Il castello delle tenebre.Ai confini dell'Averland, sorge una terra corrotta dall'oscurità, una terra maledetta dagli uomini e dagli dei. Una terra di morti.
Sylvania.
Qui Vlad von Casterin, l'ultimo conte elettore si rivelò per ciò era veramente, un vampiro.
Qui i morti risorsero, le tombe vennero scardinate, la luce venne cacciata.
Era l'inizio di un incubo.
Vlad e molti dopo di lui colpirono l'impero, e sebbene furono sconfitti richiesero un grande tributo.
Ora Sylvania è una terra morta, corrotta dal male. Le sue paludi si stendeno a perdita d'occhio e le sue ombre sono una trappola mortale.
Quella è la terra dei morti.
La terra dei vampiri.
Casa mia.
Erano questi i pensieri di Ruber mentre osservava il profilo della Rocca Incrinata.
Le nubi si stavano addensando per un temporale senza pioggia, i vapori malsani si alzavano dal suolo e si confondevano con la nebbia che avvolgeva il profilo maestoso della fortezza.
“Non è bellissimo?” chiese a Grawed, uno dei suoi luogotenenti.
Non rispose, e come poteva.
Gli scheletri non parlano.
Benchè si sentisse a suo agio in quel luogo malsano, Ruber non riusci trattere la sua impazienza e iniziò a giocare nervosamente con un pendaglio che portava al collo.
Era un semplice medaglione con un sottile strato d'orato su cui era incise delle complicate rune naniche, pesava poco, ma nella sua mano sembrava molto di più.
Si maledisse, doveva restare calmo, doveva progettare tutto con precisione.
Il medaglione cominciò a pulsare.
Sorrise.
“Che cosa aspetti?” chiese una voce.
Il metallo divenne incandescente, ma Ruber non non se preoccupò.
“Aspetto che tu capisca chi è che comanda” sibilò.
“Ricorda che il potere è a portata di mano, vuoi farlo scappare?”
Ruber sorrise nuovamente.
“Non ti preoccupare, il potere sarà nostro”
Chiamando i suoi soldati si diresse verso il maniero.
Non era difficile immaginare quali genere di piani aveva in mente Ruber von Erdrech, il conte maledetto dell'Averland.
All'interno della rocca incrinata, Ruber sedeva su un gigantesco scranno, intento a fissare il denso contenuto della coppa che gli era stata appena portata.
Avvicinò il liquido al naso e ne assaporò il denso profumo.
Si sorprendeva sempre di quanto potesse essere dolce il sangue.
Porgendo la coppa a un servitore, il vampirò afferrò nuovamente il medaglione.
Dolci promesse di gloria lo raggiunsero, sogni di potere, visioni tanto raccapriccianti quante affascinante perl lui.
Chiuse gli occhi e si concentrò.
Immediatamente quelle immagini sparirono sostituite dal buio, un'ombra totale rischiarata unicamente da alcuni lampi blu notte.
In quel luogo di tenebre lo vide.
Ed ebbe paura.
Scacciando quell'immagine Ruber entrò in comunione con il pendaglio.
“cosa devo fare?” chiese.
Il medaglione glielo disse.
Passò molto tempo a fissare il paesaggio da una delle finestre, mentre i pensieri gli turbinavano in testa.
“Grawed!” urlo.
Immediatamente lo scheletro entrò nella stanza strascicando le le gambe.
“Ho un compito da affidarti”.
“E questo cos'è” chiese Tomas.
“Un foglio” rispose Stefan.
“Che risposta cretina” sbottò “Intendevo cosa c'è scritto”
“Non sai leggere?”
“Ti pare che se sapevo leggere tenevo la cartina al contrario?”
Stefan sbuffò. Già essersi persi non era stato un bell'inizio di giornata, poi una maledetta pioggia continuavà a imperversare e l'unico riparo che erano riusciti a trovare era una taverna malmessa da cui l'oste li aveva cacciati. Ora cercavano di riparsi sotto al portico bucato.
“Allora?”
Stefan cominciò a leggere:
Viandante che vieni da lontano per trovare onore e ricchezze,
fermati poiché la tua ricerca è giunta al termine.
Io, il conte Ruber von Herbrech ti invito a un'evento straordinario,
un torneo dei più potenti guerrieri di questa terra.
Ti aspetto nella mia residenza, la Rocca Incrinata nella terra di Sylvania
“Sylvania?” sussurrò Tomas.
“Andiamocene” disse Stefan scuotendo il capo.
Dopotutto chi si sarebbe avventurato di propria volontà in quel posto maledetto.
Una misteriosa figura raccolse il foglio.
“Già” penso sorridendo “chi?”