Che ne dici di questo.
Perchè?
La domanda sorgeva spontanea.
Middhenim sorgeva davanti a lui, le mura crollate, i terreni bruciati e riarsi.
Una città devastata dalla potenza del caos e tuttavia sopravvissuta.
Soppravvissuta a lui, a Archaon, il dominatore della fine dei tempi.
Ma aveva, il suo signore aveva fallito.
Perchè? Perchè lui, il condottiero che aveva riunito gli uomini del nord sotto un unico stendardo lordo di sangue, benetto dagli dei e seguito dai demoni, perchè lui aveva fallito?
“È stato a causa mia” la risposta si presentò, terrificante e veritiera.
Immagini confuse si susseguirono nella sua mente: quella notte, le porte, le guardie, lo scettro.
Strinse convulsamente un lungo bastone, il simbolo della setta, lo Scettro di Giada.
La setta dello Scettro di Giada, traditrice del suo stesso popolo, adoratori del più infimo degli dei, folli che avevano quasi distrutto una città con il loro comportamento eretico.
Questo era quello che dicevano di loro, ma non sapevano niente: non sapevano della profonda fede che li univi, delle notti insonni passati a prostarsi ai piedi di un grande dio che li aveva ricoperti con i doni che i deboli adoratori di Sigmar non potevano neache capire.
No, non capivano niente, non capivano perchè avevano cercato di aprire le porte ad Archaon, ma erano stati scoperti, circondati e massacrati, erano riusciti a scappare solo grazie al potere delle scettro. Poi le orde del caos erano state sconfitte e disperse al vento, come era potuto succedere?
Lui li aveva guidati, li aveva istruiti, li aveva iniziati ai segreti del dio Slaanesh e ora ... li aveva delusi, aveva tradito la loro fiducia, lui, il loro sommo sacerdote aveva fallito.
Osservò per un attimo i suoi seguaci, leggeva disperazione nei loro sguardi, smarrimento.
Era dunque quella la fine?
Chiuse e pregò.
Silenzio, poi dolci sussurri, promesse che suonavano gloriose e false allo stesso tempo, una visione di lui che entrava a Middehenim vittorioso seguito da un esercito, il suo esercito.
“No” sussurrò “non è stata colpa mia, Archaon non meritava di regnare, ma io si” si alzò e chiamò i suoi uomini “Ascoltatemi! Il nostro dio Slaanesh non ci ha abbandonato, ci ha mostrato che non dobbiamo sottostare a nessuno” . Gli uomini si stavano radunando, sui loro volti ora leggeva speranza “La via da seguire è chiara, portare il messaggio del vero dio a tutti i miscredenti, convertirli o ucciderli, poi tornare” si soffermò e si volse verso la città “Tornare per ciò che è nostro” urlò e immediatamente la folla venne percorsa da grida di giubilo.
No, non era la fine, era solo il principio.