco... quindi sto zitto e mi inchino Il diario di Faust Machstrauss 500649
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeMar Apr 27, 2010 1:26 pm

Molto interssante mi piacciono molto questi misteri, e questo adesso si sta infittendo sempre di più!
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeMar Apr 27, 2010 5:13 pm

complimenti
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeSab Mag 01, 2010 11:11 am

Salve a tutti,
grazie mille per i complimenti, siete troppo buoni! Smile Vi chiedo scusa se non ho postato il continuo del racconto in questi giorni, ma ho avuto qualche problema con la connessione ed il router, sono mortificato Sad Comunque oggi sono finalmente in grado di pubblicare il terzo capitolo, perciò passo alla narrazione Very Happy

Capitolo Terzo: ''L'ombra del dubbio''

Accademia di Bloumberg, 2517

"La mattina seguente ero stanchissimo, non avendo quasi chiuso occhio quella notte, e terrorizzato dagli avvenimenti degli ultimi giorni.
Quando fui sicuro che il Sole stesse sorgendo, uscii dalla mia camera, dirigendomi verso la stanza dove la sera prima avevo ritrovato il corpo di ''Niahal''. Mentre camminavo notai che non c'era ancora nessuno sveglio o, almeno, non già in piedi a passeggiare per l'edificio. Questa volta, con la luce che irrompeva dalle vetrate, prestai più attenzione a ciò che mi circondava: antichissimi quadri ritraevano personaggi famosi e osannati, altri, evidentemente più recenti, erano ritratti di grandi uomini di quel tempo. La cosa che mi stupì fu che non vidi neanche un quadro ritraente un paesaggio naturale o qualcosa di diverso, solo ritratti.
Poco dopo giunsi sul luogo del delitto e trovai tutto come la sera precedente, evidentemente nessun'altro aveva ritrovato il cadavere. Nonostante sapessi cosa mi aspettava in quella stanza, lo shock di trovarmi dinanzi il cadavere di qualcuno che era vivo e con cui ero stato la sera precedente fu inevitabile. Mi sembrava tutto così assurdo, dopo ventun'anni trascorsi sui libri non avevo mai realmente visto un cadavere e quello di ''Niahal'' era già il secondo in meno di due giorni.
Lasciai i miei dubbi e le mie paure alle mie spalle e mi decisi ad esaminare la stanza e prestai attenzione a tutti i minimi dettagli. Come prima cosa presi il carillon dalla mano di ''Niahal'', ma non fu facile, il corpo si era già irrigidito. Quando lo esaminai vidi delle scheggiature sui lati, nonostante sembrasse nuovo; inoltre la musica che ne fuoriusciva sembrava essere di un'altra epoca, un'epoca di segreti e misteri.. non avevo mai udito nulla di simile prima di allora. Riposi accuratamente il carillon in uno zaino che avevo portato con me, poi ripresi le 'indagini'. Solo allora notai che la stanza era assai più grande di come avevo pensato che fosse la sera precedente: essa nascondeva un'immensa libreria. Mi avvicinai ai libri e, da quello che fui in grado di vedere, erano tutti libri sulla medicina antica e su quella più recente; erano tutti perfettamente ordinati, forse anche troppo. Su un vecchio libro lessi un'affermazione, ''Una camera troppo ordinata nasconde una mente malata'', che mi fece quasi sorridere, poi mi fece anche riflettere. Ripresi in mano la lettera che avevo trovato nella mia camera la sera precedente e rilessi la parte iniziale: ''Colui che profanava i corpi è morto, 93 persone restano.''... ''Colui che profanava i corpi..''. Improvvisamente collegai le due cose ed un'enorme dubbio mi pervase: e se ''Niahal'' fosse stato una di quelle persone dotate di strani poteri in grado di ridare la scintilla vitale ai morti? ''No, era stato così gentile.. sembrava simpatico ed affidabile..'' pensai.
Mentre curiosavo tra i suoi libri ne trovai uno fuori posto, in alto nella libreria; tutti i libri ordinati ed uno solo fuori posto? Difficile credere che fosse una coincidenza, così presi una sedia e la appoggiai alla libreria, poi salii su di essa e presi il libro. Era diverso dagli altri, erano tutti libri di medicina, rilegati e ben mantenuti, mentre questo aveva la copertina rovinata e non si riusciva a leggere il titolo, inoltre era di colore diverso, mentre tutti gli altri andavano dal verde scuro al nero, quello aveva una tonalità tra il viola ed il blu scuro. Ero sul punto di aprirlo, ma un rumore di passi in lontananza mi fece trasalire, così lo riposi nello zaino e misi velocemente la sedia al suo posto, per poi uscire dalla stanza. Se mi avessero visto lì con uno zaino avrebbero pensato che fossi io il colpevole, così eliminai velocemente ogni traccia del mio passaggio e mi nascosi. Ben presto, la fonte del rumore si palesò, anche se inconsapevolmente, alla mia vista: erano due uomini con la tunica dell'Accademia, ma erano incappucciati e non fui in grado di distinguerne i volti. Entrarono nella stanza, poi ne uscirono poco dopo con il cadavere e si dileguarono. I miei dubbi si infittirono e la paura aumentò. Rimasi nascosto ed in ascolto per qualche minuto, poi mi diressi a passo svelto verso la mia camera. Oramai doveva mancare poco più di due ore a mezzodì. Una volta sulla soglia della porta, mentre stavo per aprirla, uno scricchiolio dietro di me mi fece trasalire; rimasi immobile, quasi pietrificato. Poi udii una voce amica: era Erick. Tirai un sospiro di sollievo e mi voltai verso il mio amico. Si era appena svegliato, ma anche lui presentava dei segni di stanchezza sul viso, evidentemente la faccenda aveva scosso anche lui. Iniziammo a parlare di ciò che era successo, ma non gli dissi nulla riguardo la lettera che avevo trovato né della morte di ''Niahal''. Poco dopo, dalle rispettive stanze, uscirono tutti gli altri. Erano

indubbiamente tutti provati dalla situazione, ma cercammo di tirarci su a vicenda ed iniziammo a scherzare per abbassare la tensione. Prendemmo le nostre cose e ci dirigemmo verso la sala comune, dove rivedemmo e salutammo anche ''Dhali'' e ''Kod''. Un'atmosfera di tensione si percepiva dal tombale silenzio della sala, avevano tutti paura. All'improvviso un'uomo si alzò ed iniziò a parlare: ce lo indicarono come ''Freyser'', braccio destro del sommo supervisore. Egli cercò di rassicurare tutti sugli avvenimenti della sera precedente, ma anche lui era indubbiamente preoccupato e scosso.
Disse che avrebbe temporaneamente svolto i compiti del sommo supervisore in attesa della nomina di un suo successore e ci disse di svolgere normalmente le nostre attività, le nostre mansioni, di stare calmi, che tutto si sarebbe risolto. Peccato avesse torto.
Alla fine del discorso tutti applaudirono, poi seguì nuovamente un prolungato silenzio fino al termine del pasto, poi tutti si alzarono e presero diverse direzioni. Mentre stavamo per andarcene, ''Freyser'' ci fece chiamare e si presentò, dandoci il benvenuto e scusandosi per ciò a cui avevamo assistito. Diede una lettera ad ognuno di noi, dicendoci di aprirla in privato e di tenere segreto il contenuto e di non parlarne con nessuno, nemmeno tra di noi, poi ci congedò. Tornammo nelle nostre camere con l'intento di aprire le lettere e vedere cosa contenessero. Io entrai e chiusi la porta, poi aprii la busta. Al suo interno trovai un foglio con su scritto: ''Benvenuto nell'Accademia di Bloumberg signor Faust Machstrauss, la informiamo che d'ora in poi lei assumerà il nome di ''Versum'', ora potrà iniziare a svolgere le sue attività in questo luogo e disporrà di tutti i privilegi e di tutti i benefici che le spettano. La prego di raggiungermi al più presto nell'ufficio del sommo supervisore, dovrei parlarle urgentemente. Freyser.''
Dopo aver letto la lettera, quindi, mi diressi velocemente verso l'ufficio dove il giorno precedente eravamo stati accolti dal sommo supervisore.
Man mano che salivo le scale e mi dirigevo in quel luogo, fui colto dall'ansia e tormentato dai dubbi di qualche ora prima. Quando giunsi dinanzi alla porta bussai, ma non ottenni risposta alcuna. Bussai nuovamente ed ancora, ma all'interno sembrava non esserci nessuno, così aprii la porta, lentamente. Entrai. La stanza era illuminata dalla luce, ma all'interno non vidi nessuno, così iniziai a guardarmi intorno. All'improvviso, con la coda dell'occhio, vidi qualcosa sporgere dal lato destro dell'enorme cattedra, così mi avvicinai e, con sommo orrore, ditro di essa trovai il corpo senza vita di ''Freyser''. Aveva evidentemente ricevuto plurime pugnalate al cuore ed il suo viso era contratto in una smorfia di terrore. Il sangue era fresco, non doveva essere accaduto da molto. Mi avvicinai di più, poi scorsi una nuova lettera. La paura era molta, ma volevo far luce su quegli avvenimenti, così, con mano tremante, la raccolsi e la aprii. Essa era scritta sempre con la solita calligrafia e col sangue; essa recitava:
''L'uomo dalle due facce è morto, 92 persone restano. Il tempo è tiranno di tutte le cose mortali e noi lo sfruttiamo male, per questo veniamo puniti. Comprendi i simboli, trova le chiavi e svela il mistero, la morte è necessaria per scoprire la verità. Niente è come sembra, guarda oltre la fama di coloro che hanno molti colori. Trova colui che è chi non è, osserva il mondo al contrario, nasconditi dalla luce e troverai l'illuminazione.''.
Sembrava che l'assassino mi stesse usando, sentivo la paura e l'adrenalina, ma i dubbi e le domande che avrei voluto comunicare erano troppi. Decisi che avrei svelato il mistero, dovevo solo interpretare le parole delle lettere che avevo trovato, ma non sarebbe stato facile.
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeSab Mag 01, 2010 11:30 am

Bellissimo... il mistero sempre più fitto... Il diario di Faust Machstrauss 500649
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeSab Mag 01, 2010 11:33 am

molto bello
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeSab Mag 01, 2010 12:34 pm

molto interessante
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeSab Mag 01, 2010 12:38 pm

molto bello complimenti
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeSab Mag 01, 2010 12:43 pm

si, davvero bellissimo
complimenti!
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeLun Mag 03, 2010 5:32 pm

Grazie mille a tutti, mi fa molto piacere sapere che la mia storia vi piaccia Very Happy
Ora mi accingo a scrivere il capitolo successivo, buona lettura! Smile

Capitolo Quarto: ''I conti non tornano''

Accademia di Bloumberg, 2517


"Una volta letta la lettera, corsi precipitosamente ad avvisare qualcuno, non sapevo nemmeno io chi, magari qualcuno che fosse in grado di risolvere la faccenda, ma a quanto pare l'assassino aveva già scelto me.
Sentii un'enorme peso sulle spalle, mi resi conto che la vita di 92 persone, me compreso, dipendeva da me. Allora, il ''gioco'' era già diventato ''lotta''.
La mia corsa disperata terminò quando trovai due docenti che passeggiavano ed affannosamente tentai di spiegare loro cosa fosse successo, senza lasciare che l'angoscia prendesse il sopravvento. Essi, a loro volta spaventati, non vollero seguirmi, così cercammo qualcuno che fosse disposto a farlo. Incontrammo Margareth, che decise di venire a vedere. Ella mi disse di aver ricevuto il nome di ''Uludha'', io le dissi il mio. Una volta sul posto, entrammo con passo leggero e muovendoci adagio, ma giunti nei pressi della cattedra scoprimmo che era già troppo tardi: il corpo era sparito, ma il pavimento era ancora intriso di sangue. Ci guardammo intorno in cerca di indizi, così mi accorsi di uno strano particolare: tutto nella stanza era così come lo avevo visto la prima volta, nulla era stato apparentemente mosso o cambiato di posto. Questo mi portò a due possibili spiegazioni: la prima, quella più plausibile, era che ''Freyser'' conoscesse chi lo aveva ucciso e viceversa, dal momento che la porta non era stata forzata e che l'ordine regnava sovrano all'interno dell'ufficio; la seconda, molto meno probabile, era che l'assassino avesse qualche sorta di potere magico in grado di modificare la realtà. Siccome la mia mente forse non era pronta ad accettare la seconda possibilità, la scartai a priori. Detto questo, rimaneva unicamente la prima, quindi c'erano alte probabilità che l'assassino fosse uno dei membri dell'Accademia. Questo escludeva quasi automaticamente me e Margareth, ovviamente, e gli altri 5 nuovi arrivati, dato che ci eravamo separati meno di un'ora prima e dopo meno di dieci minuti io ero già nella stanza. Facendo i conti, quindi, restavano 85 sospettati, ma così sarebbe stata una probabilità infima di trovare il colpevole solamente tramite congetture, così esposi la mia teoria a Margareth, la quale convenne con me. Ovviamente le dissi che i sospettati erano 86, poichè lei probabilmente non sapeva nulla della morte di ''Niahal''. Ella, ad un tratto, ebbe un'idea: mi propose di far riunire tutti coloro che si trovavano nell'Accademia all'interno della sala comune, per così fare una sorta di censimento. Io accettai immediatamente la sua proposta, dal momento che questo avrebbe permesso sia a tutti di notare la scomparsa di ''Niahal'' senza che io fossi coinvolto, sia che io sapessi chi effettivamente fossero le altre 86 persone all'interno dell'Accademia. Ovviamente, per evitare che l'assassino, se effettivamente fosse nascosto tra i membri dell'Accademia, comprendesse il nostro piano, le dissi che avremmo utilizzato la scusa della nomina a nuovo sommo supervisore, così che tutti fossero presenti.
Il tutto fu organizzato con la collaborazione di altri docenti, ma anche di Erick, Elizabeth, i gemelli e, soprattutto, Friederich. Egli si ingegnò particolarmente affinchè il piano riuscisse al meglio. Durante la preparazione, Elizabeth lo guardava spesso e volentieri con lo stesso sguardo che assumevo io quando guardavo lei. Ciò mi intristiva molto, sapevo che lei non mi considerava affatto, anzi, mi reputava un povero imbranato. Promisi a me stesso che avrei svelato il mistero e salvato quante più persone era possibile, avrei dimostrato ad Elizabeth che non ero un'imbranato, sarei stato un'eroe e lei mi avrebbe ammirato. Almeno era ciò che ingenuamente credevo.
Quando tutto fu pronto, tutti furono avvisati ed entro sera erano tutti riuniti nella sala comune, come avevamo previsto. Inizialmente ci fu una presentazione dei candidati, per la precisione 3 persone, ovvero ''Theran'', ''Parron'' e ''Leid''. Ci furono vari interventi e vari commenti, poi la votazione. In quel momento ne approfittai e contai i presenti in sala, ma qualcosa non tornava. Esclusi noi 7, avrebbero dovuto esserci altre 85 persone, ma ne contai solamente 77. Contai e ricontai, ma non avevo fatto errori, eravamo in tutto 84. Inizialmente mi angoscia pensando che nel frattempo l'assassino avesse colpito uddicendo coloro che mancavano all'appello, ma poi mi resi conto che non era plausibile, non era il suo stile.
Dunque, c'era una sola spiegazione per questo: all'interno dell'Accademia alloggiava qualcuno di cui nessuno o, forse, solo pochi erano a conoscenza.
Questo infittì ancora di più il mistero, portando la mia mente ad immaginare possibili situazioni e cause per cui queste 8 persone 'fantasma' non fossero lì, nella sala, ma nessuna di queste sembrò essere plausibile. Quello che stavo tentando di ricostruire era un complesso disegno, assai più grande delle cose umane di cui avrei dovuto occuparmi.
La votazione terminò e furono tirate le somme: 29 voti a favore di ''Theran'', 15 a favore di ''Parron'' e ben 37 voti a favore di ''Leid''; ovviamente i candidati non votarono. ''Leid'' festeggiò rapidamente la vittoria sugli altri due contendenti, poi si fece largo tra la folla ed incominciò il suo discorso. Non fu troppo diverso da quello di ''Freyser'', in fin dei conti erano momenti in cui la burocrazia e la formalità facevano da 'regine'. La scomparsa di ''Niahal'', tuttavia, fu subito sfruttata per indicarlo come probabile colpevole dei delitti, così tutti, una volta terminata l'assemblea improvvisata, si misero a cercarlo e la sala comune rimase ben presto vuota. Io rimasi assorto nei miei pensieri e nella contemplazione dei simboli rappresentati sui vessilli all'interno della sala. Più li guardavo e più mi sembrava di averli già visti, forse anche di sfuggita, ma non riuscivo a ricordare dove né a mettere a fuoco l'eventuale immagine. Rimasi in quello stato per parecchio tempo senza accorgermene e, oramai, ero rimasto solo e le torce erano sul punto di estinguersi. Mi alzai e ne riavvivai alcune, poi decisi di andarmene. Uscii dalla sala e presi una direzione casuale, ero troppo intento a ragionare per andare a dormire, ma anche per accorgermi che era oramai all'incirca mezzanotte. Mentre vagavo, assorto nei miei pensieri, mi accorsi di essere giunto dinanzi ad una porta. Essa era diversa dalle altre, era finemente decorata ed il materiale stesso era differente. Essa era attorniata da alcune colonne di marmo con dei simboli religiosi in cima: capii di essere arrivato alla cappella dell'Accademia. Notai che era stata lasciata socchiusa, così la mia curiosità prevalse su di me, spingendomi ad entrare. Mi ritrovai in un grande spazio rettangolare, con una semi-circonferenza che lo delimitava verso il fondo; mentre mi addentrai al suo interno, potevo udire l'eco dei miei passi. All'improvviso udii un forte rumore provenire dal fondo, così strinsi la presa sulla torcia ed estrassi un coltellino che mi ero preventivamente protato dietro, visti gli avvenimenti di quei giorni. Corsi verso la direzione dalla quale avevo sentito il rumore, mentre udii un grido di dolore, probabilmente una donna. Poco dopo fui sul posto e trovai il corpo di ''Dhali'', la donna che ci aveva scortati alla sala comune il primo giorno, mentre si contorceva dal dolore ed era preda di spasmi d'agonia; era già troppo tardi. Mi voltai e cercai con lo sguardo l'assassino, ma ciò che vidi fu assai peggiore: al di sopra della porta da cui ero entrato pendevano impiccati due corpi e, sulla porta stessa, era dipinto il quinto simbolo, inizialmente raffigurato sulla schiena di ''Haze'', forse col sangue delle due vittime. Continuavo a voltarmi in tutte le direzioni in cerca del colpevole, oramai la tensione psicologica e quella fisica avevano raggiunto livelli troppo alti. Ben presto capii che l'assassino l'aveva fatta franca ancora una volta. Quando voltai ''Dhali'' per chiuderle, per l'ultima volta, gli occhi, trovai l'ennesima lettera lasciatami dall'assassino. Una rabbia cieca mi stava divorando dall'interno, mi sentivo così inutile.. Ad ogni modo, aprii la busta e lessi il contenuto, rigorosamente scritto col sangue, tremando:
''
Coloro che erano uguali e diversi allo stesso tempo sono morti, 90 persone restano. Le differenze ti condurranno alla comprensione. Non esiste la vita eterna, è una presa in giro, una falsa promessa, ed è ciò che devi cercare, poichè c'è un'unica strada che la può emulare in terra. Quando troverai colui che è chi non è, la terra tremerà una ed una sola volta, dovrai essere rapido, prima che essa diventi la tua tomba.''
Inizialmente non capii, poi un'orribile dubbio percosse la mia già fragile psiche, così corsi immediatamente verso i due corpi. Feci un'enorme fatica a tirarli giù, ma fatica ancora più grande fu accettare che fossero morti. Tutt'ora non riesco a capacitarmene, poichè penso che possa essere stata colpa mia. Dinanzi a me potevo vedere i volti contratti e deturpati dal dolore e dalla privazione di aria di Karl e Lucius, i due gemelli, ''Coloro che erano uguali e diversi allo stesso tempo''.. Non riuscivo a capacitarmi del fatto che due persone che conoscevo, due persone che erano quasi amici per me, fossero morte, tutto per colpa di uno stupido 'gioco' a cui ero stato obbligato a partecipare. Il 'gioco' era già diventato 'lotta'.. forse già dal principio.
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeLun Mag 03, 2010 5:38 pm

Bellissimooooo!!!
Davvero, complimenti!!!
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeLun Mag 03, 2010 6:02 pm

Il diario di Faust Machstrauss 500649 mi hai lasciato senza parole, vogliamo il prossimo capitolo quanto prima (ovviamente prenditi tutto il tempo che vuoi, comunque ripeto:Tzeench c'è dietro)
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeLun Mag 03, 2010 6:16 pm

belloz
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeLun Mag 03, 2010 6:47 pm

Bellissimo... come al solito...
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitimeLun Mag 03, 2010 7:02 pm

veramente bello il mistero diventa sempre più coinvolgente
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss Icon_minitime

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