Il racconto per la competizione di scrittura
Stavolta non deve sfuggirmi. E non può più ingannarmi. Sono ore che vago in questa foresta, seguendo le tracce del grosso felino. Ma so benissimo che è più di una belva feroce. E’ un Demone, capace di lusinghe e violenza. Non necessariamente in quest’ordine.
Lo so bene, io. Ho viaggiato anni in compagnia del Demone. Dopo che aveva sterminato la mia famiglia, ucciso chiunque nel mio villaggio. Mi ha promesso potere, gloria, vendetta contro il mondo ingiusto che ci ha generati. E ho ceduto. Grazie a lui sono ora conosciuto come Helder il Dannato, Helder il Corrotto, Helder lo Spietato e altri soprannomi simili. Uno diverso per ogni regione che abbiamo attraversato, uno diverso per ogni lacrima che abbiamo fatto versare.
Allora, il Demone girava sotto forma di lince selvatica. Eravamo uno strano duo. Il bandito, e la bestia. Il guerriero, e il mostro.
Non spero di redimere le mie colpe uccidendo la belva. Sono troppe, sono gravi, sono insopportabili. E non sono nemmeno sicuro di voler ammazzare il mio compagno di viaggi. A dir la verità, non so come finirà il nostro inevitabile incontro. Non ho idea di cosa farò, di come intendo agire. So solo che è un confronto che non posso evitare. Era scritto nelle stelle, che io dovessi cauterizzare la ferita che ho lasciato aperta su questa terra.
Le tracce si intensificano. Vuole farsi trovare. So che ha bisogno di un’anima che lo accompagni, che condivida il suo insensato desiderio di distruzione, per poter usufruire dei suoi pieni poteri. E ormai sono immune alle sue lusinghe.
C’è voluta una donna ad aprirmi gli occhi. Come sempre aggiungerei. In ogni storia c’entra sempre una donna. E prima che me lo chiediate, non mi sono innamorato di lei. Non credo di saperlo, cosa sia l’amore. La stavo minacciando. La mia lancia era a poco dalla sua gola. Il Demone voleva il bambino che lei proteggeva col suo corpo. Suo marito giaceva in una pozza del suo stesso sangue all’entrata della casa. Suo figlio stava dormendo, aveva una tranquillità olimpica che mi son ritrovato a contemplare con una punta d’invidia. Ho dovuto ucciderla, quella donna. Ma la forza dedotta dall’amore per il figlio mi ha fatto porre delle domande. Piano piano, la presa del Demone sulla mia mente si è allentata. E’ fuggito, e io lo sto inseguendo da mesi ormai.
Siamo spossati entrambi. E’ il gioco che fa il gatto col topo, e dura da troppo tempo ormai. Peggio di tutto, nessuno dei due è sicuro di chi sia il gatto e chi sia il topo. Chi sia la preda, e chi il cacciatore.
La luna risplende nel cielo. E scorgo nell’ombra due pozzi di oscurità, due occhi la cui scintilla di intelligenza malevola è inconfondibile. L’ho trovato. Non proferisce verbo, ma ha assunto la forma di lince cui ero abituato. Stringo al petto la lancia. Mi metto in posizione di guardia. Ci conosciamo troppo bene, giriamo in cerchio cercando di decifrare l’uno le intenzioni dell’altro. Lui balza in avanti, mi trafigge con gli artigli il cuore. E io il suo con la lancia. Muoio così, in un abbraccio che ci stringerà per l’eternità. Helder e la bestia, Helder e il Demone saranno insieme. Per sempre
Trovato in una radura il 25 settembre 2214. Il manoscritto presenta tracce di sangue ormai secco. La saga di Helder il dannato ha finalmente trovato una fine.