Fiumi di sangue nella sabbia

Avraster un principe demone!!!Mitico,chissà cosa distruggerà adesso...già da umano faceva un casino bestiale ovunque andasse..... Bravo Tyrion!!

grazie ragazzi

Mai i caotoci mi sono stati tanto simpatici=)

complimenti

grazie anche a vous

Woah!!!
Chissà che casino tra poco!!!

quando pensi di concluderlo ?

penso oggi che ho un po di tempo libero da scuola e donne, ma ti piace? comunque come facciamo per il racconto in comune? sarebbe un gran peccato lasciarlo interrotto

mi piace un casino ( donne ? ah ma guarda il seguace di Khorne avrebbe la fidanzata ? ) per il racconto in comune domani lo proseguo io se soleviss non si fa vedere oggi

eh si, cosa vuoi dopo un pò che avevo rotto con la mia ex ne ho cercata un altra, siamo insieme da poco ...comunque buona idea

de nada , cioè , se qualcun'altro di voi vorrebbe scrivere per me va bene , ho detto io solo perchè sarei pienamente disponibile ...

scrivi tu! scrivi tu!

Ormai i guerrieri di Avraster avevano preso il possesso del campo di battaglia, faticosamente i caotici respingevano all'interno della piramide gli ultimi assalti degli scheletri.
Per quanto riguarda il condottiero, o meglio, il neo principe demone, egli volava in cielo ruggendo per testimoniare che era il più forte di tutti; un fischio sempre più acuto fece voltare il principe demone di scatto ma non fu abbastanza veloce.
Avraster riemerse dal cratere puntellandosi sull'enorme spada e si scrollò la sabbia di dosso, osservò cosa lo aveva fatto precipitare: dall'altra parte del campo di battaglia un gigante d'ossa, ancora più grosso e pericoloso di un ushabti, gli aveva lanciato un gigantesco masso.
"Sei morto!" fu il grido del demone, che fece accapponare la pelle a tutti (esseri viventi e non).
Il gigante inclinò la testa di lato e osservò il principe demone che copriva la distanza tra loro volando velocemente, quando gli fu di fronte cercò di colpirlo alla testa con la sua mazza ma Avraster fu abbastanza veloce da scartare a lato ed evitare l'arma che si conficcò sulla cresta di una duna.
Il demone ne approfittò e calò la spada sul braccio del gigante amputandoglielo; dal colosso uscì un urlo cavernoso e rauco, poi con un manrovescio fece volare l'avversario a parecchi metri di distanza.
Stanco di continuar ad essere buttatato per terra Avraster si rialzò e pronunciò strane parole: chiedeva a se l'aiuto del supremo Tzeentch.
In risposta una miriade di dardi infuocati si formarono davanti a lui e mirarono al gigante, ma un muro verdognolo si creò a pochi passi dal bersaglio impedendo di fatto ad Avraster di uccidere la sua preda; "dunque" pensò "c'é qualche maghetto che mi mette i bastoni tra le ruote" e si guardò intorno, lo individuò: uno stregone degli scheletri era noscosto dietro la carcassa di uno scorpione abbattuto e aveva protetto il gigante dal suo incantesimo.
Il demone decollò ed atterò alle spalle del mago che per la sorpresa perse di mano il suo bastone, si chinò a roccoglierlo per evocare la magia non morta ma Avraster non glie ne lasciò il tempo: la sua spada colpì violentemente di piatto lo scheletro riducendolo in polvere.
Avraster fu compiaciuto di quella visione e un sorriso malvagio si inarcò sul suo volto scoprendo i denti aguzzi delle grandezza ognuno di una spada; si voltò per ripetere la magia, ora senza interferenze si augurò, ma il gigante monco non era stato a guardare e lo placcò proprio in quell'istante: i due ruzzolarono giù da una duna, poi si divincolarono (facendo tremare, con la loro collutazione, tutto ciò che li circondava ) e si divisero.
Nel tafferuglio il demone perse la spada, il gigante lo colpì con un poderoso pugno all'ala squarciandogliela, Avraster ruggì con tutto il fiato che aveva in corpo, con un calcio allontanò il gigante che perse l'equilibrio e cadde.
Avraster si osservò l'ala che magicamente cominciò a ricucirisi e la mambrana a ricrearsi: dunque gli dei erano con lui.
Con un balzo fu sul gigante che tentò di divicolarsi, ma la presa del demone era salda e a mani nude gli strappò la testa con un violento strattone: il corpo del colosso emise qualche spasmo (segno che l'energia che lo colmava e lo animava si stava disperdendo) e si fermò del tutto.
Avraster raccolse la spada e la testa del gigante come trofeo e si librò sul terreno di battaglia, guardò in basso: i suoi due luogoteneti, Berghel e Thorval, stavano combattendo alla testa dei guerrieri del Caos per fare irruzione nella piramide.

NON VEDO L'ORA DI LEGGERE LA FINE è TROPPO BELLO STO RACCONTO !!!!!!!!!!

grazie mille socio

bellissimo!!! bravo Tyrion

Davvero molto ma molto bello!!!

grazie a tutti

Berghel e Thorval si battevano come due furie, era neccessario riuscire a varcare il portale della piramide ed entrare nella stanza del tesoro dove presumavano fosse custodita la preziosa spada del dio Khorne.
Un gruppo di guardie del sepolcro li caricò a testa bassa, i due eroi esaltati diedero a loro volta l'ordine di carica ai loro uomini e proiettarono due fendenti con le loro ascie che falciarono diversi scheletri mentre con gli scudi paravano i loro affondi; Berghel tagliò in due una guardia e spappalò la testa ad un lanciere con una poderosa gomitata, Thorval invece, uccisi due arcieri, lanciò la sua ascia che si conficco sulle scapole di uno scheletro che cadde a terra disinteegrandosi.
Vedendo uno dei due eroi disarmati almeno una dozzina di guardie gli piombarono addosso, Thorval fu costretto a combattere a mani nude riparandosi dalle lame accuminate dietro lo spesso scudo: sferrò un pugno sulle costole di uno scheletro e un altro in faccia ad una guardia facendoli volare la testa.
Berghel vide il suo amico in difficoltà e si precipitò nella mischia sgombrando lo spazio tra lui e Thorval: "Thorval, a te!" disse Berghel lanciandogli la sua ascia che aveva recuperato "grazie fratellino" rispose Thorval che impugnò l'ascia e riprese a combattere.
Dopo un'intensa battaglia finalmente i prescelti del Caos fecero irruzione nel tempio e i due eroi, individuando uno spiraglio tra la mischia e al di là di quello un corridoio, corsero da quella parte sottraendosi al combatimento.
Grazie alla confusione del corpo a corpo riuscirono a sgusciare oltre le linee nemiche e percorrendo il corridoio illuminato da sporadiche fiaccole giunsero dinanzi ad una porta di legno riccamente intarsiata: "Ci siamo" disse Thorval "forza, aiutami" i due cominciarono a dare spallate per forzarla.
Al terzo tentavito la porta cedette con uno schiocco e si spezzo, i due entrarono nella stanza e rimasero a bocca aperta: la stanza era illuminata da una quantità spropositata di oro, argento, gioielli e ogni ricchezza inimmaginabile...e poi la videro: al centro della sala su un piedritto stava immobile e terribile la lama più potente del mondo, la spada di Khorne.

suppongo che sia il penultimo capitolo bellissimo !!!!!

grazie grumlok, si ormai siamo agli sgoccioli

Bravo Tyrion bel racconto ...sono curioso di vedere se riusciranno davvero a impadronirsi della spada...non vedo l'ora di legere come andrà a finire!

bravo Tyrion bellissimo anche questo capitolo

grazie anche voi, sono contento che vi piaccia

"Forza, prendiamola e usciamo di qui" fece cenno con la testa Berghel a Thorval, il quale annuì e lentamente si avvicinò.
Accarezzò l'elsa della spada di Khorne e ne saggiò la lama: era affilatissima, da chissà quanti secoli quella spada era custodita in quella cripta eppure era talmente affilata da squarciare la più pesante delle armature senza il minimo sforzo.
"E muoviti!" lo spronò Berghel che intanto sorvegliava l'ingresso della stanza, Thorval si riscosse, si legò la spada dietro la schiena e si avviò all'uscita insieme al suo compagno.
Stavano percorrendo velocemente il corridoio che avevano fatto all'andata quando videro in fondo qualcosa che li lasciò sgomenti.
Un Ushabti con in mano un enorme falce bloccò loro la via e li squadrò con sguardo truce: "Siamo fregati" disse Berghel, Thorval deglutì, erano stanchissimi poiché da giorni combattevano senza sosta e senza riposo in quella terra inospitale e ora...ora avrebbero dovuto affrontare quell'essere di gran lunga sopra le loro forze.
Berghel lo guardò "Pare che siamo arrivati, facciamo in modo che sia una morte onorevole e Khorne ci ricompenserà", "insieme fino alla fine" rispose Thorval.
Quindi gettarono a terra gli scudi pesanti che li rallentavano e gli elmi che annebbiavano loro la vista e impugnarono le loro possenti asce caricando e lanciando il loro grido di guerra a pieni polmoni, l'Ushabti si fece avanti, i due eroi esaltati erano più veloci e lo colpirono agli arti inferiori; il mostro indietreggiò per l'impatto ma rimase in piedi appoggiandosi alla falce, poi scalciò Thorval contro una parete, Berghel si scansò e mentre l'Ushabti si dirigeva verso Thorval per finirlo colpì con tutte le sue forze la gamba sinistra del colosso.
Questa si spezzò e il mostro finì contro una parete, Berghel ne aprofittò per soccorrere Thorval e lo rimise in piedi: l'eroe esaltato aveva accusato il colpo ma la sua tempra di uomo del Nord lo aiutò a reagire.
Mentre Berghel sosteneva Thorval per un braccio l'Ushabti, che era stato ignorato in quel frangente, si voltò e facendo roteare l'arma la conficcò in profondità nel fianco di Berghel: l'eroe esaltato si sentì mancare il fiato e una miriade di puntini rossi comparvero nel suo campo visivo, cercò inutilmente di respirare, Thorval gridò di frustazione.
Il mostro si rialzò del tutto, con l'intento di uccedere anche Thorval, ma questi per quanto sfinito era deciso a vendicare l'amico di una vita e attaccò, spezzò in due l'arma avversaria con l'ultimo briciolo di forza ma l'Ushabti parò il successivo fendente del caotico con l'impugnatura della falce e spinse via Thorval che si ritrovò di nuovo per terra.
Era finita, freschi e riposati avrebbero anche potuto abbattere senza troppe difficoltà quel mostro (per quanto grosso) inisieme, ma così...
...Thorval striciò accanto a Berghel che si reggeva il fianco insaguinato con una mano, un rivolo di sangue gli scendeva dalla bocca; l'Ushabti si avvicinò facendo tremare il terreno sotto i suoi passi, gettò via la falce distrutta e afferrò i due caotici per la gola spingendoli al muro per strangolarli.
I due si scambiarono un ultima occhiata, ma poi Berghel sfinito gridò "La-la spada Thorval usa la sp-spad..." l'Ushabti cominciò a stringere più forte, Thorval si sentì mancare.
Non era sicuro di aver compreso bene le parole di Berghel ma estrasse a fatica la spada da dietro la schiena e una luce rossastra si sprigionò nel corridoio.
Il mostro rimase interdetto da quell'apparizione ma continuò a stritolare i due: Berghel si afflosciò in quell'istante "NO!" gridò Thorval e con la forza della disperzaione piantò la lama nel braccio dell'Ushabti, che lanciò uno stridio sinistro e agghiacciante. Lesue vane divennero rosse, rosse come la lava, una sola ferita inflitta dalla spada del dio Khorne e si muore all'istante: questo narrano le antiche ballate nordiche.
E quello stava succedendo al colossò che crollò in quell'istante facendo finire per terra i due eroi esaltati del dio del sangue.