Il Vecchio Mondo -Warhammer Fantasy e 40K-
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 Il diario di Faust Machstrauss

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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeLun Mag 03, 2010 7:40 pm

Grazie a tutti, davvero, siete troppo buoni Very Happy ^^ Domani dovrei essere in grado di pubblicare il 5° capitolo Smile
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMar Mag 04, 2010 12:46 pm

Molto bello complimeti
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMar Mag 04, 2010 6:40 pm

Grazie per i complimenti che mi fate, sono contento che la storia ed il mistero vi abbiano coinvolto Smile
Ecco qui che scrivo il 5° capitolo, spero vi piaccia quanto ed anche più degli altri Smile

Capitolo Quinto: ''Rivelazioni''

Accademia di Bloumberg, 2517

"La visione dei corpi privi di vita dei gemelli non mi abbandonò per parecchie ore, impedendomi di dormire. Sapevo che in qualche modo era colpa mia, non immaginavo neanche che qualcuno di noi sette avrebbe potuto essere ucciso. In realtà non immaginavo che così tante persone sarebbero morte durante la mia permanenza all'interno dell'Accademia e ciò mi inquietava e mi tormentava. Dovevo fare qualcosa, dovevo agire.
Nonostante fossi scosso dall'avvenimento, dopo aver riferito l'accaduto a tutti, cercai di rimanere il più freddo e distaccato possibile, non dovevo farmi coinvolgere, altrimenti non sarei mai giunto alla soluzione.
Rileggendo l'ultima lettera mi accorsi di un particolare interessante: essa diceva che eravamo rimasti in 90, ma le vittime della sera precedente erano state 3, per un totale di 89 persone rimanenti, il che mi condusse a pensare che la morte della povera ''Dhali'' non fosse contemplata, almeno non in quel momento, dall'assassino. Doveva essersi trovata sul posto nel momento sbagliato, purtroppo per lei, così l'assassino non aveva altra scelta che eliminare anche lei per non rovinare i suoi piani. Egli doveva essere freddo e spietato, ma era evidentemente animato da un senso di giustizia perverso, forse troppo superiore per le comuni menti umane, che nella loro limitatezza non lo comprendevano. Dai messaggi che lasciava sembrava quasi che fosse buono, non che approvassi il modo di 'dimostrarlo', ma cercavo di capire cosa lo spingeva a farlo tramite la morte. Mi era sempre stato insegnato che la morte era qualcosa di sovrannaturale, un'esperienza tuttavia necessaria, il cui seguito aveva direttamente a che fare con il divino, per questo mi sembrava assurdo che così tante persone stessero morendo per mano di una singola persona.
Mentre vagavo con la mente tra i meandri dei segreti di quel luogo mi soffermai a pensare al significato delle ultime due lettere che avevo trovato. Esse erano in qualche modo correlate, lo sentivo, ma non riuscivo a capire come. Le lessi e le rilessi, ma non riuscivo a venirne a capo, così uscii dalla mia camera e mi inoltrai nell'Accademia. Erano passate all'incirca quattro ore da mezzodì, durante le quali avevamo seguito, pur contro voglia per ciò che era successo, la lezione di due docenti: ''Yquer'' e ''Wenbal'', rispettivamente di storia e di retorica. Nonostante quello che avevamo passato e lo stato del nostro umore, quelle ore passarono abbastanza velocemente e furono anche di grande interesse.
Presto mi ritrovai nei vasti corridoi dell'edificio, dove la mia attenzione si spostò nuovamente sui quadri. Erano sempre e solo ritratti, come avevo già notato in precedenza, inoltre ognuno aveva un soggetto diverso, non ne avevo mai visto nessuno ritrarre qualcuno che già fosse stato accuratamente dipinto su di un'altra tela. Mentre passeggiavo e li osservavo, di colpo ebbi una sorta di illuminazione. Avevo portato con me le lettere e ne approfittai per rileggerle immediatamente, sapevo già quali parti mi interessavano: ''
Niente è come sembra, guarda oltre la fama di coloro che hanno molti colori.'', ''Non esiste la vita eterna, è una presa in giro, una falsa promessa, ed è ciò che devi cercare, poichè c'è un'unica strada che la può emulare in terra.'' Come avevo fatto a non pensarci prima?! 'Coloro che hanno molti colori' erano i soggetti dei quadri, tutti di grande fama! La vita eterne, d'altro canto, non esiste, ma l'arte era ciò che 'poteva emularla in terra'! In quel momento ero eccitato e confuso allo stesso tempo, avevo trovato il nesso tra le due lettere, ma non avevo ancora capito come ciò potesse aiutarmi. Poi, ad un tratto, compresi:
''Coloro che erano uguali e diversi allo stesso tempo''.. Nessun quadro era uguale all'altro e nemmeno i soggetti lo erano, dovevo trovare un quadro che avesse un soggetto già dipinto su una diversa tela! Solo allora ''le differenze mi avrebbero condotto alla comprensione''. Avevo finalmente interpretato parte dei messaggi che mi aveva lasciato l'assassino, in quel momento avrei solo dovuto trovare i due quadri dal soggetto uguale e diverso allo stesso tempo. Siccome sarebbe stato un compito assai arduo e troppo dispendioso in termini di tempo, corsi verso la sala comune in cerca di una sorta di inventario di tutti i quadri presenti nell'edificio o di qualcuno che sapesse se ce ne fossero due che ritraevano lo stesso personaggio. Una volta giunto lì, con una enorme fortuna, trovai ''Leid'' che discuteva con alcuni docenti. Chi meglio del sommo supervisore poteva conoscere l'Accademia e ciò che essa conteneva? Lo chiamai in disparte, dicendogli che era una questione urgente. Egli inizialmente non voleva prestarmi ascolto, ma lo convinsi con la mia persistenza. In genere non mi comportavo in quel modo, ma in quel caso era davvero una questione di vita o di morte. Gli posi la domanda, ma camuffando il mio intento, dicendo che avevo urgentemente bisogno di trovare i due quadri con soggetti uguali per stilare un rapporto sulle loro differenze su esplicita richiesta di uno dei docenti. Egli sembrò credere alla mia scusa, ma mi rispose dicendo che in realtà c'erano tre coppie di quadri dagli uguali soggetti, così me ne feci indicare l'ubicazione all'interno dell'edificio.
Dopo poco trovai la prima coppia di quadri: essi ritraevano entrambi un valoroso condottiero del passato, un certo 'Varikas lo sventra-orchi', apparentemente un cavaliere che sconfisse i pelleverde su ogni fronte in una lunga campagna militare, ma fallì miseramente all'ultimo scoglio di resistenza orchesca, perdendo la vita in battaglia. Essi differivano nella posa del soggetto: il primo vedeva il cavaliere vittorioso sul corpo di un'orco leader, mentre il secondo lo vedeva in groppa al suo cavallo mentre caricava un'orda di pelleverde. Studiai attentamente i due quadri, annotandone tutte le differenze, ma non sembrava esserci nulla degno di nota. Lo stesso fu per la seconda coppia di quadri, i quali ritraevano questa volta un nobile imperiale tristemente noto come 'Lucius il folle', il quale aveva sterminato un'orda di Skaven che invadeva l'Impero, ma nel farlo aveva perso la sua intera armata in seguito a svariati errori tattici, fino a perdere egli stesso la vita. Si trattava, in sostanza, di due personaggi morti combattendo. Quando capii che anche in quel caso le differenze non erano di rilievo, mi sentii avvilito e la speranza iniziale sembrò affievolirsi. Mi diressi verso la terza ed ultima coppia di quadri, i quali si trovavano entrambi all'interno della cappella. La prospettiva di tornare in quel luogo non mi piaceva affatto, ma non avevo altra scelta. Quando giunsi dinanzi alla porta del luogo sconsacrato la sera precedente, mi venne un nodo alla gola. Sapevo che se non avessi trovato qualche elemento decisivo nei due quadri la mia teoria sarebbe crollata miseramente, ma avevo ancora un briciolo di speranza. Mi risolsi ad entrare.
La cappella era illuminata, stavolta, dalla luce del Sole che entrava dalle enormi vetrate antiche. Esse raffiguravano Sigmar in tutti i suoi aspetti, ma la religione non faceva per me, la mia era una mente razionale e la religione era solo nebbia, a mio parere. In ogni caso, mi diressi verso l'abside dove trovai i due dipinti: essi rappresentavano il celeberrimo 'Magnus il Pio' in tutto il suo splendore secolare. Essi erano dipinti perfettamente simmetrici, sfondo compreso, ma differivano in un'unica cosa che avrebbe potuto colpire anche l'occhio del più stolto e disinterrasto tra gli osservatori: mentre il dipinto sulla sinistra ritraeva 'Magnus' con in mano una croce con il simbolo di Sigmar, il secondo lo ritraeva con un libro.. lo stesso libro che avevo trovato due giorni prima nella stanza di ''Niahal'', lo stesso libro che avevo intenzione di leggere per ben due volte, ma fui distratto, lo stesso libro di cui mi ero completamente dimenticato fino a quel momento. La mia speranza fu ravvivata come un soffio di primavera fa con la flora e la fauna, così corsi immediatamente verso la mia camera. Quando fui all'interno, cercai freneticamente lo zaino all'interno del quale avevo messo il libro ed il carillon, ma non lo ritrovai. In quel momento compresi che ero stato vittima di un tiro mancino da parte di qualcuno, qualcuno che non poteva essere l'assassino.. Incominciai a correre in tutte le direzioni sperando di trovare qualche indizio su dove fosse lo zaino, ma era un'impresa impossibile. Oramai era sera tardi, entro un'ora sarebbe stata mezzanotte. Continuai la disperata ricerca, ma quando giunsi nei pressi della sala comune mi arresi, decidendo di concedermi un pò di riposo. All'interno della sala scorsi un piccolo gruppo, erano forse quattro persone, così decisi di rimanere nascosto ed ascoltare. Dalle voci mi parvero tutti studenti, erano giovani, non avranno avuto più di vent'anni ciascuno. Discutevano della situazione in cui ci trovavamo tutti, chiedendosi come fosse possibile tutto ciò e progettando piani assurdi per sventare gli omicidi e per catturare l'assassino, ma non avrebbero funzionato, non in quel caso. Dopo un pò, i toni della discussione si abbassarono ed i ragazzi si diressero verso una della uscite della sala, poi non li vidi più. Io, infine, mi sedetti su una delle panche ed iniziai ad osservare nuovamente i simboli. Dovevo assolutamente comprendere il loro significato, cosa per cui, probabilmente, avrei avuto bisogno del libro. Mi sentii uno stupido ad aver lasciato i due oggetti all'interno della camera, così, alla mercé di un ladro. Poco dopo la stanchezza prevalse su di me e mi addormentai. Fu un sonno tormentato come lo era stato da quando ero arrivato all'Accademia. Mi svegliai di soprassalto, forse a causa di un brutto sogno. Credetti di aver dormito poco, invece mancavano meno di due ore all'alba, così mi alzai ed uscii dalla sala. Una volta fuori, notai delle tracce di sangue sul pavimento, come di un corpo trascinato, così, con la paura che aumentava man mano, decisi di seguire la scia di sangue. Essa mi condusse ad una stanza la cui porta era socchiusa. La aprii e feci luce con la torcia. Dinanzi c'erano i corpi martoriati di quattro persone: uno inchiodato ad una sorta di croce di legno, costruita evidentemente da mani inesperte; un altro era stato sventrato e giaceva al suolo; uno di loro era stato decapitato e la sua testa era stata messa su di un piatto d'argento; infine, l'ultimo aveva le mani legate ed era stato impiccato con una catena alle travi di legno. La scena era orribile e mi venne il voltastomaco.
Inchiodata alla croce, al di sopra della testa del cadavere, c'era una lettera. La presi e la aprii, questa volta l'assassino era stato molto più cruento. Essa recitava: ''
Coloro che tentavano di impedire alla verità di essere rivelata sono morti, 85 persone restano. L'uomo si vuole elevare al di sopra di tutto, anche degli dei, ma viene sempre punito per la sua superbia. I numeri nascondono le chiavi: esse sono celate in santuari senza un dio, dove la Teoria del Caos diviene la regina. 'Colui che è chi non è' è divenuto suo sposo e portatore del suo verbo. L'ultimo diamante brillerà presto, le bugie diverranno verità assoluta.''
Fu quando terminai di leggere la lettera che scoprii di essere completamente sporco di sangue, il che mi diede la nausea. Vomitai.
Poco dopo mi ripresi dall'orribile visione quel tanto che bastò a farmi dare un'occhiata alla stanza. Essa era una stanza normale, come tutte le altre, ma qualcosa catturò la mia attenzione: lì, in un'angolo, sporco di sangue e malconcio, giaceva il mio zaino.
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMar Mag 04, 2010 6:52 pm

misticus
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMar Mag 04, 2010 7:09 pm

Stupendo... il racconto ovviamente Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 430593
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMar Mag 04, 2010 8:36 pm

veramente un bel capitolo
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMer Mag 05, 2010 8:46 am

Sei bravissimo!! Mai pensato di fare lo scrittore per lavoro?
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMer Mag 05, 2010 8:56 am

Dark Flame ha scritto:
Sei bravissimo!! Mai pensato di fare lo scrittore per lavoro?

Troppo gentile, davvero.. Comunque no, non avevo mai pensato a farlo, ma potrebbe essere un'interessante prospettiva, grazie Smile
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMer Mag 05, 2010 11:16 am

devo darti i miei più sentiti complimenti è un bellissimo capitolo Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 262545
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMer Mag 05, 2010 2:33 pm

avevo indovinato, c'è di mezzo il caos!
bel capitolo
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMer Mag 05, 2010 3:15 pm

Soveliss ha scritto:
avevo indovinato, c'è di mezzo il caos!
bel capitolo

In realtà non è il caos inteso propriamente alla warhammer, è la Teoria del Caos, ma ci eri vicino Smile
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMer Mag 05, 2010 4:09 pm

l'unica pecca che gli si potrebbe fare è che a parte le location e la cappellla di sigmar è un racconto fantasy senza nulla di warhammer
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMer Mag 05, 2010 4:26 pm

Soveliss ha scritto:
l'unica pecca che gli si potrebbe fare è che a parte le location e la cappellla di sigmar è un racconto fantasy senza nulla di warhammer

Beh, in realtà lo è, solo che la storia è ambientata nell'Impero, in un luogo remoto, dove solo gli imperiali hanno accesso, è normale che non ci siano altre razze. Comunque ti consiglio di aspettare fino alla fine, la storia è solo all'inizio Smile
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeVen Mag 07, 2010 2:38 pm

non vedo l'ora di vedere il mistero risolto... e poi sono contento che ci sia un racconto non prettamente di warhammer
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeLun Mag 10, 2010 6:31 pm

Buonasera,
scrivo per chiedere scusa della mia assenza e della mia mancata attività in questi giorni, ma sono reduce da un fine settimana pessimo e l'inizio di maggio, con la scuola, non è certamente d'aiuto, visto che i professori hanno nuovamente iniziato ad interrogare e pianificare compiti in classe. Purtroppo sono stato, sono e sarò impegnato per un pò in un periodo di ''studio matto e disperattissimo'' in previsione dell'esame, ma non per questo mi eclisserò dal forum; continuerò a scrivere e sarò attivo il più possibile, ma entro i miei limiti. Chiedo venia della mancata pubblicazione, da parte mia, del successivo capitolo del racconto e della mia assenza, spero di non avervi delusi troppo. Grazie in anticipo per la comprensione, entro domani sera prometto che pubblicherò il seguito della storia.
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeLun Mag 10, 2010 7:01 pm

tranquillo, a maggio molta gente, me compreso, scompare dal forum, mangiata da un mostro chiamato "scuola" XD
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMer Mag 12, 2010 2:48 pm

Giusto... e non ti preoccupare... leggiamo quello che scrivi perchè ci piace, ma non pretendiamo che tu lo faccia in ogni modo
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Soveliss
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeGio Mag 13, 2010 9:16 pm

maggio è il mese maledetto.
si ha un calo generale di tutti. il buffo è che accade all'improvviso io in classe vado alla grande sul serio (certo per le medie è facile) però ora sto impazzendo perchè fino alla fine dell'anno avrò2-3 compiti a settimana infatti anch'io sono meno frequente
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeDom Mag 16, 2010 7:35 pm

Buonasera a tutti,
finalmente ho tempo di pubblicare il nuovo capitolo del racconto. Mi dispiace di non aver potuto mantenere fede alla promessa da me fatta, ma lunedì è saltata la corrente, mentre martedì, senza motivo alcuno, il pc si è spento, così ho perso due volte su due ciò che stavo scrivendo. Vabbè, comunque ormai è andata così, ora inizio la narrazione augurandovi una buona lettura Smile

Capitolo Sesto: ''Alchimia''

Accademia di Bloumberg, 2517


"L'orribile visione di quei quattro corpi massacrati mi tormentò per molte notti, divenendo uno dei miei peggiori e più macabri incubi. La domanda che mi posi fu la seguente: l'assassino stava forse divenendo man mano più cruento? A questa domanda, riflettendo, trovai due possibili risposte.
La prima, mi suggeriva che l'assassino stesse gradualmente venendo a mancare in termini di lucidità, lasciando che sentimenti come rabbia ed odio prendessero il sopravvento su di lui, e questo si rifletteva poi sul suo comportamento e sul suo modo di uccidere. Nonostante fosse possibile come ipotesi, non la ritenni valida e questo perchè nelle sue lettere non aveva cambiato né la calligrafia, né il 'tono' e né la concentrazione, era rimasto freddo e lucido come dall'inizio, lui in realtà aveva già programmato tutto. La seconda ipotesi, di seguito più plausibile avendo escluso la prima, mi suggeriva invece che il comportamento dell'assassino ed il suo 'modus operandi' non dipendevano dal suo umore, bensì erano un modo per lasciarmi un secondo messaggio, un messaggio implicito che dovevo decifrare. Ad esempio, nel caso dei gemelli, che Sigmar li abbia in gloria, era un modo per farmi comprendere dove cercare e cosa cercare. Sembrava che lui uccidesse solo peccatori e persone che avevano compiuto atti impuri o malvagi durante la propria vita, si credeva una sorta di giustiziere. A quel punto iniziai a chiedermi come mai non uccidesse direttamente tutti, a cosa gli serviva che qualcuno conoscesse la verità se erano la vendetta e la giustizia ciò che gli importavano? A questa domanda non trovai risposta.
Poco dopo, quando ritornai alla realtà di quella stanza buia e piena di sangue, mi ricordai dello zaino. Per un attimo, un senso di conforto e di sollievo mi pervase, specialmente quando lo aprii e vidi che c'erano ancora sia il carillon che il libro. Sarò forse stato cinico a sentirmi in quel modo con tutto quel sangue che era stato versato? Forse, ma era inutile disperarsi, nulla avrebbe riportato in vita quei ragazzi. Già, ragazzi. Ero convinto che non fossero docenti per due motivi: il primo, perchè indossavano abiti comuni e per niente vistosi, a differenza dei docenti dell'Accademia che avevano tutti una toga scarlatta; il secondo era perchè, essendo quattro, avevo subito pensato che fossero i quattro studenti che avevo visto e sentito poche ore prima nella sala comune. Ad ogni modo, non volevo restare neanche un minuto di più in quella stanza, così presi lo zaino e me ne andai. Sapevo che non avrei trovato nessuno a quell'ora in giro, così decisi che avrei avvertito qualcuno più tardi e mi diressi verso la mia camera.
Secondo i miei calcoli, mancavano poco più di due ore all'alba, avevo un bel po' di tempo per leggere il libro. Quando fui all'interno della camera, chiusi ogni apertura, poi mi cambiai i vestiti. Una volta fatto ciò, mi sedetti e presi tra le mani l'ingombrante volume viola. In quel momento, ebbi una strana sensazione, ma non so descriverla. Osservandolo meglio, notai che la copertina era si rovinata, ma il titolo si leggeva ancora: ''Al-kimiyah''. Non avevo idea di cosa significasse, cosi' non vi diedi importanza e lo aprii.
Esso cominciava con un capitolo introduttivo senza titolo. Lì l'autore spiegava che il libro era un antico testo di Alchimia tradotto da un viaggiatore ed esperto conoscitore della materia e delle lingue antiche. Al-kimiyah. Alchimia. Pozioni, trasmutazioni di metalli in oro, elisir per ottenere l'immortalità. Era tutto collegato e tutto faceva capo all'Esoterismo, ai segreti ed ai simboli. Sembrava essere un erudito compendio di studi che spaziava senza difficoltà da un argomento all'altro, si prospettava un libro interessante. A quel punto mi posi una domanda: perchè 'Magnus il Pio', celeberrimo uomo di chiesa e prete di Sigmar, era stato raffigurato con un libro di Alchimia stretto tra le mani? A quel tempo non potevo trovare la risposta, ma in seguito tutto avrebbe assunto un senso logico. Tutto era collegato, ma era un collegamento che avveniva sotto un grosso e spesso strato di false apparenze.
Iniziai a leggere il primo capitolo, questa volta con un titolo, più precisamente, ''Numerologia''. Esso parlava di come i numeri avessero sempre influito grandemente sul modo di pensare ed agire degli uomini e di come facesse lo stesso, anche se per loro in maniera inconscia, presso le popolazioni più primitive, quali orchi, skaven e bestie del caos. L'autore aveva anche spiegato come i numeri fossero fondamentali per gli Alchimisti e che ognuno di essi aveva un significato preciso. Tra questi trovai anche quattro dei cinque numeri di cui l'assassino mi aveva parlato nella prima lettera, più precisamente l'1, il 5, il 9 ed il 13. Del 17 non v'era traccia, poichè la pagina seguente sembrava essere stata strappata ed il capitolo terminava col numero 13. Ognuno di essi aveva il proprio significato, anche se non riuscivo a capire se ci fosse un nesso con il mistero di cui mi occupavo e quale potesse essere. Ad ogni modo, riporto le descrizioni sul mio diario:
Numero Uno: Uno è il primo numero usato per contare e quindi gli è riconosciuto un grande potere; senza di esso non ci sarebbe il sistema numerico così come lo conosciamo. L'Uno è la sorgente di ciò che esiste, di ciò che è altro dall'Uno: da esso emanano le forme, le dimensioni, i colori, le direzioni, lo spazio, quindi il tempo, dunque la diversità. Nell'Uno coesiste il Tutto inespresso e indifferenziato dal quale rimarrà necessariamente distinto; in tal senso è Pienezza, Completezza, cioè Perfezione. In ambito mistico presso molte culture è concepito come punto di attracco per lo spirito dell'uomo Degno, Illuminato, Consapevole che vi si abbandona in un anelito di perfezione nel tentativo di ritornare all'Origine.

Numero Cinque: Cinque è collegato alla consapevolezza dei cinque sensi così come alla protezione. Rappresenta anche il servizio agli altri. È un numero dalle molte facce che collega lo stato fisico alla salute mentale, che governa l'abilità di pensare chiaramente e la capacità intellettuale. Rappresenta l'apertura a nuove idee ed esperienze, è altamente analitico e ha l'abilità di pensare in modo critico, ma può ponderare così eccessivamente un problema da fargli perdere significato. È la ricerca della libertà, dell'avventura.
Numero Nove: Nove era considerato un numero sacro dagli antichi. Rappresenta il cambiamento, l'invenzione e la crescita attraverso l'ispirazione. Nove rappresenta infine la perfezione numerica.
Numero Tredici: Tredici è il numero Quattro in una ottava maggiore ed è uno in più di Dodici, l'antico numero della completezza. Tredici è associato il significato della fine di un ciclo: mentre predice nuovi inizi, significa anche che i vecchi sistemi devono terminare per favorire le trasformazioni richieste. Visto come 12+1 è il numero dell'iniziato.

I numeri ed i loro significati non facevano riecheggiare nulla nella mia memoria e non riuscivo ad associarli a niente, ero ad un punto cieco. Sapevo, tuttavia, che quando avrei finito di leggere il libro tutto sarebbe stato più chiaro. Mi accorsi che era passato un bel po' di tempo, infatti i raggi del sole iniziavano ad irrompere all'interno della mia camera, illuminandola. Chiusi il volume e mi alzai, uscendo dalla camera e dirigendomi verso il corridoio. Quella mattina avevo appuntamento con gli altri porprio lì, avremmo portato i corpi di Karl e Lucius al di fuori dell'edificio, sulla piccola striscia di terra prima del baratro. Li avremmo seppelliti e li avremmo ricordati.
Poco dopo, tutti gli altri giunsero nel corridoio e ci dirigemmo verso l'uscita.
Fu una mattinata lugubre e triste. Alcuni piansero, altri trannero le lacrime, ma tutti salutammo per l'ultima volta i nostri amici mentre ritornavano alla terra. L'esperienza della morte è sempre orribile per coloro che rimangono in vita, ma la si vede con un'ottica differente quando a morire è qualcuno a cui si tiene e si vuole bene, provoca un intenso dolore e rabbia, tanta rabbia. La sofferenza per la perdita di persone per noi importanti non passa mai, ci accompagna per sempre, è inevitabile, la morte d'altronde è questo, dolore e sofferenza. Essa è un evento imprevedibile ed inevitabile che serve a ricordare ai vivi la caducità e la fragilità della vita, è l'unico mezzo a disposizione della natura e degli dei per mettere a tacere quel sentimento di superbia che alberga costantemente negli uomini. La morte è questo, sofferenza e dolore, niente di più e niente di meno.
Circa un'ora più tardi tornammo all'interno. Nel frattempo c'era stato un discorso di ''Leid'' ed erano state fatte varie proposte per la sicurezza, dal momento che, dopo il ritrovamento dei quattro ragazzi avvenuto poco prima, il clima era diventato ancora più pesante e la paura aumentava.
Le decisioni che erano state prese erano le seguenti: diverse coppie di persone, formate sia da studenti che da docenti, avrebbero svolto dei turni di pattuglia all'interno di alcune zone dell'edificio durante tutte le ore del giorno; era stato stabilito un 'coprifuoco' per il tramonto, dopo il quale, ognuno avrebbe dovuto evitare di andare in giro per l'edificio, specialmente se da solo; infine, in ogni camera sarebbero stati aggiunti più letti possibile per evitare di rimanere isolati. Inoltre, si era deciso che i cinque docenti che praticavano le arti magiche, per quanto con enormi difficoltà e senza maestria, avrebbero tentato di mettersi in contatto con qualche altro mago all'esterno che potesse in qualche modo aiutarci o soccorrerci. Era una situazione disperata, intrappolati in quel luogo circondato da montagne ripide ed innevate da un lato, e bloccati da un profondo baratro dall'altro. Eravamo come topi in trappola.
Ad ogni modo, scoprimmo ben presto che erano già stati decisi i turni di pattuglia fino al pomeriggio del giorno successivo: io avevo il turno che andava da poco dopo la mezzanotte fino ad un'ora più tardi, ma non avevo idea di chi mi avrebbe accompagnato. Poco dopo soprii che avrei passato il turno insieme a Margareth, nonostante lei fosse visibilmente scontenta, evidentemente mi reputava inutile nel caso in cui ci fossimo trovati in una situazione di pericolo.
Dopo aver saputo le novità ci dirigemmo verso le nostre camere; Erick avrebbe dormito con me. Ben presto, stanchi e moralmente a terra, ci addormentammo. Nuovamente, il mio fu un sonno irrequieto e tormentato, dove la visione di corpi mutilati era divenuta ricorrente. Mi svegliai nel cuore della notte. Il mio orologio biologico mi diceva che la mezzanotte era passata du un pezzo, eppure Margareth non mi aveva svegliato come le avevo chiesto. Lei era un tipo orgoglioso, ma soprattutto era sicura di sé, così, pensai, si era già avviata nei meandri dell'Accademia per svolgere il suo turno. In tal caso, la sua fiducia in sé stessa si rivelò essere un difetto, un difetto fatale.
Uscii dalla camera senza svegliare Erick e mi diressi verso quella di Margareth ed Elizabeth. Bussai, ma non ottenni risposta. Bussai ancora, finchè Elizabeth mi aprì. Aveva una faccia stanchissima e segnata dal dolore, ma rimaneva sempre stupenda ai miei occhi. Le chiesi se Margareth fosse in camera, ma lei disse di no, così la salutai e mi allontanai. A qul punto decisi di prendere una torcia ed una spada che uno dei docenti mi aveva affidato ed andare alla ricerca di Margareth. Poco più tardi, giunsi dinanzi all'ingresso della cripta. Già, quel luogo aveva anche una cripta. Essa era sempre sigillata e servivaa a dare degna sepoltura ai docenti dell'Accademia quando passavano a miglior vita. L'unico problema, era che quando arrivai lì, il cancello nero che ne delimitava i confini era aperto. Un brivido percorse la mia schiena, sapevo che era successo qualcosa. Mi addentrai all'interno del lungo corridoio che terminava con una grande scalinata. Al termine di essa, mi ritrovai dinanzi ad una porta socchiusa: la aprii. Mi rtrovai in una stanza rettangolare molto vasta. Ai lati, c'erano le porte che conducevano alla cripta vera e propria, mentre agli antipodi della sala, rispetto a dove mi trovavo io, c'era una terza porta. Al centro della sala, c'era un grande altare di marmo, mentre il resto di essa era ingombrato da colonne che servivano chiaramente a sorreggere la struttura. Mi avvicinai alle porte ai lati, ma erano entrambe sigillate, così mi diressi verso la terza porta. Quando fui abbastanza vicino, mi accorsi che anch'essa era stata lasciata socchiusa. Con il cuore che batteva forte e la spada stretta in mano, tremante, la aprii.
Essa celava una piccolo stanza adibita a studio di uno speziale, infatti c'erano scaffali con unguenti ed ampolle di tutti i generi. Al centro di essa, messi in fila ed ordinati, c'erano cinque corpi e, lasciato in una posizione innaturale ed in una pozza di sangue, c'era un sesto cadavere, quello di una donna. Corsi verso quest'ultimo con la speranza che non fosse chi temevo, ma le mie speranze si dissolsero quando la voltai e vidi il viso di Margareth contratto in un'espressione dolente. Lacrime amare si fecero strada lungo le mie guance stanche e pallide. Sentivo che era colpa mia, sentivo un peso sulla mia anima. Margareth avrà anche avuto i suoi difetti, tutti ne abbiamo, ma non meritava di fare quella fine.. Nessuno lo meritava. Con un grande sforzo le chiusi le palpebre e mi alzai. Mi diressi verso gli altri corpi, ma non li riconobbi. Capii che erano docenti dalle toghe rosse. Mi guardai intorno, gli occhi mi bruciavano e le lacrime continuavano a scendere, silenziosamente. Poi la vidi. Di fronte a me, su di uno scaffale, c'era l'ennesima lettera lasciatami dall'omicida. La presi e la aprii, essa recitava:
''Coloro che usufruivano di arti occulte sono morti, 80 persone restano. Nulla può impedire alla verità di venire a galla. Il libro nasconde molti segreti, segreti che ti serviranno per trovare 'Colui che è chi non è'. Il gomitolo si sta riavvolgendo e lo sposo della Teoria del Caos abdicherà. L'Alchimia ti aiuterà a trovare un significato per i significati, svelandoti la serratura. Stai attento però, poichè essa è un'arma pericolosa in mani inesperte: ciò che sembrerà estremamente facile si rivelerà il tuo ostacolo più grande.''
Non capivo. Non riuscivo a capire il senso di tutto questo. All'improvviso, il mio mondo era stato scosso alle sue radici e tutto ciò che non immaginavo neanche lontanamente stava divenendo realtà. La mia realtà. La realtà di tutti. Se era vero che eravamo tutti condannati, avrei preferito morire lì ed in quel momento, ma sapevo che il mio fato era ben diverso. La verità. Può la verità avere un prezzo 'sì tanto alto? Evidentemente, per qualcuno la risposta era si.


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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeDom Mag 16, 2010 8:19 pm

Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 500649 Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 500649 sei un dio Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 500649 Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 500649
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeDom Mag 16, 2010 8:19 pm

complimenti
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeDom Mag 16, 2010 8:57 pm

Stupendo, questo capitolo e quello che mi è piaciuto di più finora. Complimenti sei molto bravo Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 114718
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeMer Mag 19, 2010 1:15 pm

Grazie a tutti per i complimenti, più tardi dovrei riuscire a postare il capitolo successivo Smile
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeSab Ago 14, 2010 3:58 pm

hai smesso?????
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MessaggioTitolo: Re: Il diario di Faust Machstrauss   Il diario di Faust Machstrauss - Pagina 2 Icon_minitimeVen Ago 27, 2010 2:06 pm

Salve a tutti,
scusatemi se solo ora mi sono deciso a rispolverare questo racconto, ma il tempo è tiranno ed a settembre (il 10) dovrò sostenere un test di accesso all'università (facoltà di psicologia, tanto per inciso). Avrei voluto completarlo tempo fa, ma non ce n'è stata occasione purtroppo, così, dopo svariati stimoli esterni, mi è tornata la voglia di scrivere e completare questo racconto. Ora mi metto a lavoro per la stesura del prossimo capitolo, di modo che domani lo pubblicherò e, ammesso che abbiate ancora voglia di leggerlo, darò di nuovo vita a questa storia rimasta incompiuta. Spero di non essere "arrivato tardi". Grazie per l'attenzione che avete dimostrato finora, vi prometto che non vi deluderò Smile
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